L’8 ottobre (1839) “il sig. Enrico Jest, macchinista della Regia Università  di Torino, secondato dal figlio suo e dal giovane alunno e collaboratore sig. Antonio Rasetti” eseguivano il primo dagherrotipo;
a Milano, l’ottico Duroni e il signor Giuseppe Miani, ragioniere di fortificazioni addetto alla direzione del Genio in Lombardia, a Trieste Carlo Fontana e a Napoli Gaetano Fazzini realizzavano altrettante prove nel mese di novembre.
Delle prove del torinese Jest si conserva il primo dagherrotipo con l’immagine della chiesa della Gran Madre di Dio, conosciamo che a Milano l’Arco della Pace e “una parte del Duomo” furono i soggetti prescelti, mentre a Trieste vennero immortalati gli edifici della Borsa e del Teatro.

"IL BEL VEDERE fotografi e architetti nell’Italia dell’ottocento, Monica Maffioli SEI 1996"

Delle prime italiane rimane, alla biblioteca reale di Torino, quella della chiesa della Gran Madre, in una inquadratura che scattata oggi è per fortuna pressochè uguale.

Ciao, Claudio.

Caro Claudio,
proponi pane per i miei denti, anche se dopo la mia burrascosa dipartita dall'archivio fotografico trentino, dove in 26 anni avevo raccolto 1.100.000 foto, non sono più in allenamento (e neanche coltivo più la materia perché mi amareggia, preferisco fare foto mie finalmente!).
Per la fotografia a Torino prova a dare un'occhiata a:
Marina Miraglia, Culture fotografiche e società  a Torino - 1839 - 1911, Torino, 1990, U. Allemandi ed., edito per la Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris. Marina Miraglia è una delle rare figure importanti della storia della fotografia italiana: è la prima che applica il metodo storico-critico allo studio della fotografia e questo è un dato importantissimo per lo sdoganamento della F. nell'ambito degli studi storici, avvenuto dopo un fondamentale convegno a Modena nel 1979 dal titolo: La fotografia come Bene Culturale, coordinato da Italo Zannier (in fondo alla sala nell'ultima poltroncina c'ero anch'io).
Ciao Candidus / Floriano,