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Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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14/9/2004 23:43
Da acqua aria terra
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Mi piacerebbe conoscere, da parte di vari utilizzatori, le loro impressioni/preferenze/motivazioni sull'uso della luce flash o continua nelle foto di studio/interni.

ric

Inviato: 27/3/2010 14:13
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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29/5/2009 11:05
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Luce flash certamente, dopo essere impazzito per qualche anno con filtrature varie per le lampade a luce continua scoprii la facilità  e la potenza dei flash. Ora li uso meno ma non penso più ad utilizzare luci continue. Il tutto riferito ad interni non troppo ampi tipo appartamenti, mentre per altro tipo di spazi (ospedale palestra biblioteca etc.) uso la luce che c'è.
ciao
oscar

Inviato: 27/3/2010 18:39
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Quando - ormai diversi anni fa - mi trovai nella condizione di dovermi attrezzare per le foto di interno, in studio o locations (foto di persone, anzi più precisamente, di modelle), le alternative possibili erano fondamentalmente solo tre: luce flash, luci alogene oppure luci HMI Daylight.

Scartando le HMI per i costi micidiali e le alogene per la grande produzione di raggi UV e di calore, a fronte di emissioni luminose spesso insufficienti (o di insufficiente tenuta degli impianti elettrici "casalinghi"), era logico e direi quasi obbligatorio rivolgersi alla luce flash.

Poi è venuto il digitale, la possibilità  di correggere le temperature colore, quella di lavorare ad alti ISO con una qualità  più che accettabile, le luci fluorescenti normalizzate.
Forse oggi ci si potrebbe anche orientare verso queste ultime. Ma tutto sommato, anche per varie opinioni raccolte in giro, mi pare che la soluzione flash resti sempre la migliore e la più affidabile, anche se a costi mediamente più elevati rispetto alle fluorescenti.

Specialmente se si considera che anche i flash hanno subito delle evoluzioni per renderli ancora più adatti ad interfacciarsi con gli apparecchi digitali: circuiti ultrastabilizzati, temperature di colore più controllate e con minori variazioni al variare della potenza flash, ecc..

Quindi, sì: direi flash, senza alcun dubbio (purchè dotati di lampade pilota ben realizzate).


Inviato: 27/3/2010 19:59

Modificato da luciano su 27/3/2010 22:43:39
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Uso, ben sapendo di essere controcorrente, la luce continua, il cui utilizzo ho ottimizzato realizzandomi una centralina portatile di controllo della temperatura di colore.

La sua realizzazione - e la maggior parte delle lamentele degli utilizzatori di alogene e survoltate - mi è derivata dalla constatazione che quasi nessun fotografo si perita di misurare la tensione effettivamente disponibile all'istante dello scatto nella presa di corrente a sua disposizione: e mentre i 50 Hz "di targa" sono reali con una precisione assolutamente impressionante (tant'è che si possono utilizzare motori sincroni demoltiplicati facendo affidamento sulla stabilità  della frequenza nominale di rete per la compensazione della rotazione terrestre nei telescopi astronomici sino a pose di vari minuti) la tensione alla presa puà fluttuare da 170 V, nei casi veramente più sfigati, ai 232-235 V. La veridicità  del suo valore è paragonabile alla sincerità  ed attendibilità  delle promesse elettorali di un tipo che non cito per evitare imbarazzi ai moderatori.

Io taro il sistema macchina/obiettivo/pellicola (o il bilanciamento del bianco in manuale della reflex digitale quando il lavoro non è di gran pregio) per una resa cromaticamente neutra sui 185-190V, tipicamente, e sia la lettura dell'esposizione che lo scatto li effettuo applicando 185-190 V ai piedini delle lampade di ombrelli, spot e softbox. Composizione, inquadratura, bilanciamento di ombre e luci, contrasto di illuminazione invece sui 100 V sottovoltando assai le lampade (che raggiungono ugualmente la temperatura necessaria per innescare il ciclo dell'alogeno) e facendole vivere moooooolto di più.

Risultato: nessuno slittamento cromatico imprevisto, un test solo per pacco di lastre o pacco di pellicole 120. Diapositive neutre "buona la prima" e mente occupata a bilanciare bene luci, ombre, esposizione ma non il colore: il problema del colore lo risolvo all'atto della scelta dell'emulsione, Fuji o Kodak. Adesso, ahimé, solo Fuji: l'eccellente EPY è stata pensionata causa vendite insufficienti.

Inviato: 27/3/2010 21:37
...io non vorrei mai far parte di un club che accettasse uno come me come socio... (Groucho Marx)
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Dimenticavo: e perché non flash da studio? Per la mia esperienza personale, SOLO perché la proporzione fra potenza selezionata sul flash e intensità  corrispondente delle lampade pilota, ad ogni prova che ho fatto, è risultata mooooolto approssimativa.

Altrimenti, sul piano teorico, li preferirei per una lunga serie di ragioni (calore pressoché nullo, aiuto indiretto nell'evitare micromossi grazie alla comunque breve durata del lampo, basso assorbimento di corrente, nessun abbagliamento del povero fotografo mentre sta per scattare e ricontrolla tutto).

Se si tratta poi di fotografare oggetti "viventi" (es. moda/pubblicità  con modelle/bambini/ecc, cosa che io NON faccio, io fotografo di norma "cose") le lampade alogene in tutte le salse non andrebbero prese se possibile nemmeno in considerazione: l'elevata intensità  luminosa fa serrare spasmodicamente le pupille, dando un'aria "fredda, senza scrupoli, determinata e algida" come lo sguardo di un Husky o di un Malamut, e malgrado ogni sforzo ne risente anche l'espressione, immancabilmente più contratta.

Anche le fluorescenti risentono del problema, ma non così tanto: se anche la luce è fortina, è in compenso distribuita in modo meno concentrato perciò da' complessivamente meno fastidio.

Per me, il futuro della luce continua sono i LED, ancora ai primi vagiti eppure già  interessantissimi. La possibilità  (come le fluorescenti Lupo) di dimmerarli senza slittamenti di temperatura di colore costituisce la nuova frontiera dell'illuminazione. Dobbiamo solo aspettare che scendano i costi, per ora davvero troppo impegnativi per un uso "serio". Ma negli USA girano già  pannelli di LED da 1x1 m del costo di qualche migliaio di dollari, che costituiscono una window-light di rara efficacia.

Poi arriveranno quelli cinesi probabilmente al confronto di qualità  cromatica peggiore ed affidabilità  discutibile... ma a prezzo stracciato... ed ecco che quelli "buoni" dimezzeranno come minimo il prezzo...

Inviato: 28/3/2010 12:48
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Da Toscana
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ciao,
io ho sia i monotorcia che la luce al quarzo che quella fluorescente con piccoli pannelli a led.
La luce flash mi e' sempre risultata quella che tira fuori i colori migliori, piu' saturi e brillanti. Pero' necessita di molta esperienza, di meticolose misurazioni esposimetriche per ogni fonte di luce e nonostante tutto le sorprese sono frequenti nonostante le luci pilota. Riflessi inattesi, ombre non previste, dominanti non previste di ritorno dagli oggetti.
La luce e' tanta, a volte fin troppa, a volte indispensabile in luce diffusa e bassi ISO e ottiche diaframmate parecchio.
Oggi con il digitale che consente di scattare e verificare e' diverso e diventa una scelta molto valida.
Tutto quanto dice Valerio per quanto riguarda il ritratto e' verissimo e i quarzi sono mal sopportati dai modelli ( specie d'estate ).
Ho da pochissimo acquistato un Window-ligth a 4 tubi della Linkstar per vedere se merita sostituire con questo tipo di illuminazione tutto il parco lampade. Non sono dimmabili ma si possono spengere dei tubi ed eventualmente allontanare la fonte luminosa . Ho fatto soltanto un esame visivo e non posso ancora pronunciarmi, ho notato che la luce e' molto diffusa, per certi lavori penso anche troppo e si sente la necessita' di uno spot che a questo punto sara' un flash oppure una lampada a scarica.
In questo momento non faccio ritratto ma solo still life e la luce fluoresceente mi risulta molto piu' facile da gestire. Ad esempio, una bottiglia che porti delle scritte dorate e che occorre avere totalmente riflettenti, in luce continua si possono posizionare e orientare pannelli chiari tutto intorno e poter verificare immediatamente gli effetti, con i flash ci si puo' basare sulle luci pilota, ma il risultato dipende dall'esperienza .
Cio' nonostante vorrei avere la capacita' di poter usare solo flash. Mi solletica l'idea di poter usare il sistema wireless della Nikon con un SB900 ( che ho ) e altri flash piu' piccoli comandati completamente da quello principale ( sistema CLS ).
Trasportabilissimi ( mi sono reso conto della fragilita' dei tubi neon che mal sopportano urti e scossoni anche di intensita' limitata ) si possono usare in luce riflessa e simulare all'occorrenza i bank.
Ciao,
Renzo

Inviato: 28/3/2010 15:39
.........

......
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Da acqua aria terra
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Grazie delle risposte.

devo dire che dai vostri commenti, da quelli che mi sono arrivati in forma privata, e da un altro forum non c'è storia,l'uso dei flash vince a mani basse e con motivazioni tecniche ineccepibili.

In effetti ormai anche noi da un pò di tempo usiamo flash da studio e ne siamo molto soddisfatti. Costringere modelli ad una luce continua credo che sarebbe impossibile, tanto vale pagargli una bella seduta di abbronzatura artificiale, ed anche fotografare oggetti d'arte con luce continua non credo sia proprio un godimento per questi.

Forse per lavori/oggetti di non grande pregio la luce continua puà anche andare bene.

bye bye ric

Inviato: 29/3/2010 11:08
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Non ho studiato molto i flash, devo ammetterlo, ma ancora non capisco come si possano equiparare le potenze tra flash e luci alogene.
Oscar, se posso chiedertelo, tu che potenze usi normalmente?

Inviato: 29/3/2010 12:25
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Mi permetto di dissentire sommessamente.

Per quel che concerne soggetti animati il mio parere è netto e l'ho già  dato a favore del flash; per quanto attiene oggetti d'arte di grande pregio, al contrario, è proprio la luce continua debitamente filtrata dagli UV e schermata con appositi diffusori la soluzione più rassicurante e conservativa, e per questo accettata e gradita dall'ICR, ad esempio; io ho fotografato pezzo a pezzo e poi in veduta di insieme il mese scorso all'IsIAO di Roma, per conto dell'Università  di Barcellona, uno dei tre (3 di numero) mappamondi/carte nautiche lasciateci da Al-Sharafi, dunque in buona sostanza un disegno a colori su carta di eccezionale delicatezza e rarità , ed ho utilizzato due illuminatori ventilati e dimmerati Kaiser Studiolight H da 1000 W cadauno, disposti a 45° dalla normale al piano della mappa e regolati per una temperatura di colore di circa 2800°K, con davanti ciascuno oltre alla calotta di protezione opalina anti-UV e anti-proiezione di schegge nel caso malaugurato avesse ceduto la lampadina, un softbox 60x60 che all'interno contiene un livello supplementare di diffusore in tela bianca leggera ignifuga.

Scelsi 2900° K perché lavorando in digitale potevo manualmente settare la fotocamera per quella temperatura/base, riservando minimi aggiustamenti - ma proprio minimi - alla postproduzione. E perché sottovoltando un poco avevo a disposizione una luce ancora adatta a garantirmi un indice di resa cromatica adeguato, ma mooooolti meno UV e calore spuri. Dal lato anteriore del softbox, di calore percepibile praticamente nulla.

Un flash, per fornire in una quantità  di tempo incomparabilmente inferiore la stessa quantità  di luce che mi permette una posa di 1/3"-1/4"-1/5" in luce continua a parità  di diaframma, deve necessariamente produrre un picco di intensità  massima di illuminazione assai maggiore di una lampada (alogena o fluorescente che sia).

E' proprio sugli oggetti dalla conservazione più critica che il flash richiede particolari attenzioni supplementari, più facili da gestire con le lampade correttamente usate.

Su set in cui devi fotografare per dire la bomboletta di deodorante imperlata di goccioline, invece, ad esempio la luce continua col maggior calore prodotto complessivamente mentre finisci di preparare tutto crea maggiori grane, ed infatti il food e la pubblicità  in genere son regno incontrastato dei flash da studio.
Per inciso, le goccioline d'acqua di sorgente che vedi sulla bomboletta di deodorante ambientata sul bordo del fresco ruscello sono messe ad una ad una con la siringa, e sono di paraffina liquida...

Inviato: 29/3/2010 14:16
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Ma Ric non ha di questi problemi...
deve fotografare magari un suo amico scaricatore di porto che sta sotto il sole tutto l'anno e ha la pelle raggrinzita come quella di una tartaruga....
Renzo

Inviato: 29/3/2010 14:23
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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per VRicciardi

a parte altre considerazioni, circa la convenienza delle luci continue o flash, mi viene un dubbio e forse tu puoi rispondermi:
il tempo complessivo di esposizione.
con le luci continue il soggetto ( poniamo una tela) non è sottoposto ad un tempo di esposizione maggiore da parte delle lunghezze d'onda interessate?
quando lavori accendi e spegni continuamente oppure le luci sono accese di continuo ( magari dimmerate un poco quando non scatti) ed illuminano, per esempio, per due ore il soggetto?
con i flash, comunque schermabili per gli UV, esponi le tele per tempi brevissimi. o no?

Inviato: 29/3/2010 16:51
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Ti rispondo nei limiti della mia competenza ed esperienza, quindi prendi ciò che scrivo a beneficio di inventario.
Certo che è esposto di più, ma l'intensità  è assai minore, dal momento che una brevissima posa flash deve valere come una assai più lunga di lampada per impressionare il sensore o la pellicola in modo equivalente.

Io fra uno scatto e l'altro abbasso moltissimo le lampade, scendendo sino a 50-60 V di tensione applicata che vuol dire UV ridotti, attraverso i softbox o riflessi dagli ombrelli, a praticamente zero (ammesso che riuscissero a passarne prima).

Nel caso delle tele, dal momento che richiedono una luce estremamente simmetrica come distribuzione, i flash potrebbero dare a mio avviso il meglio di sé dal momento che non ci sino ombre secondarie da controllare e prevedere.

Inoltre una tela (che non mi capita poi spesso rispetto ad altre tipologie di oggetti) ha il grande vantaggio di non richiedere mai, di norma, molto tempo per essere fotografata.
Se ne devi fare un certo numero, le ordino in senso di misure decrescenti - in modo da cominciare dalla più grande, che richiede maggiore spazio per disporre gli stativi - e poi via via a calare, avvvicinando sempre un pochino.
Luce "piena" solo per le misure per diciamo un minuto o due, e poi qualche secondo al momento dello scatto. Quattro letture in luce incidente in rapida successione da vicino i quattro angoli, una al centro, un paio di controlli in luce riflessa per punti. I quadri, a parte il problema dell'indice di resa cromatica, sono dei soggetti alla fin fine piuttosto facili, si tratta di imparare solo dei criteri per lasciar visibile un poco della tessitura superficiale (pennellate, segni di spatola, matericità  della tela stessa di supporto).

Con oggetti di altra natura (es. argenti o ottoni intarsiati con agemina in argento e rame, e cose simili) invece il problema della distribuzione della luce esiste, ed io mi trovo meglio con lampade, ombrelli, softbox e uno o due riflettori semi-spot.

L'idea di lasciare per due ore alti livelli di illuminazione non mi sfiora in generale, non fosse che per ragioni di confort del sottoscritto che in sala di posa non è che puà fotografare in boxer e canotta come Bossi al mare.

Se conosci bene i tuoi flash da studio (e se non ti illudi di poter fare foto con due soli punti luce), comunque coi flash (riflessi e diffusi) puoi fare praticamente tutto. Solo il controllo fine del risultato finale quanto a densità  di ombre e controllo delle alte luci è più complesso e meno istintivo, ma certo non impossibile.

Poi, entrano in ballo anche fattori di esperienza specifica ed abitudine. Quando ho cominciato a fare still-life su commissione, avevo diciotto anni e mezzo, i flash "che dicevo io" erano del tutto fuori portata economicamente, quelli che potevo permettermi erano troppo poco potenti e soprattutto mal dotati di accessori di illuminazione, e iniziai con le lampade. Poi, mi sono un pochino perfezionato con quelle, normale che mi ci trovi bene.

Oggi potrei, volendo, comprare i flash "che dico io", ma non son questi i tempi per fare investimenti di incerto ammortamento: l'arrivo del digitale ha provocato un dumping forsennato dei prezzi, a causa della concorrenza di una pletora di fotografi improvvisati non dico con la reflex digitale, ma in qualche caso addirittura con la bridge dotata di zoometto equivalente 28-oltre 180.

Perciò, limitatamente a me, non ha molto senso in questa fase ricominciare da zero con qualcosa che per un certo periodo non dominerei come entro certi limiti so controllare le lampade: sono le attrezzature che debbono lavorare per me e produrmi un reddito il cui fulcro siano le mie pur assai modeste capacità , non io che debbo lavorare per ammortizzare le attrezzature.

Poi la luce continua mi permette di fare cose che col flash son assia più complicate. Se debbo fotografare l'interno della sala delle feste di un castello, accendo tutte le luci e aggiungo le mie alogene, dopo aver avvitato al posto delle lampadine esistenti delle Photolita da 250W in ogni applique con paralume o lampada da terra schermata. Illumino quanto uniformemente posso il soffitto con i softbox, in modo da avere una luce diffusa, e poi lascio ad applique e piantane "truccate con le Photolita" il compito di sorgenti apparenti della luce ambiente = sembra una foto "rubata" appoggiandomi in un angolo durante una visita turistica, invece ho acceso anche 5 kW di lampade che NON si vedono affatto, non sembra che è "arrivato il fotografo con luci cavi treppiedi prolunghe e riduttori".

Quanto a te, valuta anche la disponibilità  di potenza massima disponibile dove penseresti di usare il tutto. Con meno di 3 kW di luce continua (magari da usarne 2,5 solo quando serve) non vai da nessuna parte. Perciò se devi eventualmente scattare in un appartamento in cui ci potrebbe essere nel contempo anche la lavatrice che fa il suo mestiere, ti dico senz'altro flash.

Io, ora come ora, se dovessi per ipotesi dover assolutamente mettermi ad affinare la tecnica di un sistema di illuminazione diverso dalle alogene, punterei sui LED, cioè i vantaggi della luce continua con l'assorbimento minore di quello di una flash. E a luce di categoria "diurna", per giunta.

La morale è sempre quella: fai merenda con Girella.

Inviato: 29/3/2010 18:04
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Facavek uso 1000w che sono una enormità  in più di un mille watt a luce continua non so spiegartelo in modo più "matematico". Il flash lo adopero non per illuminare ma per aiutare la luce esistente cercando di farlo vedere il meno possibile anzi non dovrebbe vedersi per nulla.
ciao
oscar

Inviato: 29/3/2010 18:53
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Grazie Oscar, confermi l'idea che m'ero fatto: per avere una potenza adeguato in flash bisogna investire una bella sommetta...
Fabio

Inviato: 30/3/2010 9:27
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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ummm mi sa che si fa un tantino di confusione tra diverse grandezze e unità  di misura di queste.
watt è unità  di misura della potenza , l'illuminamento ha come unità  di misura il lux...occhio
le grandezze fotometriche e le unità  di misura relative sono una cosa precisa.
luminanza= illuminamento X riflettanza
illuminamento= luminanza/riflettanza

Inviato: 30/3/2010 15:30
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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VRicciardi
mi riprometto di fare alcune prove, con densitometro e luxmetro. interessante.

Inviato: 30/3/2010 15:39
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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rictro ha scritto:

devo dire che dai vostri commenti, da quelli che mi sono arrivati in forma privata, e da un altro forum non c'è storia,l'uso dei flash vince a mani basse e con motivazioni tecniche ineccepibili.
.......
Forse per lavori/oggetti di non grande pregio la luce continua puà anche andare bene.


Di fronte a simili affermazioni, non posso che dissentire con forza.

Innanzitutto ho notato che il proclamare un “vincitore a mani basse” da un confronto, è un tipico fenomeno da frequentatori di forum, dovuto quasi sempre a miopia spesso condita da una buona dose di incompetenza (non ce l’ho assolutamente con te Rictro, che il fatto stesso di aver aperto la discussione per chiedere lumi ti esclude dalla categoria).
Che il “vincitore a mani basse”, nell’immaginario del fotoamatore, tra la luce flash e la luce continua sia quasi sempre il primo, è piuttosto semplice da comprendere. Si comincia col flash attaccato alla reflex, e quando si decide di passare a “luci da studio” generalmente ci si butta nelle peggiori cinesate che si trovano su e-bay a 29,99 euro, che all’interno di riflettori approssimativi e ballerini racchiudono i più orrendi tubi aggrovigliati che l’industria delle fluorescenze abbia mai prodotto per soddisfare le esigenze del basso consumo.
Ovvie, quanto sbagliate, le conclusioni che si traggono.
Conclusioni che spesso vengono generalizzate, rimbalzano sui forum, e magari costituiscono l’ossatura di tutorial, experience, o discussioni in evidenza, sovente veri e propri turpiloqui tecnici seguiti da una valanga di messaggi tipo “Grazie, finalmente ho capito”, “Sei un grande”, “Concordo in pieno”, indirizzati al guru di turno autore e responsabile dello strazio.
Tutto questo solo per dire che non sempre rivolgendosi ai vari forum si hanno risposte corrette.

L’argomento iniziale che proponi: “impressioni/preferenze/motivazioni sull'uso della luce flash o continua nelle foto di studio/interni” potrebbe essere il titolo di un libro piuttosto sostanzioso.

Una “foto in studio” e una “foto in interni” possono essere situazioni diversissime. Si passa da un ambiente totalmente controllato con a disposizione la potenza elettrica necessaria, ad un ambiente incognito dove generalmente la luce artificiale deve integrare quella esistente, che a sua volta puà essere al tungsteno, alogena, fluorescente (mai con tubi per usi fotografici), diurna, con potenze disponibili che vanno dall’uso domestico striminzito alle centinaia di kW di un ambiente industriale.
Anche le luci continue per scopi fotografici sono di almeno 3 tipologie, alogene, fluorescenze, e scarica (lasciando stare per ora i Led, che a mio avviso hanno ancora un po’ di strada da fare anche se saranno sicuramente la soluzione del futuro), con caratteristiche molto diverse l’una dall’altra.
Mi pare quindi ovvio che non possa esserci una risposta univoca, e men che mai un vincitore a mani basse.


La più grande differenza tra la luce flash e quella continua è che mentre la prima permette/impone tempi di esposizione brevi, la seconda impone tempi di esposizione più lunghi.

Quindi, se servono tempi di esposizione brevi per bloccare il movimento, i flash diventano una scelta obbligata (se invece servono tempi lunghi per effetti di mosso, è d’obbligo la luce continua).
Ma non è giusto generalizzare sul fatto che i flash siano le uniche luci adatte a fotografare scene animate. Specialmente al giorno d’oggi, dove grazie alle buone sensibilità  del digitale e alle alte efficienze unite alla bassa emissione termica delle lampade a scarica, molte situazioni di ritratto, glamour o beauty, ingestibili con pellicola e alogene, diventano affrontabili in luce continua. Non per niente una delle più blasonate aziende produttrici di flash, la Broncolor, affianca da anni ai propri lampeggiatori una linea di illuminatori HMI, e tutti i grandi produttori di illuminazione per cinema e TV (Arri, Ianiro, Strand, Mole-Richardson,...) hanno in catalogo illuminatori HMI “piccolini” studiati proprio per la fotografia. Ho visto un servizio di biancheria intima femminile realizzato in digitale all’interno di un sottomarino da Florian Lohmann utilizzando proprio delle HMI, vecchissime tra l’altro visto che il fotografo parla di tremolio della luce (da tanti anni sono ormai tutte dotate di ballast elettronici che le rendono flicker-free). Ed il fotografo parlava di tempi di esposizione di 1/60 o addirittura 1/125 di secondo, quindi adatti anche ad un animato non troppo... dimenato!

Credo ben poco anche alla questione sollevata da Valerio sulle facce con sguardo di un Husky o di un Malamut che avrebbero i modelli ripresi in luce continua.
Il cinema e la televisione, da sempre, prima con le alogene e poi con le HMI, vivono di luce continua. Ed anche buona parte della vita reale si svolge alla luce del sole, continua e ben più forte di quella della maggior parte degli illuminatori. Per cui…
Poi, ovviamente , ci sono casi limite… se fotografo un modello con 2 kW di alogena a un metro dal viso posso capire l’espressione da Dobermann inferocito, ma per questi casi c’è il Tribunale dell’Aia…


Una delle false credenze che è meglio sfatare subito, è che coi flash si ottengano colori migliori.
L’indice di resa cromatica è lo stesso che nelle alogene, pur variando la temperatura di colore. E nelle lampade a scarica (con le HMI a ioduri metallici) e in quelle a fluorescenza (coi tubi multifosfori di ultima generazione), è vicinisssssssimo. Quindi… stessi colori!

I flash emettono molti UV, e quindi devono essere filtrati (a livello di torcia), le alogene molti IR, e quindi scaldano.
Ma non è giusto generalizzare sul fatto che le luci continue consumano e scaldano più dei flash, in quanto le luci continue a fluorescenza e a scarica consumano e scaldano molto meno delle alogene. Non solo, ma in tanti casi le lampade pilota da 650 W delle grosse torce flash vanificano il fatto di non scaldare; per contro quelle da 250 W o 150 W di cui sono dotati i flash più piccolini, una volta ridotte a un quarto o a un ottavo della loro potenza si rivelano spesso insufficienti per poter lavorare agevolmente all’inquadratura.

I flash (da studio) costano molto di più di simili illuminatori alogeni..
Ma non è giusto generalizzare sul fatto che i flash costano di più delle luci continue, in quanto un buon set di luci continue a scarica costa almeno come i corrispondenti flash.

I flash, con la loro temperatura colore pari a quella della luce diurna, sono più adatti a riprese in interni (diversi dallo studio).
Ma non è giusto generalizzare nemmeno questo concetto, in quanto, oltre al fatto che luci continue fluorescenti e a scarica hanno anch’esse temperature colore pari a quella dei flash per cui si integrano benissimo con la luce diurna, quando la luce da integrare è invece quella dell’illuminazione artificiale presente, i punti luce aggiunti vanno comunque filtrati. E poi vedi l’ottimo esempio di Valerio (sala di un castello) dove le sorgenti più naturali e facili da usare sono proprio le alogene.

Per quanto riguarda la fotografia in studio di oggetti inanimati, personalmente ritengo la luce continua più versatile di quella flash, in quanto offre migliori possibilità  di gestione della luce e l’assoluto controllo sul risultato finale dell’illuminazione, cosa non sempre possibile coi flash. Concetto, quest’ultimo, che aveva ben sintetizzato Falcopardo quando ha scritto: nonostante tutto le sorprese sono frequenti nonostante le luci pilota. Riflessi inattesi, ombre non previste,…
Le lampade pilota sono comunque una simulazione della torcia, non sempre precisa. Un esempio per tutti: i classici spot a lente di Fresnel. Io li uso molto, ne possiedo una decina con potenze di 500, 1000 e 2000 W. La regolazione del fascio luminoso, abbinata a quella della bandiera, è precisissima con lampade alogene o a scarica. Se ci metti invece una sorgente flash, dove torcia e lampada pilota hanno posizioni e dimensioni diverse tra loro, avrai che il fascio di luce prodotto dalla torcia è differente da quello prodotto dalla lampada pilota, essendo l’illuminatore in questione un sistema ottico formato da uno specchio e una lente, e tale differenza sarà  tanto più accentuata quanto più l’illuminatore è piccolo. Se fotografi un sofà  la cosa è ininfluente, ma se hai una composizione di oggetti relativamente piccoli alla fine ti ritrovi ombre non previste.
Inoltre, per una buona previsualizzazione dell’effetto finale, le lampade pilota non solo devono seguire la variazione di intensità  delle singole torce, ma devono avere un’intensità  massima proporzionale all’intensità  massima della torcia stessa per tutti i punti luce, e ciò, in set con illuminazione particolarmente complessa, non sempre è possibile.
Mi è successo alcune volte di dover integrare l’illuminazione con sorgenti non convenzionali, quali ad esempio un proiettore di diapositive, un fanale d’automobile, una torcia elettrica, o addirittura una volta la luce diffratta dal reticolo concavo di un monocromatore, o di dover utilizzare tecniche di luce pennellata. Tutte cose che i flash non avrebbero permesso.
Alle volte in studio succede di dover affrontare situazioni di illuminazione non risolvibili con quel che si trova in commercio, ed allora il fotografo si deve arrangiare costruendosi ad hoc quel che gli serve (alcuni, in passato, poi ci hanno preso gusto... come Lino Manfrotto o Vincenzo Silvestri). Ho costruito svariati box, a volte piccolissimi, a volte dalle forme strane, sempre per affrontare al meglio una determinata situazione. Fare queste cose, con lampade alogene, è uno scherzo. Coi flash è molto più complicato. Ricordo di una strip light lunga 2 metri e larga non più di 20 cm. Ho dovuto mettere 6 lampade alogene lunghe per avere una buona uniformità  sulla lunghezza. Quanto mi sarebbero costate 6 torce e che struttura avrei dovuto costruire per sopportarne il peso?
E la famosa torcia-matita? Con le alogene si chiama “portalampada”, ed è un blocchetto di ceramica che costa 2 euro e di volta in volta si attacca al supporto più opportuno magari costruito ad hoc...

Vorrei concludere ricordando che i più importanti costruttori di soft banks universali (cito solo l’americana Chimera che ha in catalogo almeno una ventina di modelli delle forme e dimensioni più disparate) offrono i medesimi prodotti con adattatori sia per torce flash che per illuminatori a luce continua (una cinquantina per torce e oltre 300 per illuminatori al tungsteno e HMI), e che tutti i costruttori di banks metallici offrono sia l’elettrificazione in continua sia quella flash.
Se uno dei due sistemi vincesse davvero a mani basse sull’altro, pensate che si fabbricherebbe/venderebbe/utilizzerebbe tutta sta roba?



Inviato: 30/3/2010 17:22
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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archifoto ha scritto:

Facavek uso 1000w che sono una enormità  in più di un mille watt a luce continua non so spiegartelo in modo più "matematico".

Col flash usi 1000 Ws (watt x secondo), con le luci continue usi 1000 Wh (wattora, cioè watt x ora).
In un'ora ci sono 3600 secondi.

Inviato: 30/3/2010 17:27
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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua
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Da lombardia
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Per fotografare oggetti inanimati, mi piace moltissimo usare i faretti fresnel alogeni (ne ho un paio, di modesta potenza - 500w - sufficienti per piccoli still life).
Calore sviluppato a parte, il gioco di luci ed ombre si controlla meglio con questi che coi flash.

Le ragazze, specie le più giovincelle, meglio bloccarle con la luce flash: a corrergli dietro, ormai mi viene il fiatone

Inviato: 30/3/2010 17:58
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Foto in studio/interni: luce flash vs luce continua

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Da TV - sotto le prealpi
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Grazie Orso

Fabio

Inviato: 30/3/2010 18:29
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