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Roma Fotografia
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“Fotografia. Festival internazionale di Roma”: 7 anni, un bilancio deludente. Ovvero: Il veltronismo applicato alla fotografia - di Diego Mormorio

Titolo della rassegna. Si sa, nomen omen. Non so chi sia stato a volerlo chiamare “Fotografia. Festival internazionale di Roma”. Ma, come dice il detto latino, il nome era già  un presagio. Metteva insieme un certo desiderio di non essere provinciali col richiamo a certe feste italiane della canzonetta.

Da anni, eravamo in molti a sostenere la necessità  di creare a Roma un importante appuntamento fotografico, magari con cadenza biennale, che avesse come scopo quello di approfondire la conoscenza di temi e autori della fotografia e, al tempo stesso, di stabilire un contatto con giovani autori o con realtà  fotografiche sconosciute. Un appuntamento che non alimentasse il semplice consumo di mostre fotografiche, già  abbastanza diffuso, ma che sapesse coniugare il godimento estetico con l’approfondimento critico e storiografico. Per questa ragione si riteneva opportuna la presenza di un “comitato scientifico” o, come già  avviene in altre realtà  culturali, l’assegnazione della responsabilità  di anno in anno a un esperto di diversa formazione, che comunque avesse una solida base critico-teorica e storiografica.

Ma il sindaco Veltroni - che (per la cronaca) è stato studente all’Istituto Cine-Tv - intendeva evidentemente realizzare intorno alla fotografia non tanto un progetto orientato all’approfondimento o alla crescita dello spirito critico, quanto uno dei tanti appuntamenti romani di consumo, utili alla crescita del consenso elettorale. Pensà, dunque, che non fossero necessari né uno né molti esperti, ma che bastasse la buona volontà  di un fotografo, ignoto a molti, ma suo amico. Così Marco Delogu, per dirla ricordando i tanti cardinali che ha fotografato, venne creato “direttore artistico”.

Sono passati sette anni e, invece di volgere al meglio, il “Festival” è purtroppo sempre più andato verso il peggio. Tanto che l’ultima rassegna era nell’insieme assolutamente deludente e quella (quasi) unica esposizione che meritava di essere vista nella sua completezza era stata menomata al punto da risultare irriconoscibile. Parlo del bel lavoro di Gabriele Basilico su Roma ridotto a una ventina di fotografie che non ne lasciavano capire il senso.

Se ci si interroga sul bilancio di questi sette anni “Fotografia. Festival internazionale di Roma”, la risposta mi sembra emerga chiaramente dai cataloghi della rassegna. Si tratta una grande - straordinaria - occasione sprecata.

Ho usato il termine “cataloghi“, ma nel caso del “Fotografia. Festival internazionale di Roma” questo termine appare del tutto improprio. I volumi prodotti dal “Festival” nulla hanno a che fare con quello che normalmente sono i cataloghi di mostre, vale a dire un intreccio di materiali critici e visivi che aiutano il visitatore alla migliore comprensione della mostra e che, finita la mostra, risulteranno utili a un ulteriore approfondimento.

I cataloghi realizzati in questi sette anni di “Fotografia. Festival Internazionale di Roma” sono stati e continueranno a essere materiali di scarsissima utilità  sia gli studiosi di fotografia, sia agli studenti, sia ai semplici appassionati o “cultori della materia”.

In queste sette anni, gli unici due veri contributi editoriali nati nell’ambito del “Festival” sono stati prodotti dal personale sforzo finanziario dell’editore Peliti: sono i libri di accompagnamento della mostra Teatro del tempo di Josef Koudelka e di Dovere di cronaca di Letizia Battaglia e Franco Zecchin.

Temendo forse di passare per provinciale, Delogu non si è dedicato, come sarebbe stato opportuno e auspicabile, alla valorizzazione del notevole patrimonio fotografico italiano, così come è rimasta quasi del tutto insensibile alla vastità  della fotografia dell’Ottocento.

Per cercare di sostenere Delogu in un’impresa che sin dal primo momento si prospettava al di sopra della sua pur volenterosa competenza, gli ho suggerito di ricorrere a Marina Miraglia e più modestamente a me e ad alcuni altri. Di avvalersi cioè di un “comitato” o “gruppo di lavoro” che lo aiutasse ad affrontare la vastità  del campo fotografico e che lo tenesse in qualche modo al di fuori del “conflitto d’interessi” originato dalla sua posizione di fotografo - accusa che, per quanto ai miei occhi appaia alquanto insostanziale, gli è stata poi realmente mossa.

I titoli. Sono comparsi a partire dal terzo anno. I primi due anni, infatti, il “Festival” presentava di tutto, senza essere costretto a muoversi dentro argini tematici. Ma in realtà  ha continuato così anche dopo, perché i “temi” che avrebbero dovuto dare un preciso indirizzo all’attività  espositiva sono stati tanto vaghi da risultare come una scatola in cui mettere dentro di tutto.

I titoli. Sono comparsi a partire dal terzo anno. I primi due anni, infatti, il “Festival” non era costretto a muoversi dentro argini tematici e presentava di tutto, disordinatamente e in libertà . I titoli avrebbero dovuto circoscrivere il territorio e dare così un preciso indirizzo all’attività  espositiva. In realtà , ciò non è successo e il “Festival” ha continuato ad essere un caotico contenitore, senza un filo conduttore. Questi titoli, infatti, erano talmente vaghi da risultare come una scatola in cui buttare dentro di tutto.

2004 “La dura bellezza”. àˆ stato questo il primo titolo. Era notevolmente ambizioso e anche bello. Ma perché avesse un reale significato era necessario innanzitutto che fosse chiarito con un testo introduttivo analitico, che purtroppo non è quello delle 14 righe scritte da Delogu: fragilissimo non perché breve, ma perché nella sua brevità  contraddittorio e molto semplicistico. Testo che comincia dicendo: “Il bisogno di bellezza invade la quotidianità , la vità â€, per poi, due righe dopo, dire che “bellezza è un termine abusato, legato a superficiali operazioni di comunicazione”. L’idea di bellezza riguarderebbe dunque tutta la quotidianità , ma non la quotidianità  di tutti: solo quella di chi pensa di essere nel “profondo”, fuori dalla superficialità , o meglio, lontano dalle “superficiali operazioni di comunicazione”, che esattamente non è dato sapere per quali ragioni siano tali: non è dato cioè comprendere quando e come una comunicazione diventa operazione, e quando e perché essa assume l’aggettivo superficiale.

Varie e molteplici sono le bellezze, diceva il filosofo Rosario Assunto. E niente e nessuno puà essere escluso dalla ricerca e dal ritrovamento del bello.

Anche l’amico Delogu cerca e trova il bello, ma vuole che sia diverso da quello che puà essere il mio o dei miei vicini di casa. Lui non è interessato alla tenera bellezza della gente comune, vuole raggiungere la dura bellezza, “la bellezza secca del documento”, come quella che in grandissima quantità  è possibile trovare negli archivi notarili, dove cioè i documenti sono di una secchezza davvero straordinaria. Ma non basta, aspira a una bellezza che non sia bellezza, a quella che concepisce come la bellezza “dell’estetica che si oppone agli estetismi”. Ma, anche qui, non ci è dato sapere se, col termine estetica, egli faccia riferimento alla dottrina filosofica di conio settecentesco o a qualcosa d’altro, di più vago, indefinito. Ci sembra di capire che nell’uso del termine estetismo da parte di Delogu non ci sia alcun riferimento all’idea tardo romantica che poneva i valori estetici al vertice della vita spirituale, ma che si tratti solo di un’accezione limitativa o peggiorativa dell’atteggiamento estetico. A questo punto, siamo da capo: non ci è dato sapere dove e come l’una cosa diventi l’altra.

Più che dura bellezza mi sembra, dunque, che si tratti di una dura prova per la ragione o più semplicemente per un ordinario ragionamento critico.

2005 “Oriented” giocava tra Oriente e orientato, ma sfogliando oggi il “catalogo” ho la sensazione di totale disorientamento. Una serie di immagini che sembrano finite insieme a caso sono seguite da tre minuscoli testi: uno del sindaco di sedici righe, uno di Delogu di quindici righe, uno di Zone Attive (struttura organizzativa del “Festival”) di tredici righe. Lo scritto di Delogu che dovrebbe chiarire il senso del titolo e delle mostre raccolte sotto di esso comincia così: “Quaranta visioni orientali, quaranta visioni orientate formano un libro catalogo fatto di emozioni visive, di segni che compongono l’idea di un oriente sempre antico e sempre in costante cambiamento”. La ripetuta lettura non aiuta alla comprensione del testo, che appare forse più appropriato per un dépliant pubblicitario che per una rassegna “internazionale” di fotografia.

La convinzione inoltre che una parola in inglese possa essere una sorta di chiave magica è sfortunatamente ormai diventata il rifugio di chi non è in grado di elaborare una propria idea creativa. A tutti costoro, e all’amico Delogu, suggerirei quindi un detto pubblicitario: “C’è più gusto a essere italiani”.

2006 “Novecento. La necessità  della fotografia”. Quale vastità ! Il Novecento. Un secolo che in fotografia equivale a milioni di milioni di fotografie. Come puà essere un tema questa quantità ? Il tema dovrebbe essere, dunque, “la necessità  della fotografia”. Ma in “Fotografia. Festival internazionale di Roma” 2006 la necessità  viene presentata come quantità . Nella migliore delle ipotesi, potrebbe sembrare che la necessità  si faccia quantità  e che, in quanto tale, venga a presentarsi come una marea di immagini senza un filo conduttore. Ma, per la verità , non credo che il “Festival” si sia mosso a partire da questa sottigliezza.

2007 “Questione italiana” (sesto anno). Di fatto c’erano molte “questioni”, sebbene assai confuse, quello che realmente mancava era l’aspetto italiano nella sua reale complessità .

Per la cronaca: per quella rassegna, proposi all’amico Delogu di realizzare una mostra sul rapporto tra gli scrittori italiani e la fotografia: un’esposizione di immagini e testi che fosse cioè un viaggio nella fotografia italiana attraverso gli scrittori. La proposta venne da lui considerata troppo intellettuale e poco d’interesse per i grandi numeri, che sono quelli, mi disse, cui “il sindaco tiene”.

2008. “Vedere la normalità â€. Ancora un campo d’azione di enorme vastità . Nel suo testo (questa volta un po’ più lungo), Delogu scrive: “Fotografia 2008 si concentra su quella dimensione della fotografia che ci riporta al racconto della vita quotidiana e di tutte le piccole differenze che ci sono nel trascorre delle varie vite. L’ordinario contro lo straordinario, la struttura contro la sovrastruttura, l’essenziale contro il superfluo, la ricerca di una normalità  intesa anzitutto come semplice accettazione del quotidiano, il vedere sempre e in ogni luogo”.

Cinque righe che creano la classica tempesta in un bicchier d’acqua.

Ci chiediamo perché, specialmente ai giorni nostri, l’ordinario debba essere contrapposto allo straordinario, senza raccogliere l’invito di Walter Benjamin (ben altro Walter), che vedeva “l’ordinario come straordinario e lo straordinario come quotidiano”. Perché contrapporre la struttura alla sovrastruttura e decretare la superiorità  della prima? àˆ una cosa che fa parte del peggior marxismo, o meglio, di un marxismo ridotto ad economicismo, ad una prospettiva che, conseguentemente esclude il “superfluo” dal necessario.

Delogu non è sfiorato dal dubbio che l’idea di normalità  â€œcome semplice accettazione del quotidiano” contraddica il ragionamento “politico-economico” che origina l’idea di essenziale e di superfluo.

Insomma, in poche righe, il testo del “direttore artistico” del “Festival” esprime una confusione analitica che non puà che generare un vero e proprio caos espositivo. In questo senso, involontariamente, il “Fotografia 2008″ è come certi talk show: uno spaccato di normalità  che serve solo a confondersi le idee o a tenersi per buone le idee che si hanno.

“Il circuito”. “Fotografia. Festival internazionale di Roma” si divideva in due parti: le mostre “ufficiali” (allestite in spazi pubblici) e quelle del cosiddetto “circuito”: bar, enoteche, gallerie private, negozi vari. Nell’ultimo anno questi locali sono stati circa 130 e, in ognuno di essi, i gestori hanno, più o meno, esposto quello che hanno voluto. Qualche bella cosa in un mare di banalità  e, me lo si lasci dire, di robaccia. Il “circuito” faceva contenti tutti, nel senso che faceva sperare a tutti quelli che maneggiano una fotocamera di fare una mostra “nel Festival”. Sembrava fatto apposta per essere accompagnato dallo slogan Rai: di tutto e di più. E prima di tutto, più consenso, naturalmente.

La curatela delle mostre. Nell’ultimo anno (questo 2008), Marco Delogu ha voluto superarsi. Non solo ha ricoperto il consueto ruolo di “direttore artistico”, ma ha voluto curare personalmente quasi tutte le mostre “importanti”, affidandone solo qualcuna a un’assistente del suo studio. (”Conflitto d’interesse” ?).

Un ultimo fatto. Come ho già  detto, si è persa l’occasione per fare un buon lavoro sugli innumerevoli temi della fotografia. Lavoro che avremmo potuto apprezzare se fosse stato non più “intellettuale” o “accademico” (per questo ci sono altri luoghi più appropriati di un “Festival”), ma semplicemente più rispettoso del pubblico e del lavoro di tanti fotografi, che meritavano certamente una diversa attenzione. Mi spiace che uno di loro, com’è Delogu, non abbia saputo, con l’umiltà  e la gentilezza che non dovrebbero mai mancare anche a chi è privo di altre eccellenze, rispondere a queste attese.

buongiorno,


--------------------------------------------------------


Vengo a conoscenza della polemica sul festival di fotografia e tengo ad esprimere una opinione.
Mi presento, sono architetto-fotografo e curatore della rivista digitale di architettura e arti visive Archphoto.it.
Nel 2007 ho coordinato lo speciale Queer di Liberazione sulla fotografia (25-3-2007) in concomitanza con il Festival. Per mia scelta, e in accordo con la redazione, non si è parlato dell’attività  di Marco Delogu.
Questa scelta è stata presa in considerazione del fatto che il signor Delogu ha dato prova in questi anni di una grande incapacità  curatoriale nella selezione delle ricerche fotografiche, guardando, come molti dei partecipanti al blog hanno scritto, più alla quantità  che alla qualità ! Dopo l’uscita dello speciale ho ricevuto numerose chiamate dall’ufficio stampa di zoneattive per invitarmi alle mostre, forse nella speranza che potessi scrivere dei pezzi sul giornale; ciò dimostra le modalità  con le quali viene gestito l’evento (o sei con noi oppure cerco di invitarti ai vernissage per farti cambiare idea…).
Il problema fondamentale del Festival risiede nel fattore quantitativo, ossia nell’impossibilità  di gestire un numero così vasto di mostre che non riescono a sedimentare una cultura fotografica in quanto non esiste, come accade ad Arles, una scuola di fotografia ma soprattutto si sente l’asenza di un’editoria specializzata.
Chi produce libri fotografici in Italia (autori) sono le stesse persone che poi li comprano, il mercato fotografico non esiste, non esistono iniziative pubbliche (musei, accademie di belle arti) che sostengono il lavoro dei fotografi; ad eccezione della minima attività  dell’unico, per ora, Museo dedicato interamente alla Fotografia Contemporanea ubicato a Cinisello Balsamo (www.museofotografiacontemporanea.org).
Forse non tutti sanno che l’idea di realizzare un festival di fotografia a Roma, nasce dall’esperienza delle mostre di fotografia che si facevano al palazzo delle esposizioni (direzione Nicolini) e da coloro che le organizzavano e che casualmente il buon Delogu frequentava. Sarà  farina del suo sacco???

Emanuele Piccardo

Inviato: 21/10/2008 3:16
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Re: Roma Fotografia

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16/10/2007 13:09
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Ciao,

ho letto con molto interesse il tuo articolo, forse l'unico che mi abbia argomentato il "perché basta col festival di Delogu". Negli ultimi anni, soprattutto nell'ultima edizione ho frequentato con grande entusiasmo il FotoGrafia Festival, è vero un nome piuttosto piatto, ma essenziale.

Sono daccordo con molte delle tue critiche, per altre non riesco a pronunciarmi perché non ho una cultura di eventie fotografici (non sono mai stato in un grande festival della fotografia a parte quello di Delogu). Sono daccordissimo anche sul fatto che tanto del lavoro di questo direttore artistico è criticabile (e poi perché sempre lui a dirigere il festival??).

Però adesso l'unico Festival di Fotografia Internazionale è stato azzerato in un colpo solo e mi mancherà  moltissimo.
Era bello, sono stato nelle migliore lettura di portfolio a cui mi sia sottoposto e nella sua "romanità " il festival dava un'idea ben precisa della situazionedella fotografia in Italia e discussioni ce n'è sono state, c'è stato Martin PArr.

Insomma di tutte le tue ottime critiche non ce n'è una, a mio parere, che giustifichi la soppressione di quest'evento.
Domanda: ma tu sei daccordo con la chiusura da parte della giunta Alemanno del Festival?

Inviato: 21/10/2008 12:34
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Re: Roma Fotografia
Utente non più registrato
"Per cercare di sostenere Delogu in un’impresa che sin dal primo momento si prospettava al di sopra della sua pur volenterosa competenza, gli ho suggerito di ricorrere a Marina Miraglia e più modestamente a me e ad alcuni altri."

Ehhh se c'ero io allora sì che era n'altra cosa!

Basta quella frase di cui sopra per poter valutare il parere di chi scrive. Che mancanza di stile...

Inviato: 21/10/2008 15:15
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Re: Roma Fotografia

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8/10/2006 17:44
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Se leggo bene, il pezzo é di Diego Mormorio, un signore che ha scritto cose molto interessanti sulla fotografia, distinguendosi anche da una certa critica imperante.
Sul fatto che abbia scritto quella cosa, é anche da leggere in quel contesto, é un esperto e consiglia di rivolgersi innanzi tutto alla Miraglia e poi a lui e ad altri... secondo me puà anche permetterselo...non va oltre e non svacca. Così mi sembra.
Ruuntu ha solo girato l'articolo. O é segretamente l'autore del pezzo?
Oltre alla critica che Mormorio avanza al Festival e a Delogu, é interessante la considerazione su Veltroni e il veltronismo come il mandante di questo fallimento. Vero o no che sia, coincidenza o no che sia, i tempi con cui si manifesta sono curiosi. Chissà  se ne ha scritto anche prima...
In ogni caso le cose si possono cambiare migliorandole, ma in questo paese lo sport più diffuso é distruggerle e non si sa se per ricostruire. Fotografia compresa.
bs
marco

Inviato: 21/10/2008 16:11
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: Roma Fotografia
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Avrà  scritto quello che vuoi, se uno non ha uno stile non puà darselo.

Non è questione di competenza, è questione di banale buona educazione.

Vorrei vedere se uno venisse a criticare un tuo lavoro dicendo poi "Guarda che schifo. Eh beh, l'avevo detto al suo capo/committente" che doveva sentire Pincopallo o al massimo me."

Vabbè che in questo paese il conflitto di interessi è oramai così sottopelle a tutti (giusto per non criticare sempre solo quell'uno che lo ha più evidente) che certe "sfumature" (in altri paesi sono macigni) oramai sfuggono.

Inviato: 21/10/2008 16:22
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Re: Roma Fotografia

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20/5/2008 8:28
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Concordo comunque con "samuel".
Mormorio è uno che, per le mostre che ha organizzato, i libri che ha pubblicato e la considerazione in cui è tenuto dalla "cultura" in Italia, puà certo permettersi di criticare e di mettersi in gioco, firmando, un articolo che ha stigmatizzato il pressappochismo con cui certe "fondazioni culturali" sono condotte.
Certo, quest'articolo è decisamente poco "politically correct" e puà dar fastidio, ma forse è bene uscire dalla melassa sdolcinata di non urtare mai nessuno.

In ogni caso, per dar di sponda al topic "Fotoavventure, come eravamo..", questi interventi, tutti, sono uno dei principali motivi per cui seguo questo forum.
Continuate così.
ciao

Inviato: 21/10/2008 17:02
...
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Re: Roma Fotografia

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8/10/2006 17:44
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"Per cercare di sostenere Delogu in un’impresa che sin dal primo momento si prospettava al di sopra della sua pur volenterosa competenza, gli ho suggerito di ricorrere a Marina Miraglia e più modestamente a me e ad alcuni altri. Di avvalersi cioè di un “comitato” o “gruppo di lavoro” che lo aiutasse ad affrontare la vastità  del campo fotografico e che lo tenesse in qualche modo al di fuori del “conflitto d’interessi” originato dalla sua posizione di fotografo - accusa che, per quanto ai miei occhi appaia alquanto insostanziale, gli è stata poi realmente mossa."

Giusto per fare due chiacchere AG69...
non mi sembra di leggere in queste righe un atteggiamento non educato. Sta raccontando cosa é successo e come insieme ad altri volessero sostenerlo, ovvio un sostegno interessato, ma in gruppo di lavoro e non solo lui come singolo esperto. E' qui che non trovo la non educazione. E' un racconto.
Sfumature? se c'è a mio parere é nei tempi di questa risposta, avvenuta dopo il fatto, e non prima, dopo che Veltroni é caduto e non prima, dopo che Alemanno ha cancellato il Festival e non prima. E' qui che il nostro, volontariamente o meno, rischia di cadere in una trappola, perchè dopo sei maggiormente preda di chi ti vuole usare.
Se invece Mormorio l'ha fatto prima cade tutto il discorso.
Sia chiaro non si vuole accusare Mormorio di collusione con qualcuno, ma nemmeno di cattiva educazione. Semmai c'è un po di ego (ma in fondo legittimo) e qualche sassolino nella scarpa, ma cattiva educazione non direi.
A presto,
bs
marco

Inviato: 21/10/2008 18:15
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Re: Roma Fotografia
Utente non più registrato
Concordo con lo spirito chiacchiereccio Samuel.

Ripeto non metto in dubbio la capacità  professionale di Mormorio ma però, forse sbagliando, mi è sempre stato insegnato che nel proprio lavoro non è un gran tocco di stile proporsi denigrando il lavoro degli altri.

Come giustamente fai notare tu puzza inoltre un po' di "saltar sul carro dei vincitori".

Visto che sono abituato a parlare come mangio e anche io non sono per nulla politically correct, quanto dice Montorio è in pratica "hanno scelto Delogu perchè ha gli agganci giusti, peccato che non capisca una mazza e non ne faccia una giusta. Certo che se Delogu avesse poi chiamato la Miraglia o me, allora sì che noi avremmo fatto le cose per bene..."

Se una manifestazione che tu ritieni importante e fra l'altro finanziata con soldi pubblici viene assegnata a qualcuno che tu ritieni un incapace, professionalmente parlando, protesti subito e chiedi che venga assegnata a qualcun'altro capace (senza fare nomi che comunque si sanno nel settore).

Questo è tuo diritto di cittadino e direi anche quasi dovere.

Dire "non capisce na mazza ma se dà  da lavorare a me o alla Miraglia allora va bene lo stesso" e poi denigrarlo perchè non ti ha chiamato è da "rosicone" come si dice a Roma.

Inviato: 21/10/2008 19:52
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Re: Roma Fotografia

Iscritto il:
11/9/2008 11:00
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Mio malgrado mi tocca dare ragione ad AG69.

Quantomeno è una caduta di stile, una brutta caduta, visto anche lo spessore del personaggio.

ciao

Inviato: 22/10/2008 10:56
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Re: Roma Fotografia
Utente non più registrato
Non conosco personalmente Mormorio ma lo stimo per quello che scrive e fa da molti anni. Mi sembra dai commenti, che del suo scritto inerente al Festival, si sia voluto prendere solo un frammento riferito alla sua offerta di collaborazione, come pretesto per far credere che il suo fosse un intervento dettato da risentimento, cattivo gusto, invidia e altro, tralasciando invece l'accurata analisi che fa dei contenuti visivi, organizzativi e anche storici della fotografia. Non credo che Mormorio abbia bisogno di Roma fotografia, e scrivo fotografia in piccolo perche' se questa e' la nuova fotografia, allora viva Giacomelli, Sellerio, Cresci e tanti altri "vecchi" che sarebbe lungo citare, dicevo non credo che abbia bisogno di questa manifestazione per dare ulteriore prestigio alla sua figura. Qualcuno, oltre alle poche mostre blasonate si e' andato a vedere qualche mostra (penosa) del circuito per rendersi conto della pochezza di tante cose esposte? Senza contare l'abnorme sproporzione numerica tra le mostre del cosi detto circuito e quelle ufficiali: fa pensare, e molto. Le prime sono circa 130 le altre una trentina piu' o meno. L'anno scorso una gallerista con cui ho dei contatti mi ha proposto di esporre una mia ricerca in progress sul nudo, il tema dell'anno era "vedere la normalita'", alle mie perplessita' la gallerista ha detto "ma dai nella normalita' puo' rientrare di tutto, qualsiasi immagine"..... Ecco appunto, se questo e' stato lo spirito con il quale sono state fatte le cose, e avendo visto diverse mostre del circuito l'idea che ho ricevuto e' proprio questa, allora molto bene che questo blob fotografico sparisca, e tutti i miei rispetti a quei due geni di BLOB. Mormorio avrebbe avuto una caduta di stile se avesse posto l'accento per esempio sul fatto che Delogu si sia sempre preso uno spazio per esporre le sue cose, cosa francamente, vogliamo dire non propriamente deontologicamente corretta??? Vogliamo parlare ad esempio della figura da barba, fatta l'anno passato sempre dal grande direttore artistico, nell'assegnare il primo premio del concorso National Geographic ad una foto di natura ottenuta unendo tre scatti e spacciata come one shot? Il clamore e' stato tanto elevato, provocato per inciso dal pubblico, che il premio e' stato riassegnato e Repubblica ha chiuso (censurato ?) il blog di commenti alla cosa. Tra l'altro che mi risulti, neanche una riga di scuse al riguardo. Sinceramente le mostre che negli ultimi tempi mi hanno molto colpito le ho sempre viste al di fuori del blob di cui parliamo e tra l'altro sempre poco pubblicizzate, al punto che anche qui su Fotoavventure non se ne trova traccia. Penso alle mostre di Flor Garduno o a Lisette Model ancora in mostra dove tra l'altro e' possibile vedere delle stampe della Arbus sua allieva, oppure ad un fotografo italiano sconosciuto, Ennio Iacobucci, partito nel 1968 per il Vietnam e rientrato in Italia solo nel 1975 e suicidatosi nel 77 come uno dei tanti disadattati reduci di guerra. E' stato impressionante vedere nelle sue fotografie le stesse inquadrature di molti film sul Vietnam e scoprire nelle note del bel catalogo che proprio le sue immagini sono state usate come base da diversi famosi registi per i film sul Vietnam. Ma chi vuoi che lo conosca Iacobucci era solo uno ad un passo dal prendere il Pulitzer......
Sinceramente non sentiro' la mancanza di un ennesimo centro di potere dispensatore di favori ai soliti noti.

p.s. ho rifiutato l'invito della gallerista ad esporre, spiegandole che oltre i motivi di opportunita' c'era anche un motivo economico. Si perche' va detto che tutte le spese delle esposizioni del circuito sono a carico di chi espone..... Che fine fanno i circa 200.000 euro con i quali il Comune di Roma finanzia, anzi finanziava il blob? La gallerista al mio rifiuto si e' molto offesa e non mi ha piu' cercato: e' da quest'estate che sono in analisi ma non riesco a riprendermi......

Inviato: 22/10/2008 14:53
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Re: Roma Fotografia

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AG69, accogliendo il tuo invito alla sfumatura, nel mio post non dicevo, ne volevo far supporre che Mormorio abbia voluto "saltar sul carro del vincitore", ma sostenevo che "il nostro, volontariamente o meno, rischia di cadere in una trappola, perchè dopo sei maggiormente preda di chi ti vuole usare." Che é cosa un pò diversa.
Aggiungendo anche, "Sia chiaro non si vuole accusare Mormorio di collusione con qualcuno, ma nemmeno di cattiva educazione. Semmai c'è un po di ego (ma in fondo legittimo) e qualche sassolino nella scarpa, ma cattiva educazione non direi.". MI sembra abbastanza chiaro.
Dico questo, sempre nell'ottica del buon chiacchericcio, perchè mi sembra doveroso, anche nei confronti del Mormorio (che stimo pure) precisare passaggi come questo che riguardano il comportamento di persone che operano in questo settore.
E con questo non mi tiro indietro relativamente alla critica che gli ho avanzato di fare queste considerazioni, dopo, l'avvenuta chiusura della manifestazione. Ripetendo anche però che se le ha fatte prima, ritiro ovviamente le considerazioni.
Ne stiamo giusto discutendo in questi giorni, su alcune questioni mettiamoci tutti quanti un po di attenzione a leggere e scrivere.
alla prossima
bs
marco

Inviato: 22/10/2008 15:10
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Re: Roma Fotografia
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Da Roma
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Io questo atteggiamento del "tanto peggio, tanto meglio" proprio non riesco a capirlo.
Sono nato a Roma e ci vivo, e la fotografia si è sempre vista con il contagocce da queste parti.

Finalmente era arrivato un festival regolare, con tante mostre per tutti i gusti e organizzato in tanti luoghi diversi; finalmente si poteva vedere qualcosa anche qui, nomi e immagini che ci sono sempre stati preclusi.

Si poteva organizzare meglio? Senza dubbio, come qualsiasi cosa. Se qualcuno aveva dubbi, idee, controproposte poteva sempre scrivere agli assessori e al sindaco; magari non otteneva nulla, o forse qualcosina sì.

Ora invece non abbiamo più nulla, di nuovo, si torna al vuoto pneumatico di 10 anni fa e per vedere qualcosa bisogna tornare a Milano.

E vabbè, "tanto peggio tanto meglio", si vede.

Fer

Inviato: 22/10/2008 15:37
Tessera C.F.A.O. n°14
Gallery (pBase)

** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** ....
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Re: Roma Fotografia
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"Mi sembra dai commenti, che del suo scritto inerente al Festival, si sia voluto prendere solo un frammento riferito alla sua offerta di collaborazione, come pretesto per far credere che il suo fosse un intervento dettato da risentimento, cattivo gusto, invidia e altro, tralasciando invece l'accurata analisi che fa dei contenuti visivi, organizzativi e anche storici della fotografia. Non credo che Mormorio abbia bisogno di Roma fotografia"

Caro runtu, scusami se continuo a parlare come mangio, ma a me sembra proprio che la base della discussione qui sia politica. O sei con me o contro di me.

Io non vivo a Roma, non ho quindi mai votato né Alemanno ora né Veltroni prima, non conosco neppure il Festival per giudicare se quanto dice Mormorio sia vero o no.

Ne faccio una questione di stile.

Se domani affermo "Runtu è un fotografo incapace e lavora solo perchè è raccomandato, io gli avevo anche proposto di essere aiutato da me e da altri per le sue opere, ma ha rifiutato. Guardate quindi che belle ciofeche di scatti che ha prodotto!" secondo te sono una persona con stile?

Anche se le tue foto fossero davvero brutte non mi parrebbe una affermazione da persona con stile, nemmeno fossi Avedon, anzi di più proprio perchè, appunto come dici tu, non ne avrei manco bisogno.

Il magnifico risultato comunque non è che adesso ci sarà  un Festival con un comitato artistico all'altezza. Non ci sarà  NESSUN festival.

Un po' come quella storia del tizio che per far dispetto alla moglie prese il coltello e...

Inviato: 22/10/2008 16:02
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Re: Roma Fotografia

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Comune il Festival non è certo stato eliminato da Mormorio !

E' stato eliminato dall'attuale giunta in ottobre (quindi dopo l'articolo)

Forse, a quanto dice la stampa, potrebbe essere comunque riproposto.

Mi sembra che tutta quest'attività  del comune di Roma sul festival, in ogni caso, poco abbia a che fare con la fotografia ..... dando, a mio avviso, nella sostanza ragione a M.

ciao

Inviato: 22/10/2008 18:14
...
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Re: Roma Fotografia

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Anche se ampliamente migliorabile, con le sue pecche, qualche magnamagna, qualche caduta, qualche mostra non all'altezza il Festival era una cosa che c'era e che ha permesso a me come a molti altri di vedere dal vivo tantissime fotografie, tra cui alcune di quelle dei "grandi", e anche dei giovani italiani molto interessanti.

La biennale dell'architettura a Venezia ha gli stessi identici difetti imputati al nostro festival di fotografia (cioè di essere una rassegna acritica e modaiola, con il 75% di fuffa sul totale, un occhio troppo rivolto ai "grandi numeri", la mancanza di un chiaro disegno critico, la fumosità  dei titoli, la mancanza di trasparenza nella scelta dei curatori e nelle scelte dei curatori ecc. ecc.) eppure nessuno si sogna di eliminarla, visto anche la gente che riesce a portare ogni due anni nella città  lagunare e il bene che comunque, pur con tutti i difetti, riesce a fare alla diffusione della cultura architettonica.

Non facciamo il popolobbue come sulla scuola: dietro al dito dei grembiulini, maestri unici e cacciata dei "fannulloni" si nasconde la luna del disinteresse, se non dell'ostilità , che hanno certi politici per la diffusione del sapere in tutte le sue forme.

Inviato: 23/10/2008 10:26
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Re: Roma Fotografia

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Il Festival era abbastanza noioso, ma invece di rifondarlo si è preferito cancellarlo. E', purtroppo, una questione politica e non voglio parlare di politica nel forum, ma non posso fare a meno di osservare che la programmazione del Comune di Roma in materia di cultura è decisamente precipitata.
In passato sono stato consigliere circoscrizionale (oggi si direbbe municipale). Nicolini, l'inventore dell'Estate Romana, era appena tornato a fare l'architetto a causa del cambio della giunta. Ebbi un contraddittorio pubblico con il nuovo assessore ch dopo due anni non aveva finanziato praticament nulla e aveva cancellato l'estate romana. Non riuscì a rispondere ad una sola domanda che riporto fedelmente: "Come mai a Nicolini, con un bilancio da 297,2 miliardi di lire, riusciva a fare l'estate romana, finanziare musei, musica ed attività  in periferia e lei, assessore Gatto, con un bilancio di 297,2 miliardi, ha organizzato solo otto concerti di musica classica?"

la storia si ripete.

Inviato: 23/10/2008 10:27
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
--------------------------------------
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Re: Roma Fotografia

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Tutto sommato Runtu mi ha convinto...

Eh si, il Festival era condotto malissimo e lo hanno cancellato. Bene!

Pure la scuola pubblica italiana non e' che sia gran che': clientelismi, baroni, caos disciplinare... potremmo riformarla!
Anzi no! Cancelliamola!!!

..ci vedete qualche analogia???
A me questo atteggiamento mi fa proprio rabbia. (e non c'ho manco i soldi per andare sempre a Milano)

Inviato: 31/10/2008 17:07
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Re: Roma Fotografia
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Per dire quello che penso realmente di questa e altre storie, rischierei di parlare di politica e qui non si puo'. Sono di idee totalmente opposte all'attuale giunta di Roma e quello che succede in tutta Italia mi turba profondamente. Non mi piacciono le divise e i blindati per strada che abituano le persone a ben altre presenze, diciamo piu' massicce, vogliamo dire carri armati? STOP!

Tra cancellare una manifestazione locale, perche' comunque la vuoi girare a Roma non e' che ci sia un'affluenza paragonabile ad Arles, e demolire lo stato sociale come sta avvenendo da qualche mese, ne corre. Roma fotografia si mangia circa 200.000 euro l'anno per produrre una trentina di mostre ufficiali e, a costo zero per l'organizzazione, 130 mostre che vedranno gli amici e i parenti di chi espone. Il problema non e' solamente roma fotografia, ma tutti gli altri "ammanigliamenti" che Delogu ha. Per esempio, un portale commissionato dal comune di Roma di fotografie di Roma che non ha nessun senso, dove comuni cittadini donano le loro foto personali di parenti e amici con lo sfondo di Roma, home page con un comitato scentifico della madonna presieduto da Delogu..... Le varie giurie fotografiche da lui dirette, qualcuno ricorda il primo premio del National Geographic assegnato da lui ad una fotografia ottenuta unendo tre diverse foto e contestato e riassegnato a furor di popolo??? Ma pensi che le sue foto della serie "Cardinali" le ha fatte perche' e' bravo??? Forse non hai idea che devi fare per mettere il naso in Vaticano. Diciamo francamente che alla luce di diversi fatti non mi sembra che questo signore brilli di luce propria. Personalmente, guardando le sue foto mi viene in mente un ricco signore (quale e') annoiato dalla vita che cerca rifugio nella fotografia con scarsa creativita'.
Di Roma fotografia non sentiro' la mancanza.

A Roma e' il quarto anno che viene organizzata una rassegna di fotografia di alto livello. L'ho scoperto ieri curiosando da Feltrinelli nel reparto fotografia. Ho visto questo bel catalogo di immagini in bianco nero veramente notevoli, tutti o quasi italiani. Ma loro non hanno santi (e cardinali) in paradiso e si devono accontentare del Gazometro per esporre e di niente pubblicita'. L'informazione si ferma qui. Devo tornare e comprare il catalogo per poter dire di piu'.

Inviato: 1/11/2008 1:09
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Re: Roma Fotografia
Utente non più registrato
Citazione:
Ma pensi che le sue foto della serie "Cardinali" le ha fatte perche' e' bravo??? Forse non hai idea che devi fare per mettere il naso in Vaticano. Diciamo francamente che alla luce di diversi fatti non mi sembra che questo signore brilli di luce propria. Personalmente, guardando le sue foto mi viene in mente un ricco signore (quale e') annoiato dalla vita che cerca rifugio nella fotografia con scarsa creativita'.
runtu


Per quanto mi riguarda, penso che Delogu sia "bravo". O almeno in quel caso mi è sembrato molto bravo, come fotografo si intende.
Come abbia fatto poi per ottenere i permessi mi è perfettamente indifferente. Non conosco il resto del suo lavoro, la sua dichiarazione dei redditi o il suo credo politico: non mi interessa assolutamente nulla, valuto un fotografo dalle sue opere.
ciao
c

Inviato: 1/11/2008 5:27
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Re: Roma Fotografia
Utente non più registrato
Ansel Adams e non solo lui dicevano che la fotografia e' una questione di scelte.

A me invece interessa molto come un fotografo che vuole ergersi a grande criticofotografodirettoregiuriadio impiega i soldi pubblici. Il mondo e' pieno di bravi fotografi che non hanno bisogno di mettersi su un piedistallo o che non cercano a tutti i costi di farsi ricordare dalla storia. Vorrei farti notare che per la questione del National il "bravo" fotografo non ha ritenuto doveroso spendere una riga di scuse o spiegazioni, Il grande fotografo che neanche guarda le foto altrui.... Per quanto mi riguarda invece ribadisco quello che penso, Delogu e' un fotografo appena al di sopra della media. I suoi agganci gli hanno permesso di sperperare soldi pubblici. Se avesse tenuto cosi' tanto alla fotografia e alla prosecuzione di una manifestazione di cosi' grande interesse, doveva fare una cosa sola, cedere il posto a qualcun altro. Per fare questo pero' bisogna essere molto umili e non credo che il grande fotografo lo sia.

Inviato: 1/11/2008 7:17
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