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Quando una foto e' una foto

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25/8/2005 8:38
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Il nostro caro Nobuyoshi Araki e' famoso per le sue donne nude legate con la corda (transeat...). Chiaramente e' l'unico fotografo giapponese che una fornitissima libreria di Milano ha, evidentemente noi italiani abbiamo bisogno di una razione di soft-porno (e neanche tanto soft, a dir la verita'...) giornaliera se no non siamo contenti

Comunque, finito il pistolotto fuori tema, la mia domanda e' un altra. Il nostro infatti prende le foto e ci impiastriccia su vernice colorata, graffi etc.

Bene, per me queste non sono fotografie. E' arte figurativa contemporanea. Nessun giudizio estetico, ovviamente.

Ma non sono foto. O no? Dove mettiamo il limite tra cio' che e' fotografia e cio' che e' arte figurativa? Io ho una posizione abbastanza massimalista, nel senso che una manipolazione fisica della stampa toglie alla fotografia il suo essere fotografia. Diventa qualcosa d'altro. Arrivo ad accettare (forse) che le strisciate tipo vernice aggiunte in Photoshop per esempio non tolgano l'essenza fotografica alla foto, ma la manipolazione fisica della stampa trasforma la foto in un qualcosa di completamente diverso.

Il tema non e' una paturnia intellettuale, visto che la fotografia ha sofferto fin dall'inizio del rischio di essere confinata in una dimensione "documentaristica" e non artistica. Alcuni grandi del mezzo sono riusciti a sdoganarla e darle una valenza artistica, ma c'e' sempre dietro l'angolo la tendenza magari strisciante a "rimetterla al suo posto". Quindi lo sbatterci sopra vernice e' per me un tradimento se viene da uno che e' stato ed e' considerato tutt'ora dalla critica come "un fotografo".

Che ne dite?

Inviato: 13/6/2006 8:26
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Re: Quando una foto e' una foto

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26/5/2005 15:12
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ciao marco,
come dicevi te in altre occasioni hai buttato il famoso sasso nello stagno. è un argomento, dal mio pnto di vista, molto complesso. ne sto scrivendo, ogni tanto la sera, andando a rilento, e ho buttato giù una decina di pagine, e ne ho molte altre da aggiungere. questo solo per dire che non posso assolutamente sperare di dire tutto in un 3d. ma ti prometto che appena avro' chiarito tutto nella mia testa mi rifaro' vivo.
per il momento ti dico solo che è molto difficile separare fotografia da arte visiva. per vari motivi, ma di fondo perché è difficile definire fotografia. perché per fotografia si intende tanto la stampa quanto l'immagine fotografica. nel caso dela stampa è facile dimostrare (sono le pagine che ho scritto) che non si riesce a dare una definizione univoca della specificità  della stampa fotografica; per due ragioni: l'esistenza di tecniche non completamente fotosensibili (stampa alle polveri, inkjet...) e l'esistenza di fenomeni fotosensibili indipendenti. e per l'immagine fotografica? ma quali sarebbero i connotati dell'immagine fotografica indipendentemente dal supporto?
la mia conclusione per il momento è che non è possibile stabilire categorie rigide, di fatto tutto puo' rientrare nelle arti figurative, senza che questo possa portare una qualsiasi accezione negativa. insomma, per me intrinsecamente è una domanda mal posta, come chiedersi se in meccanica quantistica la particella ha una vera e propria posizione indipendentemente dalla funzione di probabilità  della posizione, c'è il principio di indeterminazione e basta. meglio allora fare fisica delle particelle con quelo che abbiamo in mano, ovvero le funzioni d'onda. tutta la fisica moderna è cresciuta grazie alla rinuncia a rispondere a domande mal formulate come quella. in fotografia meglio chiedersi come produrre immagini migliori.
ma ci ritornero' promesso.
ciao
f

Inviato: 13/6/2006 9:10
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Re: Quando una foto e' una foto
Utente non più registrato
Ne avevamo un po discusso anche in un vecchio post......in pratica il mio primo pensiero e ciò che sostenevo è che cè una netta distinzione e che un immagine modificata, assemblata, o elaborata in post produzione con evidenti e "profonde modifiche" e una fotografia realizzata con un solo scatto e non elaborata. Quella elaborata è si fotografia ma diciamo è "fotografia artistica figurativa" (non so come definirala nontrovo al momento un termine adatto).

Sono cqe daccordissimo che non è possibile traccaire una linea di separazione neta e che il compito in moltissimi casi di mettere una stampa tra la fotografia tradizionale e quella diciamo artistiche sarebbe parecchio arduo.
Alcune stampe in BN fatte in camera oscura, sono innegabilemente elaborate ma nessuno si sognerebbe di dire che non sono immegini fotografiche nel suo senso piu puro ma se le stesse elaborazioni sono fatte su un immagine a colore con PS la cosa da molti non è vista come fotografia dicamo pura e vorrebbero creare una distinzione.
Ma pensandoci bene di differenze non ce ne sono.


Leggendo poi le argomentazioni di fabusdr le mie idee si sono ancora piu confuse perche non so dargli torto.

A mio avviso cqe ce una cosa che non sopporto, quando un fotografo elabora un immagine con Photoshop o in camera oscura e la spaccia per un immagine reale frutto di un solo scatto. Io non dico che se uno vuole non puà elaborare un immagine con Photoshop (è stato creato apposta) ma se lo fa, e la cosa non è lampante, deve avere il coraggio di dichiararlo e non deve cercare di far fessa la gente.
Sopratutto se gli viene chiesto chiaramente deve ammetterlo e non dare risposte false o evasive.

Ciao

Gerry

Inviato: 13/6/2006 9:44
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Re: Quando una foto e' una foto
Utente non più registrato
A mio modestissimo avviso una certa idea discriminante potrebbe essere portata dalla etimologia della parola fotografia cioè scrittura della luce.
Vabè, questa è una posizione un po' banale ma per me puà essere ancora valida.
Dato che questa idea è un po' ambigua (si possono fare fotomontaggi oppure elaborazioni varie in dopoproduzione) restrigerei la cosa al supporto originale cioè, nel caso delle macchine chimiche, alla pellicola (in caso di quella digitale allo stato del sensore subito dopo la chiusura dell'otturatore).
Questa cosa lascia ampi margini "artistici" alla realizzazione di una "fotografia" (per esempio ogni pellicola, ogni sviluppo hanno proprietà  diverse, senza contare che il tempo di otturazione o il diaframma cambia la visione di un evento).
Il problema sorge dopo lo scatto nel momento in cui quello che si guarda non è più la pellicola ma un suo derivato ovvero una stampa. La cosa che per me dà  una sorta di parametro è il fatto che la stampa, per quanto elaborata (in camera oscura o chiara), trae sempre origine dall'impressione originale fatta sulla pellicola (o sensore).
Insomma se ci metti dentro un pezzo di un'altra pellicola non vale come anche se cancelli "informazioni" (in camera oscura non lo si fa ma in quella chiara è possibile, basta pensare alla funzione timbro) oppure anche se introduci "informazioni" esterne di qualsiasi genere (per esempio coi pennarelli).
Dal mio punto di vista questi problemi di demarcazione sono tutti dettati da una definizione poco rigorosa, sarà  che sono abituato con definizioni matematiche in cui non si puà sgarrare neppure una virgola , ma per me è così (e non come dici tu fabio dal principio di complementarietà  di Bohr).

Inviato: 13/6/2006 13:07
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Re: Quando una foto e' una foto
Utente non più registrato
Citazione:

Gerry ha scritto:
Sono cqe daccordissimo che non è possibile traccaire una linea di separazione neta e che il compito in moltissimi casi di mettere una stampa tra la fotografia tradizionale e quella diciamo artistiche sarebbe parecchio arduo.
Alcune stampe in BN fatte in camera oscura, sono innegabilemente elaborate ma nessuno si sognerebbe di dire che non sono immegini fotografiche nel suo senso piu puro ma se le stesse elaborazioni sono fatte su un immagine a colore con PS la cosa da molti non è vista come fotografia dicamo pura e vorrebbero creare una distinzione.
Ma pensandoci bene di differenze non ce ne sono.



Questo fatto secondo me è dettato da una sorta di superficialità  di pensiero o poca conoscenza del mezzo perché magari non si considerà  quello che si puà fare in camera oscura ma lo si prende come un processo di riproduzione meccanico.
L'unica differenza, ovviamente per me, tra camera oscura e chiara è che con la prima ti devi dannare per ottenere quello che con la seconda fai solo per provare a vedere che succede cliccando lì; in un certo qual modo in camera oscura ti "guadagni" il titolo di fotografo e non di fototarocchista.
Inoltre i limiti di implementazione di una immagine sono imposti invece in fotonegozio lo sono molto meno.
Conclusione: che casino!

Inviato: 13/6/2006 13:17
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Re: Quando una foto e' una foto
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Per quanto mi riguarda, sono tutte "fotografie" fin quando non si introducono elementi sintetici (tratti con il pennello, grafica elettronica tipo segni colorati, pezzi di stoffa, ste cose qui).

Fer

Inviato: 13/6/2006 13:23
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Re: Quando una foto e' una foto
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Citazione:

Ostrega ha scritto:

L'unica differenza, ovviamente per me, tra camera oscura e chiara è che con la prima ti devi dannare per ottenere quello che con la seconda fai solo per provare a vedere che succede cliccando lì; in un certo qual modo in camera oscura ti "guadagni" il titolo di fotografo e non di fototarocchista.


Dissento nella maniera pi༠totale e completa da questa affermazione.

Marco(pamar5)

Inviato: 13/6/2006 13:39
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Quando una foto e' una foto
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pamar5 ha scritto:
Dissento nella maniera pi༠totale e completa da questa affermazione.

Marco(pamar5)


Ciao, potresti proporre in maniera più orgnica perché nella frase da te citata ci sono due punti esposti. Il primo è che con fotonegozio (se non fosse chiaro è un modo "italiano" per dire Photoshop ) è possibile ottenere cose che in camera oscura necessitano di ore materiali ed esperienza e poi il fatto, diverso, che dal momento che lavorare in camera oscura comporta le difficoltà  eccetera eccetera che ci sono non consentirebbe al primo che capita di giudicare negativamente il lavoro.
Se non dopo una certa riflessione, si intende.

La mia frase è un po' drastica ma in questo momento la vedo così, non escludo che pensandoci di più la possa arrivare a dire esattamente il contrario ma, per autocitarmi, in questo momento posso dirmi col pensiero un po' superficiale.


Inviato: 13/6/2006 15:12
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Re: Quando una foto e' una foto
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Citazione:

Mxa ha scritto:
[...]
Il tema non e' una paturnia intellettuale, visto che la fotografia ha sofferto fin dall'inizio del rischio di essere confinata in una dimensione "documentaristica" e non artistica. Alcuni grandi del mezzo sono riusciti a sdoganarla e darle una valenza artistica, ma c'e' sempre dietro l'angolo la tendenza magari strisciante a "rimetterla al suo posto". Quindi lo sbatterci sopra vernice e' per me un tradimento se viene da uno che e' stato ed e' considerato tutt'ora dalla critica come "un fotografo".

Che ne dite?


Sì, è un tradimento, una fuga verso altro.
Non ho nulla contro l'arte visuale o visiva che dir si voglia, nell'arte la massima libertà  di espressione è fondamentale.

Personalmente una delle cose che mi fanno più inc.....e è quando qualcuno fa commenti del tipo: -Bella questa fotografia, sembra un quadro! Del resto la fotografia è un'arte giovane, deve fare i conti con arti che sono considerate più nobili... Le commistioni fra arti, ad esempio una fotografia dipinta, oppure un testo inciso sopra una fotografia e via dicendo, sono altro dalla fotografia.

Per me, parere del tutto personale, la fotografia è fatta con l'intervento della luce al di sopra di un supporto, non importa se pellicola o sensore, la discriminante è l'azione della luce.
Una stampa inkjet non è una fotografia, mi va benissimo se la chiamiamo così per comodità , per convenzione, perché di fatto deriva da una fotografia, eccetera... ma in ogni caso per me è una stampa inkjet da fotografia. Del resto se vedo una fotografia stampata su un libro la chiamo fotografia, ma so benissimo che è una stampa tipografica...


Andrea

Inviato: 13/6/2006 19:19
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Re: Quando una foto e' una foto

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Andrea,

sono in totale sintonia: la luce e' la discriminante. Grazie per l'intervento, mi e' piaciuto molto.

Anch'io non ho nulla contro l'arte contemporanea, anzi, compro e mi appendo ai muri opere di (giovanissimi ed economicissimi!) autori contemporanei. Ma se un FOTOGRAFO comincia a spacciare per FOTOGRAFIE quello che per me non e' allora mi sento in dovere di difendere il territorio.

Inviato: 13/6/2006 19:34
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Re: Quando una foto e' una foto
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Citazione:

Mxa ha scritto:
Andrea,

sono in totale sintonia: la luce e' la discriminante. Grazie per l'intervento, mi e' piaciuto molto.

Anch'io non ho nulla contro l'arte contemporanea, anzi, compro e mi appendo ai muri opere di (giovanissimi ed economicissimi!) autori contemporanei. Ma se un FOTOGRAFO comincia a spacciare per FOTOGRAFIE quello che per me non e' allora mi sento in dovere di difendere il territorio.





Andrea

Inviato: 13/6/2006 20:20
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Re: Quando una foto e' una foto

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scusate, non ho tempo per approfondire, vado troppo di corsa. spiegatemi solo una cosa:
avete detto che la discriminante è la luce e allora giustamente le stampe inkjet non sono fotografie. spingiamo un attimo la cosa: in una stampa alle polveri un materiale colloso e dicromato di potassio vengono esposti sotto un negativo. gli uv rendono la pasta idrofoba. le parti non esposte restano quindi idrofile. a questo punto si inumidisce la superficie (in genere alitandoci sopra ) e si fa cadere del pigmento ridotto in polvere finissima. questa attacca solo sulle parti non esposte, creando le ombre dell'immagine, e viene via dalle parti esposte, creando le luci. siamo tutti daccordo che qui assomiglia più alla piuttura che alla fotografia, quindi se la discriminante è la luce questa non è fotografia.
adesso pensiamo alla baritata che mettete sotto l'ingranditore. esponete. bene, avete in mano una matrice del tutto simile a quella della stampa alle polveri, in cui le ombre sono reattive, ma ancora invisibili e le luci sono rimaste nello stato di prima. poi la infilate nel rivelatore, stando bene attenti a non accendere la luce prima di averla fissata. la strettissima analogia con le stampe alle polveri è evidente. e allora? quella non è una fotografia?
se la discriminante è la luce le uniche fotografie sono i vostri negativi esposti ma non sviluppati. che bello! e al massimo le carte ad annerimento diretto, quindi ricominciamo tutti a fare carta salata come fox talbot.
analogamente la tenda della vostra finestra che a fine estate è diventata più chiara che in primavera è una fotografia...
quest'ultima è una provocazione, ma quella della baritata me la dovete spiegare.
ciao
f

Inviato: 14/6/2006 10:51
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Re: Quando una foto e' una foto
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Ma difatti sinceramente, trovo queste definizioni accademiche al più... ai musei si organizzano tranquillamente mostre fotografiche con stampe di qualsiasi tipo (anche tipografiche in senso stretto, da pressa), la maggior parte dei concorsi internazionali neppure si prendono più la briga di specificare le tecniche di stampa ammesse o la tecnologia di cattura o l'entità  di interventi ammessi in postproduzione... d'accordo che il termine "fotografia" interpretato alla lettera rimanda la mente a tecniche tradizionali, ma fu anche coniato centocinquant'anni fa; non è che ad ogni nuovo sviluppo della tecnologia si debbano aggiornare anche le parole.
Poi per carità , uno è liberissimo personalmente di intendere come "fotografie" solo quelle impresse nell'albumina o nelle lastre al bitume...

Fer

Inviato: 14/6/2006 10:59
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Re: Quando una foto e' una foto

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Citazione:

fabusdr ha scritto:
scusate, non ho tempo per approfondire, vado troppo di corsa. spiegatemi solo una cosa:
avete detto che la discriminante è la luce e allora giustamente le stampe inkjet non sono fotografie. spingiamo un attimo la cosa: in una stampa alle polveri un materiale colloso e dicromato di potassio vengono esposti sotto un negativo. gli uv rendono la pasta idrofoba. le parti non esposte restano quindi idrofile. a questo punto si inumidisce la superficie (in genere alitandoci sopra ) e si fa cadere del pigmento ridotto in polvere finissima. questa attacca solo sulle parti non esposte, creando le ombre dell'immagine, e viene via dalle parti esposte, creando le luci. siamo tutti daccordo che qui assomiglia più alla piuttura che alla fotografia, quindi se la discriminante è la luce questa non è fotografia.
adesso pensiamo alla baritata che mettete sotto l'ingranditore. esponete. bene, avete in mano una matrice del tutto simile a quella della stampa alle polveri, in cui le ombre sono reattive, ma ancora invisibili e le luci sono rimaste nello stato di prima. poi la infilate nel rivelatore, stando bene attenti a non accendere la luce prima di averla fissata. la strettissima analogia con le stampe alle polveri è evidente. e allora? quella non è una fotografia?
se la discriminante è la luce le uniche fotografie sono i vostri negativi esposti ma non sviluppati. che bello! e al massimo le carte ad annerimento diretto, quindi ricominciamo tutti a fare carta salata come fox talbot.
analogamente la tenda della vostra finestra che a fine estate è diventata più chiara che in primavera è una fotografia...
quest'ultima è una provocazione, ma quella della baritata me la dovete spiegare.
ciao
f

Per me bisogna dare il giusto nome a tutto.
La stampa ink non è una stampa su baritata e il contrario
La stampa al sale non è una stampa al platino ecc ecc
e cmq stiamo parlando di stampa.
Poi non capisco la provocazione ............ boh, mi sembra che sia il tuo discorso che porta a pensare che una tenda al sole sia una foto
Ciao

Stefano

Inviato: 14/6/2006 11:11

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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Re: Quando una foto e' una foto
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Personalmente sono d'accordo con fabio, se la discriminante e` la luce anche una stampa laser e` una fotografia in quanto il supporto, in quelle bianco e nero, viene impressionato dalla luce e successivamente "sviluppato" con delle polveri coloranti.
Quello che io ho cercato di definire sono tutti gli oggetti che sono chiamati fotografia, indipendentemente da cosa deriva la parola fotografia. Il fatto che la gente, anche noi, chiamino fotografia anche le cose che appaiono sulle riviste "impone" la necessita` di dare una definizione a questo nuovo modo di intendere la parola fotografia.
Ho letto la definizione data sullo zanichelli e devo dire che e` interessante ma e` molto vasta, dalla definizione data anche una stampa inkjet sarebbe una fotografia (come lo e` anche per me del resto).
Inoltre e` interessante notare che il termine fotografia ha lo stesso significato di foto. Da direi che il reale senso della parola si discosta dalla definizione data dalla etimologia.
Per finire direi che una tenda al sole non e` una fotografia perche` manca l'impressione del supporto (almeno spero che intendesse anche questo nelle caratteristiche richieste da hologon).

Inviato: 14/6/2006 12:27
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Re: Quando una foto e' una foto
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Forse alla tenda da sole più che l'impressione manca il soggetto o, almeno, la minima intenzionalità  di riprendere un soggetto...
Interessanti precisazioni e riflessioni, dimostrano quanto sia difficile, se non del tutto impossibile, l'ato di definire qualcosa in modo totale, ineccepibile, indiscutibile.
Resto dell'idea che sia comunque la luce la discriminante: che si debba rivelarne la presenza con un chimico o attivare, con l'elettricità , un elemento sensibile poco m'importa.
L'ho già  detto e lo ripeto, anche perché un discorso integralista è quanto di più lontano ci sia dal mio modo di pensare e di vedere il mondo, non ho problemi a chiamare convenzionalmente fotografia una stampa inkjet, quando convenzionalmente viene chiamata fotografia la stampa tipografica.
Quello che, invece, non trovo logicamente e tecnicamente corretto è chiamare fotografia un'opera sulla quale sia stato sopra dipinto, scritto, inciso, etc., ma nemmeno qui per integralismo, ma per buonsenso, in quanto sarebbe riduttivo limitarso a parlare della parte fotografica dell'opera.


Andrea

Inviato: 14/6/2006 17:43
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Re: Quando una foto e' una foto
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Hologon ha scritto:
Forse alla tenda da sole più che l'impressione manca il soggetto o, almeno, la minima intenzionalità  di riprendere un soggetto...
Interessanti precisazioni e riflessioni, dimostrano quanto sia difficile, se non del tutto impossibile, l'ato di definire qualcosa in modo totale, ineccepibile, indiscutibile.

L'ho già  detto e lo ripeto, anche perché un discorso integralista è quanto di più lontano ci sia dal mio modo di pensare e di vedere il mondo, non ho problemi a chiamare convenzionalmente fotografia una stampa inkjet, quando convenzionalmente viene chiamata fotografia la stampa tipografica.
Quello che, invece, non trovo logicamente e tecnicamente corretto è chiamare fotografia un'opera sulla quale sia stato sopra dipinto, scritto, inciso, etc., ma nemmeno qui per integralismo, ma per buonsenso, in quanto sarebbe riduttivo limitarso a parlare della parte fotografica dell'opera.


Andrea


D'accordissimo su questi punti ed effettivamente tentare di dare una definizione il più possibile verosimile alla parola fotografia potrebbe essere una cosa un po' (un bel po') fine a sè stessa ma a me a volte piace pertire per la tangente con quella che potrebbe essere detta "sega mentale" o in maniera più educata "sofisma".
A volte queste cose possono essere interessanti anche per capire il proprio pensiero infatti mi sono sorpreso più di una volta in controsenso con me stesso proprio perché non avevo chiarito bene il filo logico che sottendeva la mia idea.

Inviato: 14/6/2006 18:36
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Re: Quando una foto e' una foto
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Capisco le perplessità  manifestate nei confronti di un fotografo che dipinge sopra le proprie immagini, perplessità  che a mia volta condivido, però in realtà  questi "sconfinamenti" della fotografia e dei fotografi nelle arte visive sono sempre più frequenti, così come queste "commistioni" di fotografia e pittura e arti digitali sono la prassi oramai nell'arte contemporanea (pensate sono al lavoro di uno degli artisti più interessanti e quotati del momento, Matteo Basilè), ed è indubbio che, come diceva giustamente Fabiano, questo testimonia che la questione è molto complessa e pone inevitabilmente parecchie domande sulla fotografia e la sua natura, la prima è proprio quella di Marco, ma è ancora fotografia?...e poi, oppure dovremmo ridefinire il concetto di fotografia dal momento che da sempre in ambito artistico con le immagini fotografiche si è fatto di tutto e di più e quindi la definizione tutto sommata è sempre stata inadeguata?...a volte si ha l'impressione che il fatto che tanti artisti che usano la fotografia come mezzo espressivo la "mescolino" con altre arti figurative sia un pò per comlmare un vuoto di "ispirazione", di trovare qualcosa di nuyovo, come se la fotografia "classica" avesse detto tutto quello che c'era da dire, ed allora non dovrebbe essere forse la sfida dei fotografi che non amano le contaminazioni quella di dimostrare il contrario? Ma d'altronde è anche verà che l'arte contemporanea è figlia delle contaminazioni, e quindi perchè stupirsi, non dovrebbe invece essere una evoluzione naturale del mezzo fotografico "contaminarsi" con altre arti visive?...domande, domande, domande, a cui non è facile rispondere ed infatti Fabiano ci sta ragionando da tempo e sospende il giudizio...io però vorrei porre un'altra domanda un pò "provocatoria": Araki dipinge sopra le proprie stampe fotografiche, qualcosa del genere l'aveva fatto anche Schifano, e noi ci chiediamo se questa è ancora fotografia, ma se io tirassi quattro pennellate ad olio sopra una diapositiva o una mia stampa fotografica, e poi facessi una scansione o lo fotografassi di nuovo per poi stamparlo, come la chiameremmo? Avremmo ancora dubbi che sia o no fotografia? Eppure le pennellate ci sono sempre...



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Re: Quando una foto e' una foto

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il punto è che nonostante gli sforzi è impossibile dare una definizione logica di cio' che è fotografia, perche' il mezzo storicamente e attualmente è sempre stato troppo ibrido. tentando di dare uan definizione univoca si trova sempre unc ontroesempio che la sfata. certo si puo' continuare a dire che qualcosa che non si riesce a definire è fotografia e qualcosa d'altro non lo è, ma una scelta puramente arbitraria che non ha nessun fondamento razionale. siamo liberi di seguire questa strada, ma è un atteggiamento un po' medieovale.
secondo me è molto più coerente accettare che di fatto uello che si intende per fotografia non è raggruppabile in una definizione netta (e allora l'analogia con la domanda della posizione della particella nella meccanica quantistica è chiaro). piuttosto che passare la vita a discriminare fra un presunto "è" o "non è" senza fondamenta solide, tanto vale dedicarsi alla produzione delle immagini, accettando che ogni ibrido è possibile.
ciao
f

Inviato: 15/6/2006 15:00
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Re: Quando una foto e' una foto
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Sono d'accordo con Fabusr... e naturalmente con Marco.

Per inciso, ho avuto il piacere di lavorare (per brevissimo tempo) con Matteo Basilè (già  Cascella) una decina d'anni fa, su alcuni filmati multimediali sincronizzati audio-video... secondo me, oggi, quando c'è il manico non esistono barriere legate ai mezzi usati,l'artista semplicemente non le accetta e neanche le considera.

Fer

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