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www.urbanlandscape.org.uk
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Da rho - milano
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http://www.urbanlandscape.org.uk

Parla di paesaggio urbano inglese.


Tra le tante riflessioni che mi sono venute in mente vorrei sottoporne alcune al forum.

Il luogo dove si vive influenza (e se si come) il modo di fotografare il paesaggio, il 'quando' e il 'cosa' fotografare, quale formato adottare e via dicendo?
Si puà ancora parlare di scuole 'nazionali'?
Come si sta evolvendo il 'gusto' ed il linguaggio della fotografia di paesaggio ?

Inviato: 25/9/2007 22:00
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Re: www.urbanlandscape.org.uk

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Ciao,
influenza eccome....
Secondo me c'e' una logica per la quale io fotografo paesini medioevali e chi vive nelle metropoli fotografa quartieri e calcinacci: L'orizzonte e' quello, si puo' optare anche per altri soggetti, ma prima si fotografa quello che si ha sottomano, che suscita interesse per i cambiamenti, per la storia locale.
E a me per i paesini e' sorta la necessita' di macchine decentrabili e ottiche supergrandangolari perche' le stradine sono anguste e a volte a stento c'e' posto per il cavalletto.
Sicuramente il senso del termine "paesaggio" sta cambiando ed anche il gusto.
Il paesaggio attuale e' meno estetico e piu' concettuale, o perlomeno esiste ancora il primo ma si sta diffondendo con sempre maggior frequenza un modo diverso di vederlo. Il paesaggio urbano, appunto, in molteplici forme, sta attirando sempre piu' l'interesse dei fotografi.
Ciao,
Renzo

Inviato: 25/9/2007 22:40
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Re: www.urbanlandscape.org.uk
Moderatore
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8/2/2005 19:08
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Citazione:

Xerces ha scritto:

Il luogo dove si vive influenza (e se si come) il modo di fotografare il paesaggio, il 'quando' e il 'cosa' fotografare, quale formato adottare e via dicendo?
Si puà ancora parlare di scuole 'nazionali'?
Come si sta evolvendo il 'gusto' ed il linguaggio della fotografia di paesaggio ?


Secondo me il luogo dove si vive non influenza il modo di fotografare il paesaggio. Questo 'modo' è maggiormente influenzato dalle proprie esperienze, non solo e non necessariamente visive. Quindi l'influenza è data da tutto ciò con il quale si è venuti a contatto e che ha lasciato sedimentazioni più o meno profonde, più o meno consce, dentro di noi. Ricordi, parole, suoni, immagini... e chi più ne ha più ne metta.

Non credo che le scuole nazionali siano ormai solo nazionali: ormai il concetto di nazione, per lo meno da un punto di vista visuale, è del tutto defunto.

Mi è difficile pensare ad una evoluzione di gusto e di linguaggio nel paesaggio, per lo meno pensando agli ultimi trent'anni; ad ogni modo, se mi dimostrate che mi sbaglio, ne sarà più che felice.


Andrea

Inviato: 26/9/2007 1:26
sono moderno, non contemporaneo
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Re: www.urbanlandscape.org.uk

Iscritto il:
9/12/2004 21:10
Da Toscana
Messaggi: 8283
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Ciao,
In fondo, se si esclude il paesaggio selvaggio o nel quale la presenza umana ha avuto effetti molto marginali, il paesaggio rurale e cittadino rappresentano le facce di una stessa medaglia in quanto espressione delle esigenze produttive e abitative dell'uomo. Nessun paesaggio, escluso i casi precedenti da me citati, e' naturale, ma e' l'espressione della ricchezza, della organizzazione, delle esigenze, della forza lavoro, del prestigio e del gusto di chi ne e' proprietario.
Le colline orcianesi, prima dell'intervento del Granducato di Toscana erano lande abbandonate e malsaniche. La loro bellezza attuale e' frutto del Rinascimento, del raffinato gusto dei Medici, che ordinarono un razionale sfruttamento di quel territorio delineandone le caratteristiche logistiche ed estetiche a cui attenersi.
Il paesaggio urbano risente di esigenze di spazio e soprattutto economico-produttive. Ha una dimanima piu' violenta, nasce e muore lasciando per un certo periodo strutture che vengono successivamente fagocitate o distrutte per poi essere sostituite. Le tracce dell'attivita' industriale hanno spesso vita breve, le costruzioni ad uso abitativo e anche difensivo, specie le piu' antiche, tendono a rimanere per molti anni a ricordo di una evoluzione di esigenze e di gusti.
In entrambi i casi il fotografo di solito interpreta il paesaggio sfruttandone linee e composizioni architettoniche ed estetiche.
Io che vivo in una citta' con tradizioni rurali e con forte valenza storica se vado in una citta' come Milano tendo a fotografare cio' che mi e' piu' familiare, non amo i palazzoni, le strutture industriali, mi dicono poco, non mi ispirano. Nondimeno se guardo le immagini di Gabriele Basilico ne rimango affascinato, mi stupisco con quanta facilita' ( per lui ) riesce ad abbinare forme e strutture in linee eleganti, ma sento che non saprei capace di imitarlo. Quelle linee non riesco a vederle, o perlomeno mi debbo costringere ad uno sforzo che ben poco ha a che fare con l'ispirazione. Ma forse e' un caso personale, non so.
Ciao,
Renzo

Inviato: 26/9/2007 7:36
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Re: www.urbanlandscape.org.uk
Moderatore
Iscritto il:
8/1/2005 22:33
Da Varese
Messaggi: 4735
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Citazione:

Hologon ha scritto:

Secondo me il luogo dove si vive non influenza il modo di fotografare il paesaggio. Questo 'modo' è maggiormente influenzato dalle proprie esperienze, non solo e non necessariamente visive. Quindi l'influenza è data da tutto ciò con il quale si è venuti a contatto e che ha lasciato sedimentazioni più o meno profonde, più o meno consce, dentro di noi. Ricordi, parole, suoni, immagini... e chi più ne ha più ne metta.



Sono vicino ad Andrea riguardo queste considerazioni.
Il vivere in un determinato ambiente naturalmente aiuta a conoscerlo bene, anche dal punto di vista fotografico, e questo potrebbe essere un vantaggio, ma non per questo rende predisposti alla sua fotografia in modo diverso da altri ambienti meno noti. Tra l'altro ci starebbe anche il discorso dell'assuefazione, dell'abitudine ad un certo paesaggio che potrebbe fare "perdere" aspetti e dettagli che essendo a noi abituali tendiamo ad ignorare.....


Marco

Inviato: 26/9/2007 11:56
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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