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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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8/10/2006 17:44
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ciao Borful, rispondo solo ora, lavorando spesso dai clienti non sempre sono davanti al computer e dunque...a meno di riuscire ad utilizzare il loro!!
certo, sono d'accordo con te, lo ripeto la mia é forse un urgenza personale, alla vigilia di due lavori fotografici che devo iniziare mi interessava mettere in moto qualcosa.
Il forum é uno spazio qualificato e particolarmente stimolante
sotto questo punto di vista. In questo periodo mi sembra di leggere poco di cosa é oggi la fotografia e come sta guardando a domani, ma con buona probabilità  sono distratto. Poi passo da Walker, vado sui siti dei fotoavventori, e di innumerevoli altri fotografi...
Mi rimane però l'impressione che la contemporaneità  mi sfugge leggendo ciò che hanno fatto i grandi, per quanto, ed anche qui concordo, il loro lavoro é fondamentale. Ma sento che c'è dell'altro, ma non trovo chi ne sta parlando. A meno di andare da altre parti, ad esempio in una certa antropologia...
vabbe se ne riparla. (devo rifuggire)
bs
marco

Inviato: 13/2/2007 12:42
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Ciao Floriano,
interessante la lettura che hai proposto, credo proprio che la acquistero' perche' la personalita' di Duchamp mi attrae e vi trovo dei percorsi che molto marginalmente hanno dei contatti con la mia.
La psiche umana e' stranissima. Evidentemente i disegni e le parti che compongono il vetro hanno a che fare con qualcosa di intimo, di celato, che lui propone come una liberazione di un assillo che lo perseguita. Pero' ho come l'impressione che ci giochi sopra, che riempia molte zone con elementi che non servono altro se non a disorientare l'osservatore, a nascondersi per pudore, come se si vergogni che certe parti di se' possano essere troppo facilmente individuate.
Sarebbe interesante una discussione a quattrocchi o a sei, a otto...perche' certe personalita' sono molto interessanti, d'altronde se cosi' non fosse non avrebbero lasciato un tale segno.
Pero' anch'io sono per guardare avanti, per la ricerca di cose nuove o per la rivisualizzazione di quelle "vecchie", non certo per riproporle in una imitazione fine a se' stessa.
Ciao,
Renzo

Inviato: 13/2/2007 13:50
.........

......
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
Utente non più registrato
1969: uno scolabottiglie, non sapevo cos’era, mai visto, vengo dalle montagne, mica dalla langa.
Bello, bella forma; anche il cesso, belle linee…il grande vetro, davvero bello.

Elegante, mai messo su una cosa che non fosse bella da guardare.
Lui stesso, belle giacche, belle sciarpe, bella guancia.

1311: il popolo di Siena porta in giro per la città , con violenza, la Maestà  di Duccio, opera mai vista prima, visione del mondo, destino di uomini, urlando la propria gloria, contadini, artigiani, pezzenti analfabeti, gloria da quell’opera sconvolgente da tutti subito compresa, senza dubbi.

Ora il popolo cosa vede, cosa ascolta? Ha digerito Picasso e Stravinsky ?
Liquidiamolo pure, il popolo, che è ignorante, cosa vuoi che sappia.
Ma il popolo bestia sente un vago odore di marcio che persiste, che avanza.

Eccole, le avanguardie, (le “avanguardie”, la “militanza”,le parole militari giù fino ai manipoli biondi di Beuys) tutto inquadrato nel nuovo che incalza, perfetta invenzione per togliere la voglia di fare altro, per capire altro, celibatarii per vietare.

Ciao, Claudio.

Inviato: 14/2/2007 11:05
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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Proprio ieri ho acquistato un libro di Gillo Dorfles che volevo leggere da tempo.
"Le oscillazioni del gusto. L'arte d'oggi tra tecnocrazia e consumismo."
Parla, tra l'altro, proprio della discrepanza dei gusti fra il popolo e la 'gente colta'.
E' un libro di 30 anni fa, ma evidentemente ancora attuale.

Credo, sempre più che l'arte contemporanea debba rispondere a queste problematiche scegliendo la strada del
'SIA forma , SIA contenuto'.
Forse, come dice Borful, tramite la fotografia questo risultato è possibile.

Inviato: 14/2/2007 11:38
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Ma allora Claudio, cos'è successo tra fine 800 e inizi 900, nella musica, nell'arte figurativa, nella poesia, nel teatro, nella danza, nella fotografia, nel cinema, nell'architettura...? non sto dicendo che mi piace o meno, ma qualcosa sarà  successo !!??
Francastel, storico dell'arte, parlando della prospettiva, ci ricorda che i salti evolutivi non sono immediatamente percepiti dalle società  che spesso continuano a vivere in un universo simbolico precedente.
Qualcosa si puà dire...non penso che ridurla solo a cosa il popolo percepisca sia la chiave per comprendere anche la frattura che Dorfles ci ricorda.
bs
marco

Inviato: 14/2/2007 12:00
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
Utente non più registrato
Nego il diritto di chiunque a imporre un prodotto come fosse l'unico consono a rappresentare un' epoca storica.

Quando partì forte l'astrattismo si tentà con durezza, parlo dei mercanti d'arte, di escludere tutto ciò che non era in quella linea, vi rimasero crocchiate molte vite di artisti che non si piegarono.

Non dimenticate mai il 1964: mai.
Muore Morandi, anzi "exit Morandi" e la terza flotta americana (!) sbarca a Venezia i prodotti della pop art.

Quel che voglio dire è il diritto del'artista di esprimere come vuole la complessità  del mondo, niente affatto riducibile a qualsivoglia "ismo" e il diritto di essere giudicato con parametri diversi da quell' "ismo".

Quel che voglio dire è che il grande vetro è affascinante, specie ora che è spaccato, ma non gravido di evoluzione più di qualsiasi Bacon, o Moore, o Giacometti, nè più rispondente alle esigenze di comprensione del mondo che c'è.

Credo in un'arte, qualunque arte, capibile senza leggere la didascalia e di questa ne vedo tanta in giro, sempre di più, e me ne rallegro.

Alla faccia delle morti presunte e presuntuose.

Ciao, Claudio.

Inviato: 14/2/2007 13:17
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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Citazione:

Credo in un'arte, qualunque arte, capibile senza leggere la didascalia e di questa ne vedo tanta in giro, sempre di più, e me ne rallegro.
Alla faccia delle morti presunte e presuntuose.

Ciao, Claudio.


A sii?
Quale per esempio?

Inviato: 14/2/2007 13:54
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Ogni tanto penso che non riesco a leggerti, comprendendoti, benchè ne colga il senso e legga volentieri la scrittura energica. Alcuni sensi mi risultano più ostici. Di ismi non ne vedo in giro, almeno qui, e nemmeno di funerali, anzi i morti vengono tenuti vivi più che mai, quelli antichi e quelli recenti. Non è nemmeno detto che l'arte sia in grado, oggi, di cogliere il senso del mondo che c'è, questione a dir poco sfuggevole. Sospetto anche che l'arte non sia stata sempre chiara, anche quella grande. Almeno per tutti.
bs
marco

Inviato: 14/2/2007 14:20
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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Sono proprio uno impallinato, tanto da far vedere le ultime cose di Jordan a mia madre e alla signora delle pulizie, in ufficio, proprio mentre scrivevo qui.
Ambedue, e Jordan non è neanche un grande artista, ci hanno visto delle cose, non hanno detto "cos'è 'sta roba", il mare di auto ha fatto l'effetto voluto, senza didascalia.

Perfino il primo Paolini, museo di Rivoli 3 anni fa, ai miei, ex operaiacci 70enni, ha lasciato una qualche sensazione, come se le antichità  chiedessero qualcosa, mi disse mia zia.

E' di questo che parlo.

La morte era quella presunta dell'arte, gli ismi i diversi movimenti di cui non abbiamo fatto a meno in questi due secoli e un pezzo.

A me l'arte è parsa sempre chiara, magari su uno strato superficiale, senza cercare tanto il ripieno, pure oggi a Bologna, e qui a Torino, alle grandi kermesse, mi faccio delle belle scorpacciate.

Grazie e ciao, Claudio.







Inviato: 14/2/2007 14:54
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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E poi son stato alla Sandretto, spazio espositivo alquanto blasè a Torino a vedere già  tre volte la mostra di cose cinogiapcoreane contemporanee.
Quante belle cose che van bene per voi (vi metto in un solo canestro indebitamente) e anche per me.
E quante fulminanti giudizi sul mondo di oggi.

Ciao, Claudio.

Inviato: 14/2/2007 14:58
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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ci si potrebbe incuneare negli spazi aperti della tua scrittura e leggerci cose diverse, mi riferisco all'ultima frase, ironica, sarcastica, drammaticamente vera...mah, mi rimane aperta. Il blasè torinese, ce ne sarebbe da scrivere...ma quel luogo racconta il mondo com'è oggi ? abito proprio dietro, ma ci passo poco e quando ci passo me lo chiedo ogni volta. A volte mi piacciono anche le proposte ma alla fin fine é uno spazio per ospitare cose che ci stanno bene dentro. Quelle che non ci stanno bene dentro non le vedrai mai.
Tempo fa partecipai ad un concorso di videodanza, vincemmo pure il primo premio per i cortometraggi, 1 minuto tondo tondo, trovammo anche una riedizione di un pezzo di bach rifatto da un amico cornista jazzista sperimentale, cascava a fagiolo. La mia ex suocera lo guardà e dopo il minuto tondo tondo esclamo " bello, è proprio un bel sogno" e se andà in cucina a finire la bagnacauda. Aveva visto bene, in modo tondo tondo.
alla prossima
bs
marco

Inviato: 14/2/2007 15:24
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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Prima di tutto vi vorrei segnalare un sito fatto piuttosto bene e divertente su Duchamp.

Non so, mi sembra che ad un certo punto la discussione abbia cominciato a concentrarsi sugli epigoni, sulle conseguenze, sugli esiti (a volte, perchè no, sterili) in ambito contemporaneo delle scoperte di Duchamp, più che che su Duchamp stesso e la sua produzione, sinceramente io trovo di una semplicità  concettuale e formale disarmante molte delle sue opere, di una autoevidenza lineare, quella semplicità  ed autoevidenza, mescolata a ironia e gusto della provocazione, che caratterizza gran parte di Dada, tanto che secondo me sia i "ready made" che la Gioconda con i baffi hanno un effetto di immediata comprensione, di fruizione emotiva, su chiunque, al di là  della estrazione/preparazione culturale o della propensione o no a frequentare l'arte moderna...

Claudio, anche io come te comprendo, e posso anche auspicare, l'esigenza di un'arte capibile senza la didascalia, io stesso mi sono "formato" su espressioni di musica colta che hanno spesso messo d'accordo sia pubblico che critica, ma allo stesso tempo rivendico il diritto di un artista di non porsi il "pubblico", nel caso fosse necessario alla sua ricerca di non accondiscendere a forme di condizionamento per essere più comprensibile, anche perchè per me l'arte, qualsiasi forma d'arte, ha sempre a che fare con l'invenzione di nuovi percetti, e l'invenzione di nuovi orizzonti di senso genera sempre repulsione, diffidenza, sbrigative "liquidazioni", perchè non si hanno ancora gli strumenti conoscitivi per poterli comprendere, guai seri quindi se si modificasse il proprio percorso di scoperte d'ignoto perchè non comprese/accettate dal senso comune, allora Rimbaud avrebbe dovuto smettere di sconquassare il reale già  dopo la seconda raccolta di versi, ed invece se ne è fieramente fregato, è arrivato fino alle Illuminations o, ancora meglio, in quello straordinario capolavoro di non-poesia, ma che straordinarie scoperte d'ignoto!!!!, che è "Reve" (contenuto in una sua lettera da Stoccarda del 1875), per poi sputare proprio sulla poesia ed andare a commerciare caffè ad Aden...ecco, forse ci vorrebbero più artisti che ad un certo punto dovrebbero avere il coraggio di sputare sull'arte ed andarsene, smettendo di ripetere formule ripetute migliaia di volte, e parlo sia di arte concettuale che di arte più legata alla tradizione...

Vorrei però tornare alla domanda di Samuel, quella su cosa è la fotografia oggi e cosa sarà  domani.
Rispondere è impresa quasi impossibile, tanto più che personalmente sono d'accordo con Roberto Maggiori che non fa nessuna differenza tra "fotografi" ed "artisti che usano la fotografia" (qui il suo articolo), distinzione molto diffusa oggi (probabilmente dettata da logiche del mercato) ma sbagliata dal momento che appunto sempre di fotografia si tratta, ed entrambe le "categorie" (benchè appunto fasulle ed ingannevoli) concorrono alla definizione ed alla elaborazione di un discorso sulla fotografia, e quindi l'articolazione di una risposta approfondita che tenga presente di tutti questi aspetti va ben oltre le mie limitate capacità  e conoscenze...

Però posso sicuramente dire cosa è la fotografia per me oggi, e cosa dovrebbe essere domani, ripeto, sempre da una prospettiva mia personalissima (e parlo anche a nome di Cristina con cui condivido queste idee)...scontato quanto detto prima sulla creazione di nuovi percetti nelle forme d'arte, butto lì subito due parole, artificio ed artificiosità , intese come possibilità  di intervento diretto sulle immagini (manipolandole e trasformandole sia con strumenti digitali che meccanici), creazioni di set in cui ambientare gli scatti, ricerca di pose e teatralità , insomma tutto ciò che si contrappone al naturale inteso come descrittivo e oggettivo, tutto a favore appunto della soggettività  e della artificiosità , là  dove la presenza e le scelte del fotografo si manifestano anche nella misura e quantità  dei suoi interventi manipolativi sulla organizzazione delle immagini, a qualsiasi livello, dallo scatto alla stampa...e poi il corpo, una sempre maggiore attenzione al corpo, ma non inteso come inserito nella tradizione fotografica del ritratto, ma corpo come luogo di accadimenti non fotografici e non visivi che irrompono nella fotografia, approfondendo le pulsioni che arrivano dalla body art, dall'antropologia, dalla filosofia, chi parlava di percezione come soluzione d'uscita da alcuni "stalli" dell'arte concettuale?, si, ci puà stare, percezione e sensazione da mescolare scandalosamente alla visione (non parlo di forma perchè se, per forma ci riferiamo a qualsiasi elemento cha abbia a che fare con il figurativo, o ai canoni formali accettati dalla nostra cultura, anche quelli informali , a me non interessa)...e poi secondo me/noi porsi seriamente la fotografia significa sempre più essere al di qua ed al di là  della macchina fotografica, sia per programmare un campo di immanenza/sperimentazione/ripresa, e sia per vedere cosa ci (tra)passa e cosa ci succede, magari il rischio che corriamo è di essere le Cindy Sherman di Caronno Pertusella (senza nessuna offesa per gli abitanti della ridente cittadina, ovviamente), però è un rischio che corriamo con piena consapevolezza e con la determinazione dettata da ogni cosa che è necessaria, d'altronde non si fotografa mica quello che si vuole ma solo quello che si puà...

Un nome dell'oggi e del futuro, anche se non in linea con tutto quanto ho detto, però ammiro molto questo artista, Matteo Basilè...






Inviato: 14/2/2007 15:50
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Citazione:

claudiom ha scritto:
Sono proprio uno impallinato, tanto da far vedere le ultime cose di Jordan a mia madre e alla signora delle pulizie, in ufficio, proprio mentre scrivevo qui.
Ambedue, e Jordan non è neanche un grande artista, ci hanno visto delle cose, non hanno detto "cos'è 'sta roba", il mare di auto ha fatto l'effetto voluto, senza didascalia.

Perfino il primo Paolini, museo di Rivoli 3 anni fa, ai miei, ex operaiacci 70enni, ha lasciato una qualche sensazione, come se le antichità  chiedessero qualcosa, mi disse mia zia.

E' di questo che parlo.

La morte era quella presunta dell'arte, gli ismi i diversi movimenti di cui non abbiamo fatto a meno in questi due secoli e un pezzo.

A me l'arte è parsa sempre chiara, magari su uno strato superficiale, senza cercare tanto il ripieno, pure oggi a Bologna, e qui a Torino, alle grandi kermesse, mi faccio delle belle scorpacciate.

Grazie e ciao, Claudio.


Forse c'è voluta l'aria fresca di un forum differente, ma stranamente sono d'accordo su tutto quello che hai scritto in questa discussione!
Ma perchè fingi di pensarla diversamente?

Inviato: 15/2/2007 7:28
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Marco ha scritto:

...l'invenzione di nuovi orizzonti di senso genera sempre repulsione, diffidenza, sbrigative "liquidazioni", perchè non si hanno ancora gli strumenti conoscitivi per poterli comprendere...

sono d'accordo con Roberto Maggiori che non fa nessuna differenza tra "fotografi" ed "artisti che usano la fotografia"... butto lì subito due parole, artificio ed artificiosità ...



Non sono d'accordo nè con la prima nè con la seconda delle tue posizioni, almeno per come le ho intese io: sulla prima, pur senza generalizzare, non penso che sia la "ricerca del pubblico" possa essere il fattore in grado di inquinare la ricerca di un artista, che non è così pura e libera come un imprinting idealista potrebbe far ancora supporre.

Sulla seconda dele tue posizioni bisognerebbe aprire un altro 3d (e spero qualcuno ci pensi): è un tema troppo importante e appassionante perchè rimanga confinato in una discussione su Duchamp, con la quale non avrebbe più niente a che vedere. La mia personale opinione, che qui rinuncio a sviluppare, è che se la fotografia diventa ciò che tu auspichi (che io provo a riassumere nell'equazione tra fotografia e grafica o tra fotografia e arte tout court) la fotografia come espressione con una sua specificità  e quindi con qualcosa da dire è definitivamente spacciata - e qui vaticino una di quelle "morti" di cui ClaudioM non vuol sentir parlare.


Inviato: 15/2/2007 7:52
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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palomar ha scritto:

Non sono d'accordo nè con la prima nè con la seconda delle tue posizioni, almeno per come le ho intese io: sulla prima, pur senza generalizzare, non penso che sia la "ricerca del pubblico" possa essere il fattore in grado di inquinare la ricerca di un artista, che non è così pura e libera come un imprinting idealista potrebbe far ancora supporre.



Beh, invece secondo me proprio generalizzi, scusa ma dipende da artista ad artista, ti posso presentare almeno una decina di artisti e fotografi che conosco personalmente che fanno una ricerca pura e libera (a parte che nell'arte la libertà  la detesto ), , senza nessun condizionamento, e non parlo del "pubblico", parlo del condizionamento più forte, quello del mercato...ripeto, molti non fanno mica quello che vogliono, ma solo quello che possono...e poi si, gli stessi artisti fanno mostre e provano a vendere, perchè fare arte visiva costa, mettere in atto idee e progetti costa, ed oggi per un povero cristo qualsiasi l'unico modo per finanziare le proprie idee è o fare un doppio lavoro, come tantissimi fanno tra difficoltà  e frustrazioni indicibili, oppure vendere opere, se uno riesce a piazzarne qualcuna, perchè no?, non ci vedo nessun attentato alla integrità  artistica ma solo una possibilità  in più per una idea innovativa di essere poi sviluppata e realizzata...

E poi Claudio parlava di un'arte che non avesse bisogno di didascalie per essere spiegata, più comprensibile a tutti, che contrapponeva al concettualismo imperante, ed io ho detto ok, mi va bene, però ho solo voluto mettere in evidenza uno dei possibili rischi che si possono correre nel caso un artista rinunci alla ricerca "estrema" a favore della capibilità , come dire, non è detto che vada bene per tutti...


Citazione:

la fotografia come espressione con una sua specificità  e quindi con qualcosa da dire è definitivamente spacciata - e qui vaticino una di quelle "morti" di cui ClaudioM non vuol sentir parlare.


Scusa ma qui non ho capito cosa intendi, potresti sviluppare meglio, magari aprendo appunto un'altro topic?

In breve, per me le nuove immagini di Chris Jordan sono fotografia, con una loro specificità , la cui specificità  ci dice tantissimo su cosa sia la fotografia oggi e sul mondo in cui è praticata e che aspira ad interpretare, così come sono fotografia le immagini di paesaggio di Fatali, fotografo anche lui contemporaneo seppur legato alla tradizione "classica", ed entrambi concorrono alla definizione di quel discorso sulla fotografia, sul mezzo ed i suoi scopi precipui, che è e deve essere in costante evoluzione, di nomadismo, di dialettica...detto questo sottolineo che quello che ho detto è un parere assolutamente personale e che non ha nessuna pretesa che venga condiviso, come dicevo nell'incipit è come concepiamo la fotografia io e Cristina oggi, con la volontà  di ribadire che anche in queste forme "atipiche" è appunto sempre fotografia e non arte che usa la fotografia, distinzione che, come dicevo, personalmente trovo fuorviante in prospettiva di quel discorso sulla fotografia che si costruisce giorno per giorno, guardando e rivolgendo attenzione e riflessione ad ogni forma di fotografia che venga praticata, da Chris Jordan a Fatali, da Gursky a Serrano, da Burtynsky a Basilè...





Inviato: 15/2/2007 8:26
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
Utente non più registrato
Cari amici,
(mi accorgo di essere un po' lento nei miei interventi e mentre ne scrivo uno me ne ritrovo già  tre di nuovi).
Negli ottimi interventi di tutti appare un'esigenza pratica: come traduco quel sapere in una immagine? Personalmente sono convinto che le idee del Dadà  siano state digerite, almeno al nostro livello e che la necessità  di Renzo di capire fin dove è cultura e dove arriva la furbizia, sia parte integrante della provocazione di Duchamp. Gli studi sul suo Grande vetro (1914) sono della fine di un epoca , la chiude con un'esplosione che è rivoluzionaria, come quella che in quell'anno provoca la Prima Guerra Mondiale, nel '17 la Rivoluzione di Ottobre, nel '22 l'avvento del primo dei fascismi europei, ecc.. Da Nietzsche in poi tutto cambia, Cezanne, il Cubismo, l'Astrattismo, la Metafisica, ecc, sono precedenti a Duchamp: Duchamp catalizza una via di fuga attraverso la scoperta dell'intenzionalità  con alle spalle una cultura, oserei dire immensa e razionale.
Suggerisco per coloro che sono particolarmente digiuni del problena ma curiosi di capirci qualche cosa una pubblicazione di Art-Dossier: Maurizio Calvesi, Duchamp, Giunti, Firenze, inserto redazionale all. al n. 78, aprile 1993, con interventi di Arturo Schwarz, James J. Sweeney e un testo dello stesso Duchamp.
Bellissima discussione questa. Candidus / Floriano

Inviato: 15/2/2007 9:05
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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ciao Marco,
grazie della risposta sulla questione della fotografia oggi/domani. Questione che trovo sempre più centrale, perchè rappresenta uno snodo che richiede di essere preso in carico. Vedo con interesse che il corpo continua ad essere uno dei temi del tuo approccio e anche qui si meriterebbe un topic a parte.
Sfuggo un po alle definizioni dello specifico fotografico per guardare più alle forme che la fotografia assume. Qualcuno più propenso e interessato a farlo però potrebbe iniziare ad indicare quali sono queste specificità , con un altro topic.
ci si rivede
ba
marco


Inviato: 15/2/2007 9:12
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Grazie per la dotta risposta, Marco (per la cronaca sono Marco anche io): mi pare che almeno un nuovo topic su futuro / specificità  della fotografia si renda a questo punto necessario.

A me poi piacerebbe discutere anche su un'altra questione, quella del corpo (che era alla base del mio originario progetto di tesi di dottorato): anche su questa mi pare che le nostre posizioni siano piuttosto distanti: bene, così viene meglio il dibattito.

Inviato: 15/2/2007 10:15
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?

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Ciao Marco,
ti ho letto e riletto varie volte, ma c'e' in me della confusione, della ribellione....
Vediamo se con la mia rozza semplicita' riesco ad esprimerla.
Quando il Caravaggio dipingeva le sue tele con quella fantastica luce che noi fotografi spesso ci siamo impuntati inutilmente di riprodurre, sicuramente in testa aveva dei concetti da tradurre con il pennello, e cosi' Michelangelo, Van Gogh, Manet...vado a caso e salto in qua e la'....cioe' producevano qualcosa che era l'estrinsecazione di quello che avevano in testa.
Arriva Duchamp e mi dice: Non fare caso a quello che ti presento, e' solo un simbolo di quello che ho in testa....
E' come se uno mi offre una scatola di cioccolatini a tre strati, tutta bella dorata e infiocchettata e un altro mi regala solo la carta dicendomi: " tanto basta il pensiero..."
Io Duchamp lo conosco molto poco, ho letto solo un paio di biografie e vari commenti su internet, e ho moltissime lacune, anche perche' era un personaggio chiuso che lasciava trapelare poco di se' e spesso si divertiva a lasciare gli altri nella convinzione che si erano fatta di lui senza smentirli. Amava disorientare. Pero' fino al "nudo che scende una scala" ho cercato di seguirlo, nei suoi studi, nei suoi entusiasmi e nelle sue delusioni. Ho cercato di capirlo, come uomo piu' che come artista. Ho cercato di mettere insieme le tessere di un mosaico formato dalle sue frasi ( sempre calcolate ), dai suoi comportamenti, da quello che i contemporanei dicevano di lui. E il Nudo che scende le scale per me e' un capolavoro, frutto di studi sul cubismo e sulla rappresentazione del movimento. Poi l'esploit, prima quella timida ruota di biciletta tenuta nascosta, poi pale per la neve e gomitoli di spago, e infine, all'occasione propizia, quella sarcastica presentazione sotto falso nome del vespasiano.
Era un provocatore, d'accordo, ma perche' proprio un vespasiano? Perche' questo sberleffo? Perche' questo vero e proprio pernacchio partenopeo? Perche' questa rinuncia a presentare un'opera sua e a sostituirla con un pisciatoio? Perche' continua a presentare per un po'cose ( non opere ) che niente hanno a che fare con l'arte ma di uso comune?
Non era una ribellione alla incomprensione, alla stupidita' umana che era pronta ad adorare e ad adulare le opere e i comportamenti che esulavano dalla normalita' e a rifiutare cio' che era frutto di studio e applicazione?
Poi seguono dadaismo e surrealismo, pero' qui gli oggetti vengono elaborati, assumono una funzione anche se diversa da quella usuale, c'e' uno studio sulla loro organizzazione e composizione.
Ma continua a costringerci a seguirlo su strade immaginarie, su percorsi fantastici che incuriosiscono, e poi, come se conoscendo l'animo umano Duchamp avesse voluto creare una specie di thrilling destinato a sopravvivergli, il Grande vetro.
Pero' dopo essersi lasciati andare al fascino misterioso di questa opera uno la guarda a distanza e si domanda: E' vero, e' riuscita a coinvolgermi con il suo giochino nascosto...ma e' veramente un'opera d'arte? E' concettuale...ma di cosa? Di qualche argomento che sconvolge l'animo umano? Dilemma...
Ciao,
Renzo

Inviato: 15/2/2007 10:51
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Re: Che ne pensate di M. Duchamp?
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palomar ha scritto:
Grazie per la dotta risposta, Marco (per la cronaca sono Marco anche io): mi pare che almeno un nuovo topic su futuro / specificità  della fotografia si renda a questo punto necessario.

A me poi piacerebbe discutere anche su un'altra questione, quella del corpo (che era alla base del mio originario progetto di tesi di dottorato): anche su questa mi pare che le nostre posizioni siano piuttosto distanti: bene, così viene meglio il dibattito.



Beh, la famiglia dei Marco è sempre più ampia ...rispondo a te ma anche in qualche modo a Samuel, altro Marco della combriccola...

Non mi devi ringraziare, come ti dicevo è un argomento mooooolto aperto e non ho fatto altro che esporre la mia personale, ed opinabilissima, visione, e poi ho solo approfondito alcuni punti su tua richiesta perchè posso benissimo capire che dal mio primo, e lungo e a volte oscuro post, non tutto fosse chiaro, quindi hai fatto benissimo a richiedere ulteriori approfondimenti...sono più che aperto al confronto, sono temi importantissimi che, come ti dicevo considero "nomadi", necessitano di una costante riflessione e dibattito, se riusciamo ad aprire un topic apposito sarebbe bello, anche se non è facile padroneggiare una materia così vasta e complessa...

Per il corpo, e poi la finisco di interrompere Duchamp...io ho fatto una specie di percorso a ritroso rispetto alla contemporaneità : sono partito con l'antropologia culturale (studi universitari), per poi affrontare le performances e la body art, sono finito agli azionisti viennesi, ed adesso mi interessa solo ed esclusivamente Artaud, l'unico legame con la "contemporaneità " è Deleuze, però quando ho letto (ed ascoltato, esiste una edizione con cd dal momento che in origine doveva essere una trasmissione radiofonica, poi censurata) "Per farla finita con il giudizio di dio" di Artaud, per me è stata come una rivelazione, mi è sembrato che lì ci fosse tutto quello che stavo inseguendo da tanto, al cui confronto body art/performances erano come dei balbettii...cmq meglio se la pensiamo diversamente!, così imparo qualcosa di nuovo ...






Inviato: 15/2/2007 11:00
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