Tutti i post (orso)
Re: Percezione dello sfocato nel mirino |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Però guardare una scena nel mirino di una reflex (Nikon F2 nel mio caso), è molto diverso dal guardare un provino a contatto 24x36 mm dove sembra tutto a fuoco...
Citazione:
Io ci andrei anche a calci nel sedere, tanto amo quella città... , però giuro che stavolta non è una scusa, la foto la devo (voglio provare a) rifare davvero
Inviato: 8/9 20:57
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Percezione dello sfocato nel mirino |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Raramente uso il pulsante per il controllo della profondità di campo, ma in qualche caso dove lo sfocato deve essere calibrato, sì. E mi sono accorto che lo sfocato che percepisco guardando nel mirino è inferiore (meno sfocato) di quello che poi mi ritrovo in foto.
Me ne sono accorto una decina d’anni fa, al cimitero di Faenza. Dovevo fotografare una statua con dietro una lapide scritta, e volevo che si capisse che era una scritta ma non volevo che fosse leggibile. Macchina su cavalletto, tutto il tempo a disposizione, provato i vari diaframmi e scelto quello che mi soddisfaceva. Ma alla fine la foto risultò più sfocata e non si capiva che era una scritta. Tanto che l’anno dopo tornai a Faenza a rifarla. Difficile quantificare perché dipende dalla focale e dalla distanza, ma con un 105 a 3 metri la differenza dallo sfocato che percepisco nel mirino e quello che ottengo poi in foto potrebbe essere di uno stop. E’ una cosa normale? A qualcuno è capitata la stessa cosa? Da allora ne tengo conto in fase di ripresa… anche se qualche volta me ne dimentico… la prossima settimana riparto per Salamanca per rifare una foto del settembre scorso “troppo sfocata”… (a giugno ero là, ma la posizione del sole non andava bene)
Inviato: 5/9 18:57
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Re: Bar Formica |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Citazione:
Azz... che memoria! (rivedendola, me la ricordo bene anch'io) Citazione:
Certo, fotografare insegna a guardare, ed ogni genere di fotografia insegna a guardare in un determinato modo.
Inviato: 31/8 5:04
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Re: Presentazione libro Chiesa Nostra Signora del Cadore |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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In effetti sì, la luce che entra dalle finestre del mio soggiorno l'hanno vista...
Inviato: 30/8 5:26
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Re: Non serve la DeLorean per viaggiare nel tempo |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Grazie Pino, come ho scritto era solo una curiosità tecnica.
Per fortuna non ho necessità di colorare delle foto BN, perché da quanto mi hai spiegato sono cose che vanno ben oltre le mie capacità post produttive. Però trovo molto gradevole ed equilibrato il risultato che ottieni.
Inviato: 30/8 5:24
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Re: Presentazione libro Chiesa Nostra Signora del Cadore |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Bèh, un bel traguardo. Complimenti vivissimi anche da me (che di progetti ne ho portati a termine parecchi ma riposano in pace dentro un armadio...)
Inviato: 27/8 5:21
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Re: Bar Formica |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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E' una foto che non avrei fatto. Perdendomela.
La mia scelta esclusiva del BN, ogni tanto mi impedisce di fare foto a soggetti che a colori mi appaiono interessanti (come questo) ma che in BN direbbero poco. Tanto per fare un esempio, secondo me a dar forza all'immagine contribuisce la contrapposizione tra il cielo azzurro intenso in alto a sinistra con la predominanza dei rossi sulle copertine delle riviste in basso a destra, cosa che in BN sarebbe sparita. Comunque Pino, ti dimentichi sempre qualche particolare che potrebbe trasformare una bella foto in una foto stupenda. Mi ricordo di un distributore di benzina con la nebbia dove ti eri dimenticato di tagliare l'albero in centro prima di scattare, e qui ti sei dimenticato di abbattere la casa dietro l'edicola...
Inviato: 27/8 5:18
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Re: Mostra "Majella Madre" di Giulio Speranza |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Non sarei comunque andato per la distanza, ma mi ha colpito la brevità della mostra, appena una settimana. Forse c'erano problemi con la disponibilità dello spazio espositivo?
Inviato: 27/8 5:01
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Re: Non serve la DeLorean per viaggiare nel tempo |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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A me fa l'effetto contrario, e le immagini di un tempo con persone sono quelle che apprezzo di più. Di quelle della mia famiglia poi, ho una sorta di venerazione.
Curiosità tecnica: questa "colorazione a mano" come avviene?
Inviato: 27/8 4:56
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Re: Che belle idea... |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Citazione:
D'accordo al 100%. Non so però in quanti siamo rimasti... Articoletto sul Corriere di qualche giorno fa: https://www.corriere.it/opinioni/24_ag ... 9-a1d3-1de0bfdf8xlk.shtml
Inviato: 27/8 4:45
Modificato da orso su 27/8/2024 5:24:16
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Re: Difetto di scansione |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Grazie Fabio, non ci pensavo.
In effetti le striature hanno bordi nettissimi, compatibili con lo sfarfallio di un tubo esaurito. E' quello originale, ha più di 20 anni, spero si trovi il ricambio.
Inviato: 6/7 17:11
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Re: Difetto di scansione |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Avevo pensato anch'io allo scorrimento del carrello, chissà se pulendo "qualcosa" si riesce ad ovviare...
Anche perché trovarne un altro in buono stato non sarà facile.
Inviato: 4/7 7:59
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Difetto di scansione |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Sempre più frequentemente mi appaiono striature trasversali rispetto alla direzione di scansione con l'Epson 1660 Photo.
Il fenomeno è iniziato almeno un anno fa, ed allora capitava 1 o 2 volte in un rullino da 36. Ora almeno una decina di volte. Se rifaccio la scansione dello stesso fotogramma, le striature appaiono differenti o scompaiono. La cosa non è tragica perché uso questo scanner solo per i provini, ma è fastidiosa. Allego una scansione volutamente molto contrastata per evidenziare bene il fenomeno. A cosa può essere dovuto? Si può eliminare?
Inviato: 4/7 7:05
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Sviluppati e provinati con scanner Epson 1660 Photo i 4 rullini fatti durante la trasferta iberica da poco conclusa, con nuovo corpo macchina Nikon F2 e nuovo numero di emulsione della Tmax 400.
Tutto bene, nessuna ombra di striature nere. Pfuiiiiii....
Inviato: 2/7 20:38
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Re: Scansione negativi Medio Formato |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Posso solo unirmi a Pino e Oscar nel consigliarti di utilizzale l'Epson 750 che hai, coi tanti vantaggi elencati da Pino nella prima risposta.
Ammesso di trovare un illuminatore uniforme fino al 6x9 (io me lo sto costruendo perché non l'ho trovato), con una digitale FF o meno difficilmente supereresti la risoluzione del 750, rinunciando alle comodità (pensa solo all'ICE), e di certo i problemi nell'inversione di negativi a colori legati alla maschera arancione rimarrebbero tali e quali. Citazione:
Uno è scappato dopo le 5 pagine che ha dovuto scrivere per insegnarmi ad usare il Nikon 5000, l'altro si è nascosto dopo le altrettante pagine per insegnarmi ad installare una macchina virtuale XP per poter usare l'Epson 1660 Photo col suo sw... mi sento un po' in colpa.
Inviato: 3/4 21:18
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Pino, i rullini di Tmax 135 sono contenuti in contenitori di plastica cilindrici con tappo ermetico (che apro al momento di caricare la macchina), e non ci entra acqua neanche se finiscono in ammollo, figuriamoci l’umidità.
Citazione:
La macchina d’epoca (parliamo di Nikon F2, da più parti definita la miglior meccanica manuale mai costruita) non mi ha mai creato patemi. Uso questo modello dal 1979, le ho usate in Africa in condizione spaventose, ne ho comprate 3 nuove e 6 usate, ne ho rivendute 2, me ne hanno rubate 4. Non mi hanno mai dato alcun problema. Con questo non voglio dire che escludo a priori che possano darmene, prova ne è che ne ho appena comprata un’altra per sostituire quella dalla quale sono usciti i negativi con le strisce chiare. Coi rullini la stessa cosa, fino alla recente comparsa di quelle strisce. Che presentandosi in modo casuale, e già in due numeri di emulsione diversi, sì che mi riempiono d’ansia (anche se il committente dei lavori sono io stesso). Per minimizzare queste ansie, nel prossimo lavoro utilizzerò fotocamera diversa e diverso numero di emulsione. Dovesse ripresentarsi il difetto, identico, avrei la certezza che la colpevole è la pellicola. Se non si ripresenterà più, non avrò mai la certezza di chi era la colpa quando si presentava. Comunque ieri sera ho rifatto le prove per vedere se dalle tendine dell’otturatore trafila luce. Sto lavorando all’illuminatore dimmerabile per la digitalizzazione dei negativi (vedi altra discussione), ed ho sfruttato l’ambaradan montato per le misure. Macchina col 105 infilato in un foro di una scatola con dentro un’array di led da 50 W. Il tutto montato su uno stativo verticale IFF. Specchio sollevato, dorso aperto. Attesa di un quarto d’ora al buio. Poi, sempre nella stanza buia, accensione dei led dentro la scatola alla massima potenza e osservazione per almeno un minuto prima di una tendina e poi dell’altra. Zero infiltrazioni, non passa un solo fotone.
Inviato: 27/3 10:12
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Luciano, non riesco ad aprire il link (forse perché non sono su feisbuk?)
Citazione:
Io sono appassionato di fotografia, non di macchine fotografiche. E faccio il fotografo, non il fotoriparatore. Tra 6 settimane dovrò fare foto all'estero. Per cui ho comprato un'altra F2AS (dovrebbe arrivarmi a giorni), partirò con due corpi diversi da quello dove si è verificato il difetto, e con rullini T-Max 400 con nuovo numero di emulsione (quelli che mi hanno mandato come segno di buona volontà...). Se disgraziatamente dovessi ancora riscontrare quelle strisce sulle negative, vado in Inghilterra e gliele faccio mangiare. In questo momento mi interessa molto di più risolvere il problema che capirlo.
Inviato: 20/3 18:34
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Le obiezioni del fotoriparatore sono state:
- Se un otturatore fa trafilare luce, la fa trafilare sempre. - Se la fa trafilare solo rare volte, è una cosa molto strana. - Se quelle rare volte che la fa trafilare sono raggruppate tutte in 3 rullini su 47, è... PS: come penso di aver già precisato, i 3 rullini incriminati sono stati esposti con le stesse modalità degli altri.
Inviato: 15/3 18:31
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Il fotoriparatore si è fatto sentire: non ha mai visto un difetto simile in quasi 50 anni di esperienza (parlo di Pravo a Milano), ed esclude infiltrazioni di luce dall’otturatore che possano dare quell’effetto. Ovviamente non può essere un dogma divino, ma…
Citazione:
Se hai avuto per le mani una F2, ti sarai accorto che non c’è nessun punto che eserciti pressione sul lato emulsione della pellicola, tranne ovviamente sui bordi perforati. Le prove che suggerisci di fare sono sensate per cominciare a capire se la macchina fotografica sia responsabile o meno, ma dato che il difetto si presenta una volta ogni tanto, si dovrebbero fare altri cicli di prove. Ed io non ho tempo di iniziare un lungo percorso di ricerca delle cause, e neanche la cosa mi appassiona. L’unica cosa che mi interessa è eliminare quel difetto. Il modo sicuro sarebbe cambiare macchina fotografica e pellicola. Non esistendo una sostituta della T-Max 400 (400-800 ISO con quella grana), mi limiterò a cambiare n. di emulsione e fotocamera. Mi pare abbastanza evidente che quelle strisce sottoesposte compaiano e poi scompaiano gradatamente su fondi uniformemente esposti, e non viceversa. Se quelle strisce fossero sovraesposte, già sarebbe un mistero che le tendine dell’otturatore possano far infiltrare luce solo in determinati rullini, ma così… Il fatto poi che da un ufficio in Inghilterra mi assicurino che i loro impianti di produzione in Cina non possano avere alcun tipo di malfunzionamento, mi fa sinceramente sorridere. Per cui rimango sempre più della mia idea: pellicola difettosa. Citazione:
Non stanno così le cose, credimi. Quell’articoletto divulgativo è molto ben fatto, ma abbraccia l’intero campo delle emulsioni sensibili, cioè accomuna pellicole e carte. Sebbene le fasi del processo di fabbricazione siano praticamente le stesse, l’industrializzazione di tale processo cambia tra carta e pellicola. Quando parla di bobine larghe 90-130 cm lunghe 300-600 metri, si riferisce chiaramente a carta fotografica, che viene prodotta in grandi rotoli e successivamente tagliata in formati o in rotoli più piccoli atti ad essere caricati nelle stampatrici o nei trascinatori. La foto che hai messo, non solo mostra queste bobinone di carta in contenitori a tenuta di luce, ma, dalla quantità, li mostra nel periodo in cui il mondo girava totalmente in argentico. Non posso credere, e a maggior ragione oggi coi risicati volumi di produzione in gioco, che una pellicola 35 mm venga ritagliata in larghezza e lunghezza e poi perforata, da bobine di grande larghezza. Sarebbe una follia dal punto di vista industriale. Il fatto che un certo tipo di pellicola nei formati 35mm, 120 o 220, e le piane, abbia supporti di spessori diversi, ne è la prova. E’ estremamente probabile che tutte le operazione che possono essere fatte alla luce vengano eseguite prima, larghezza del supporto a misura, perforazione, stesura strati antialo inferiori; ovviamente in bobine lunghe che poi verranno tagliate. Successivamente, al buio, stesura dell’emulsione e impressione della numerazione. Per cui, un qualche tipo di accidente momentaneo lungo questa linea di produzione, può benissimo causare un abbassamento localizzato della sensibilità.
Inviato: 14/3 9:35
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Dovrò attendere l'inizio settimana per la risposta del fotoriparatore.
Intanto provo a rispondere ad alcune domande di Plafoto, così avrà di che dilettarsi nel we mentre io farò colazione coi Ritornelli ormai privi di difetti. (fantastici con un po' di Mermelada de naranja amarga della Vieja Fabrica di Siviglia) Gli scatti che hai fatto finora non puoi considerarli un test rigoroso, perché la loro osservazione ti aveva portato a una conclusione sbagliata: eri convinto che il pattern di strisce non fosse un timbro e invece l’accostamento dei fotogrammi ha dimostrato che è proprio un timbro, un pattern ricorrente che, come l’impronta di un timbro, cambia solo di intensità. Cambia anche parecchio l’apparenza delle strisce, a volte molto sfocate, altre volte più nitide. Un timbro un po’ stranuccio… I dati che abbiamo raccolto finora (i diversi numeri di emulsione, l’allineamento delle righe, la modalità di sviluppo, la distanza temporale tra i rullini dfettosi, lo scorrimento orizzontale delle tendine) ci hanno portato a escludere ragionevolmente alcune ipotesi, come il difetto di fabbricazione, l’aderenza della pellicola nella spirale durante lo sviluppo, il Bromide Drag longitudinale, la disuniformità di scorrimento delle tendine. Niente mi porta finora ad escludere il difetto di fabbricazione. Anzi, appreso dall’articolo linkato da Luciano che durante la fabbricazione i cristalli tabulari vengono orientati da un campo elettrostatico, nel caso che quel campo venga accidentalmente e per breve tempo perturbato da un campo elettromagnetico (entrambi vettoriali) diminuendo in certi punti la sua intensità, si otterrebbe qualche metro di pellicola con strisce parallele lungo le quali i cristalli non sono tutti orientati piatti, e lungo quelle strisce si avrebbe una minore sensibilità della pellicola, che porterebbe ESATTAMENTE al difetto di cui stiamo parlando. (non esistono linee di produzione di qualunque articolo perfette, non soggette a “guasti” accidentali) Si può invece escludere qualsiasi causa dovuta a fantomatici controlli in aeroporti. Stiamo cercando di capire perché un difetto così macroscopico a volte c’è e molto più spesso non c’è, a volte è più evidente e a volte meno e si ripresenta a distanza di anni con lo stesso pattern. Quelle pellicole sono passate solo nell’impianto di produzione e nella mia macchina fotografica. Uno dei due è il colpevole. Preferirei fosse l’unico sul quale sono in grado di agire. Perchè la striscia è più evidente nella foto del lampione? C’entra col fatto che, essendo una sequenza, la macchina è stata esposta alla luce più del solito, visto che hai detto che normalmente non tieni la macchina al collo, ma in questo caso probabilmente sì? Oppure ha a che fare con le condizioni di luce al momento dello scatto? L’intera sequenza è stata fatta in un paio di minuti (aspettavo un uccello che passasse), le condizioni di luce erano normalissime e identiche a tantissime altre foto (sole alto da destra). Perchè, tra le foto che hai postato, non c’è neanche un interno? Perché casualmente in quei 3 rullini su 47 non ho fatto foto di interni. Il fotogramma N° 21, subito dopo la sequenza del lampione, è fatta all’interno? Esterno pieno sole, 300 mm, 1/2000 sec. Nessun filtro. Se sì, perché la striscia compare per un tratto e sembra interrompersi bruscamente, come se fosse solo un “prolungamento” di quella dell’ultimo fotogramma del lampione? Perché poi viene “nascosta” dalla maggior disuniformità dell’immagine. Il difetto si produce al momento dello scatto? O nel tempo di permanenza della pellicola in una determinata posizione? O durante l’avanzamento, o il riavvolgimento? O durante la fabbricazione? Focali, tempi e diaframmi incidono in qualche modo sulla resa delle strisce? Quasi sempre focali piuttosto lunghe e tempi piuttosto corti. Il lampione 105 f/4 (filtro Pola + ND). Il cimitero non ricordo, ma credo anche lì 105 (filtro Pola). Il fenicottero 180, e gli altri sullo stesso rullino, tutti con le strisce uguali, col 300 e col 600, credo tutte senza filtri, sicuramente senza quelle col 600 perché non ho filtri di quelle dimensioni. Quella col cavallo, unica eccezione, col PC28 decentrato (filtro Pola). Vacci a capire… I test servirebbero non per vedere ulteriormente il difetto, ma per capire se sia in qualche modo riproducibile e quindi correlabile a qualcosa, qualsiasi cosa. Insomma, ci sarebbe un sacco di lavoro da fare… A me la cosa non appassiona per nulla, mi dà solo fastidio. Inoltre ho pochissimo tempo in questo periodo. A maggio quando tornerò a fotografare cambierò n. di emulsione (l’altra l’ho finita a dicembre) e userò anche l’altro corpo macchina. Incrociando le dita.
Inviato: 8/3 19:09
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