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Per farsi vedere....e poi ?
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Il mondo (forse meglio dire mercato) artistico odierno è un ambiente difficile. Difficile sia per entrarci che per “evitare” fregature. Un autore che vuole proporre i suoi lavori deve districarsi fra mille presunte strade.
Non parlo di autori che hanno un nome, ma di quanti si dedicano alla fotografia come passione e che hanno un altro lavoro che magari non c’entra nulla. Certo la rete offre possibilità che per numero non hanno paragoni con quanto accadeva 20 anni fa, ma districarsi fra le varie presunte opportunità non è semplice. parlando di fotografi non professionisti non mi riferisco a manifestazioni di grido e famose ma a quella miriade di pubblicazioni on line, blog, awards, call for entry ecc. che spopolano in rete. Ce ne sono di tutti i tipi e scartabellarle richiede tempo e fiuto. a naso se uno nel tempo libero dedica qualche ora a scattare e pianificare ne serve il triplo per tenere le fila ed orientarsi nel “resto”. questo sito è OK? Come lo capisco? E’ solo una perdita di tempo? La tipologia di quanto pubblicano o considero ricade nella mia tipologia di proposte? Capire se si punta ad un obbiettivo sbagliato richiede tempo; tempo che spesso non si ha.
E poi c’è anche chi se ne approfitta. La chiamano approfittarsi del desiderio di apparire e fare vedere il proprio lavoro. Riviste che pretendono un contributo per avere l’onore di pubblicare da loro delle fotografie o addirittura gallerie che millantano pubblicità e vendite ed esposizione nell’ambiente offrendo un angolino da loro in cambio di soldi.
Qualche anno fa è capitata anche a me una cosa del genere. Guardo la casella di posta del mio sito e ci trovo una mail di una galleria di New York dove una tizia dice che ha visto i miei lavori ed è rimasta colpita. Mi invita a contattarla per ulteriori informazioni. Ora, va bene tutto, ma io sono un perfetto sconosciuto. Avere la possibilità di venire rappresentati da una galleria proponendo i tuoi lavori penso sia moooooolto diffiiiiiiiiiiicilissimo. Che una galleria di NY venga a bussare a una nullità per proporgli di esporre…..
Invece di rispondere ho cercato in rete. Tale galleria (e molte altre) riesce a fare un bel lavoro e ed esporre le opere. Ma non si comporta da “vera” galleria che guadagna sulle vendite di opere e puntando sugli artisti che rappresenta. Vive sui soldi richiesti alle persone per esporre da loro. Parlano di 1500 – 2000 Dollari/Euro richiesti. Poi se vendono (se vendono si tengono il 50% del prezzo) o non vendono chi se ne importa. Sfrutterebbero il prestigio di essere una galleria di NY e la voglia dell’autore di mettere nel curriculum di avere esposto a NY per tentare ed invogliare le persone ad affidarsi a loro. Guardando il loro sito non vi sono nomi noti e sembra che un autore venga ospitato per massimo un annetto. Guardando in rete molte recensioni riportano queste notizie. decine e decine di persone che descrivono questo andazzo. Persone che hanno ricevuto mail identiche e persone che addirittura non avevano un proprio sito ma foto postate sui social fotografici…..

Marco

Inviato: 3/10/2018 13:05
Il mio sito

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When I pick one up, the hard work's already been done"

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Re: Per farsi vedere....e poi ?
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11/10/2005 16:37
Da Roma e Abruzzo
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Ciao Marco,
è proprio come dici; conosco alcune persone che hanno esposto in diversi luoghi nel mondo ed incassato attestati di riconoscimento dalle più sconosciute “Prestigiosa Accademia di ...”, peccato che ogni volta hanno dovuto, a vario titolo, sborzare cifre che vanno da un minimo di qualche centinaio di euro fino, addirittura, a qualche migliaio, senza poi vendere nulla.

Sembra che anche una buona fetta dell’editoria si stia orientando a questo modello: “bel lavoro, siamo onorati di pubblicarlo; ovviamente lei dovrà contribuire con l’acquisto delle prime n-mila copie”.

E’ il sogno della celebrità a portata di mano, sullo scaffale del supermarket ...

A presto.

Fabio

Inviato: 3/10/2018 14:25
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Re: Per farsi vedere....e poi ?

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29/5/2009 11:05
Da Bologna
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Marco conosco marginalmente la questione ma so che è così ed è davvero triste. In tutto questo ci guadagnano solo i presunti galleristi o le presunte riviste che ti chiedono soldi per farti vedere. Vedere poi da chi? Se non hai un curriculum ed esponi a pagamento nessuno ti considera anzi vieni facilmente considerato un pirla e rimani a visibilità nulla. Personalmente non vivo in prima persona il problema perchè ci ho rinunciato ma credo che si debbano contattare "fisicamente" le persone giuste,proponendo loro cose pertinenti. (Tempo fa provai -senza successo- col direttore di Mast Urs Stahel a mostrare un mio progetto). Credo che nel caos infinito di fotografi-artisti che nascono e muoiono ogni giorno senza lasciare traccia, bisogna avere un progetto per "quella persona" per "quella situazione", farsi conoscere per quel tipo di lavoro. Lavorare ad un progetto che ti porta in una direzione precisa, comunicare il più possibile quel progetto perchè oggi la foto in se non vale nulla, se rimane un barlume di valore, qualcosa che ti può fare riconoscere tra gli altri è per il progetto. Esporre foto a caso in gallerie o riviste a caso in cerca di chissà quale visibilità è la strada migliore per assicurarsi invisibilità e frustrazione. Chi ha la fortuna di fare un lavoro altro dalla fotografia può permettersi di lavorare senza ansie -dovute al fatto di guadagnare- a progetti precisi, magari investendo due soldi, ma senza rincorrere specchi per allodole. Inboccalupo oscar

Inviato: 3/10/2018 14:45
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Re: Per farsi vedere....e poi ?
Moderatore
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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E' così. E tutto sembra sommamente ridicolo, ma alcuni evidentemente la pensano diversamente.

Inviato: 3/10/2018 15:00
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Per farsi vedere....e poi ?

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25/8/2005 8:38
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La mia esperienza di un sei-sette anni mi ha portato a queste sintetiche conclusioni:

1. Il 95% del tempo va speso in autopromozione e costruzione di relazioni, il 5% a far fotografia.
2. Chi compra compra l'artista. Quindi chi vende (gallerista, mercante, etc) vende l'artista. Quindi l'artista deve essere innanzi tutto personaggio. Ovviamente le foto devono avere un minimo di contenuto, ma sopratutto devono permettere di raccontarci sopra una storia sull'artista. Da qui il punto 1. sopra.
3. Dare i soldi a qualcuno perche' ti esponga serva solo a chi ti espone.
4. Il 95% dei concorsi sono utili a chi li organizza. E basta.
5. I "critici" in questi concorsi sono al 40% persone colte, motivate, esperte, e seriamente intenzionate a fare della critica un momento di crescita per l'artista. Il 60% sono delle mediocrita' che vivacchiano con i quattro soldi che prendono dando il loro tempo in questi concorsi e dandosi delle arie che, non potendo ridere loro in faccia, ti costringono ad uscire dalla stanza prima di rotolarti per terra dal ridere.

1. e 2. non sono una novita', dato che ritengo che - in fotografia - la prima a capitalizzare su questo sia stata Nan Goldin, quindi 40 anni fa almeno. Celebratissima, pessima fotografa (lo dice lei, ma io confermo con grande convinzione), antipatica, che racconta le storie dei suoi amici sfigati, ma con dietro il posto (NYC, se fosse rimasta a Boston ora non sarebbe nessuno), e sopratutto un *perfetto* ecosistema temporal-cultural-politico che l'ha lanciata, e qualcuno che ha deciso di farne una "cause célèbre".

Quello che mi chiedo e' cosa succedera' a questi artisti fra 200 anni: mi piacerebbe pensare che finiscano in una nota a pie' di pagina, ma temo di sbagliarmi.

Inviato: 3/10/2018 15:14
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Re: Per farsi vedere....e poi ?

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3/4/2009 12:52
Da Eboli
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Nulla di diverso da altri ambienti artistici come pittura, scultura, letteratura o poesia.

Gianluigi

Inviato: 3/10/2018 16:46
Gianluigi
https://www.photo.net/profile/190407-g ... ry_image&change_section=1
https://www.juzaphoto.com/me.php?l=it&p=105763
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Re: Per farsi vedere....e poi ?
Moderatore
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8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4734
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grazie per gli interventi e le testimonianze/considerazioni.
Io sono fondamentalmente un hobbista della fotografia. Fotografo perché mi piace. Faccio altro per vivere, tutt’altro (sono un biologo che lavora nel farmaceutico) e dedico a questo “passatempo” il mio tempo libero che, fra lavoro, famiglia, figlie piccole è poco…anzi pochissimo. Non provo a tutti i costi a farmi conoscere. Fotografo perché mi piace. Punto. Certo ho provato e proverò a partecipare a concorsi, a pubblicare ecc. ma se funziona bene, altrimenti non divento matto. Ha ragine Mxa quando dice che il 95% del tempo serve per auto-costruirsi-promuoversi. Io (come quasi tutti gli hobbisti) questo tempo non lo possiedo. Io non ho un’esperienza sufficiente in queste cose per poter parlare con cognizione di causa. Quanto ho visto è che si tratta di un mondo con sue regole e prassi abbastanza ferree. O ti adegui e trovi il tempo per soddisfarle oppure niente. Pagare e pagare salato per esporre? Nisba. Una galleria guadagna dalle vendite di opere del fotografo (quindi lo deve promuovere), non sul fotografo e sulla sua pelle indipendentemente dal fatto che venda o meno. Ho letto per la rete interventi di persone che hanno pagato per esporre in tale galleria. Tutti sostenevano che i soldi spesi non sono buttati ma hanno come fine il farsi vedere ed arricchire il curriculum. Peccato che essi si sono ritrovati senza lo sperato guadagno in termini di visibilità perché tali gallerie sono evitate come la peste da chi conta e in più mettere nel curriculum l’esposizione in esse rappresenta un contro e non un vantaggio, perché tali partecipazioni sono giudicate in modo altamente negativo dall’ambiente di giudici e critici. E le pubblicazioni ? Ultimamente trovo sia assurdo dover pagare per essere pubblicati. Non dovrebbe essere la pubblicazione che paga per avere materiale da pubblicare? Così si ritrova la rivista rifornita, dei soldi non legati alla tiratura e frega anche chi vive e lavora come fotografo professionista non dovendo ricorrere a lui. Insomma, pare proprio (non per tutti ma per molti ambiti) un ambientaccio.

Marco

Inviato: 3/10/2018 17:03
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Re: Per farsi vedere....e poi ?

Iscritto il:
25/8/2005 8:38
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Si, e' un ambientaccio (in comune, Gianluigi ha ragione, con tutte le altri arti). E non e' vero che tutti gli ambienti professionali sono uguali. Quello della ricerca scientifica - l'altro che conosco bene - ha la sua componente di tagliagole, con dispetti e dispettucci, rivalita' e carognate varie, ma alla fine della giornata ci sono dei parametri oggettivi che, se non ristabiliscono in pieno e sempre la giustizia (che non e' di questo mondo) almeno funzionano almeno da limitatori dei comportamenti piu' biechi.

Nel caso di ambienti artistici, oltre ad essere intrinsecamente molto piu' relazionali di altri, questi limitatori vengono a mancare, ed e' veramente il Far-West. Qualche piccolissimo punto fermo c'e', per carita'. Fino a una decina di anni fa almeno qui in Germania lo studente di fotografia che veniva fuori dalla Scuola di Düsseldorf (Becher & Co) era piu' credibile di tanti altri e aveva gli agganci giusti tramite i professori per partecipare ad eventi importanti, anche se le sue foto avevano una qualita' paragonabile alla Corazzata Potiemkin di Fantozziana memoria. Adesso la Scuola di Düsseldorf e' in ribasso e tira molto Lipsia, invece.

Pero' e' piu' rumore periferico, nulla di paragonabile ai grandi centri di eccellenza della ricerca mondiale che danno un potentissimo imprimatur a chi ci lavora. Il che non impedisce talvolta di prendere cantonate micidiali e imbarazzanti come nel caso di Reinhart e Rogoff (Harvard) che hanno convinto un certo numero di governi europei ad intraprendere particolari politiche economiche all'indomani della Grande Recessione del 2008-2010 sulla base di un loro lavoro che e' poi risultato essere incorretto perche' avevano sbagliato a battere una funzione in un foglio di Excel (e non se ne erano accorti).

Inviato: 3/10/2018 19:38
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Re: Per farsi vedere....e poi ?

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27/4/2006 13:48
Da Roma
Messaggi: 2754
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Non ho mai avuto la velleità di considerare le mie fotografie "da esposizione" e la mia (eventuale) "arte" fotografica, una carriera a se stante ed autosufficiente.

Ho venducchiato, quando ci stavo un po' più dietro, soprattutto online, ma non ho mai fatturato più di duemila euro in un anno, il più felice, e il guadagno al netto dei materiali e del tempo impiegato mi pongono al di sotto di qualsiasi minimo sindacale.

Da quando mi sono dato alla food photography, la mia prima esperienza 100% commerciale (nel senso non editoriale, o dove l'editoriale è marginale e serve per promozione), ho invece rivalutato il modo di intendere l'arte fotografica.

Fino a quel momento avevo considerato i fotografi artisti, per l'appunto, fotografi più che artisti, nel senso che l'artista, nella mia personale percezione, è un animale poliedrico che può usare varie tecniche per realizzare la suo opera, quindi anche la fotografia.

Al contrario, il fotografo lavora con una sola tecnica e talvolta vuole spacciarla per arte (che lo sia o meno).

In campo commerciale, invece, ho scoperto che l'arte dà una direzione e stabilisce alcuni importanti orizzonti: riuscire a coglierli migliora il mio lavoro e mi pone su un piano più alto. In sintesi, imitando l'arte e le tendenze contemporanee riesco a farmi pagare di più o, in alternativa, a prendere tre commissioni consecutive da una rivista che paga a prezzo fisso, come adesso.

Adesso, terminata ogni velleità artistica, spero di essere considerato un artista, sempre nel senso commerciale del termine. Perché arriva un momento, nella vita, in cui ci si rende conto di essere stati presi per il sedere da tutte queste pressioni da e verso il mondo dell'arte, ed ora bisogna trarne vantaggio.

Gli americani, non è un caso, definiscono artista sia chi espone che chi fa pubblicità. Noi stiamo ancora discutendo tra Arte e arte, loro ci fanno i soldi. Tutto qui.

Inviato: 4/10/2018 0:08
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