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Annusate i vostri negativi.

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Quasi tutti i miei negativi in bianco e nero degli anni '70 e '80 si stanno degradando perchè l'acetato di cellulosa di cui è fatto il supporto della emulsione, sta sviluppando acido acetico, (si chiama "sindrome dell'aceto", si sente anche dall'odore molto evidente). Le immagini digitalizzate hanno un aspetto velato (anche con 3 strumenti diversi di digitalizzazione) ed è questo che mi ha spinto ad informarmi nel web.
Prima mi chiedevo che cavolo di fissaggio avessi usato 45 anni fa che aveva un odore così forte di acido acetico e mentre me lo chiedevo loro continuavano a degradarsi, ma ho fatto di peggio, ho chiuso a gruppi i raccoglitori dei negativi in sacchetti di plastica perchè l'odore mi dava fastidio, accellerando così il processo in maniera esponenziale. Probabilmente sono anche entrate in contatto con acido solfidrico che era presente nell'aria negli anni '70 a causa della eutrofizzazione della laguna (in certi giorni era così intenso da ossidare e provocare piccole tacche di corrosione nell' argenteria).

Comunque credo che sia stata principalmente colpa del clima umido fra mare e laguna dove abito, che sembra sia proprio uno dei fattori degradanti.
E' meglio quindi non confidare troppo sulla lunga conservazione dei supporti analogici (se non tenuti in condizioni di umidità e temperatura ottimali) e consiglierei di digitalizzare quanto prima.

Ho da molto tempo anche un degrado delle diapositive a colori. Riguarda principalmente i funghi, cosa che non affligge il bianco e nero, penso per i cromogeni e il processo di sviluppo che era diverso. Anche in questo caso prima vengono digitalizzate meglio è.
Potrei mettere un post dove illustro il mio metodo di costruzione di un pratico attrezzo per digitalizzare che ho già illustrato in un altro forum e che forse molti hanno già visto.

Le digitalizazioni sono su 4 dischi diversi e molte su DVD. Ho dei CD che hanno una ventina d'anni e sono ancora perfettamente leggibili.
Ho acquistato due anni fa anche degli M-DISC; sono DVD di struttura diversa dai soliti, hanno un supporto simile alla pietra (dicono), praticamente eterno e si usano con un normale masterizzatore.
Però non basta avere i supporti di roccia, bisogna avere nel tempo ciò che li legge. Un sistema è quello di conservare un vecchio PC (anche un laptop con lettore di DVD interno o esterno) con il sistema operativo funzionante (anche se obsoleto e non adatto ad entrare nel web) e programmi di visualizzazione. Soprattutto bisogna accenderlo ogni tanto per tenere in vita i condensatori come pure sigillarlo da umidità e polvere.

Credo che così gli Hard disk e i DVD saranno fruibili almeno per una cinquantina d'anni come una mia radio a valvole che ne ha 68.
Non pretendo di durare altri 50 anni, per cui, da lasciare ai posteri che non sapranno usare i miei vecchi supporti digitali, l'unica sono le stampe a pigmenti che sto facendo, pur sapendo che quando sarà ora qualcuno dirà: - questo ha lasciato un metro cubo di fotografie insulse e un computer di Marco Caco che adesso tocca portare all'ecocentro!

Inviato: 25/6/2022 17:35
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Re: Annusate i vostri negativi.

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Pino ha scritto:
l'unica sono le stampe a pigmenti che sto facendo, pur sapendo che quando sarà ora qualcuno dirà: - questo ha lasciato un metro cubo di fotografie insulse e un computer di Marco Caco che adesso tocca portare all'ecocentro!


Questo concetto mi libera dall'ansia conservativa. Non ho figli ma ho un archivio discreto di fotografie analogiche relative ad architetture di scarsa qualità che ho documentato per lavoro nel corso dei primi anni di professione. L'architettura scadente e la difficoltà a collocare nel futuro questa massa importante di negativi a colore mi ha fatto pensare alla loro distruzione col fuoco che documenterò con un video a cui sto pensando da tempo. Non potendo demolire tanto costruito vorrei che non ne rimanesse nemmeno la traccia fotografica. Il regista ce l'ho, mancano solo alcuni dettagli della sceneggiatura prima di appiccare il fuoco!

Inviato: 27/6/2022 16:35

Modificato da archifoto su 27/6/2022 16:50:28
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Re: Annusate i vostri negativi.

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archifoto ha scritto:

... mi ha fatto pensare alla loro distruzione col fuoco che documenterò con un video a cui sto pensando da tempo.


Un falò di centinaia di pellicole è cosa rara, va usata con il giusto spirito imprenditoriale.

Trova un curatore giusto per il video, aggiungici il minimo indispensabile di tema-che-va-tanto-di-moda-oggi e ci vinci pure un premio. Così unisci la catarsi fotografica al dilettevole e all'utile


Inviato: 27/6/2022 16:50
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Re: Annusate i vostri negativi.

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Mxa ha scritto:
Un falò di centinaia di pellicole è cosa rara, va usata con il giusto spirito imprenditoriale.

Trova un curatore giusto per il video, aggiungici il minimo indispensabile di tema-che-va-tanto-di-moda-oggi e ci vinci pure un premio. Così unisci la catarsi fotografica al dilettevole e all'utile



ci sto lavorando seriamente! Ora che ci penso non ne avevo mai parlato in pubblico, questa è la prima volta e cercherò di trarre il massimo beneficio dal rogo!

Inviato: 27/6/2022 18:10
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Re: Annusate i vostri negativi.
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Da appassionato di fotografia , ma non professionista, nè tantomeno Artista, mi capita con una certa frequenza di pensare che ne sarà dell' archivio di immagini, stampe, negativi cui aggiungere negli ultimi anni chissà quanti files digitali, che bene o male costituiscono e documentano i miei forse 30-40 anni di fotografia fatta, non voglio dire ad un certo livello, perchè su quello non mi illudo, ma certamente con passione e studio e dedizione.

Che vada tutto o quasi perso un poco mi dispiace, ma poi alla fine neppure così tanto. Capisco che il valore che posso attribuirgli io, non necessariamente deve essere condiviso da altri.
Peraltro l'aver sottolineato all' inizio di non essere un professionista, non credo neppure che significhi molto. Escludendo i pochi che hanno raggiunto "fama e gloria" e per cui si muoveranno gallerie, musei, associazioni, amici per conservare nel tempo le loro opere, immagino che la maggior parte degli archivi professionali, dopo che il titolare si ritira, va in pensione e chiude l'attività, finiscano per andare dispersi.
E figuriamoci dunque le raccolte dei semplici fotoamatori.

Avendo abbastanza chiara questa prospettiva e non ritenendo sia il caso di dedicare più di tanto energie, risorse anche economiche, proccupazioni ,ecc. per tentare di vincere la sfida del tempo, che giudico abbastanza persa in partenza, vien logico dunque chiedersi il perchè del continuare ad investire tempo, dedizione, denaro in una attività che tutto sommato finisce per apparire fine a se stessa.

E le risposte che sono riuscito a darmi, alla fine sono solo due: una apparentemente più reale, l'altra più paradossale, ma forse alla fine la più vera.

Quella diciamo reale è che fotografare è comunque un' attività che ti spinge a osservare e valutare il Mondo che ti circonda, le persone, le cose, in un modo peculiare e si spera più profondo, cosciente e diverso da chi fotografo non è.
Solo per fare un esempio, una bella giornata di sole, potrà piacere ai fotografi ed ai non fotografi, ma forse i primi hanno una maggiore profondità di coscienza nell'apprezzarne la qualità e gli effetti luminosi, il modo in cui gli oggetti ne vengono identificati e delineati, una coscienza più profonda dei vari giochi di luce. La cosa immagino valga forse ancor più per i pittori.
E per chi si dedica al reportage o alla fotografia sociale, si potrebbe dire la Fotografia spinge a saper isolare, identificare ed infine cogliere e bloccare di ogni azione o avvenimento, il momento topico e più significativo.

Senonché, una volta raggiunta quella capacità di visione cui l'attività fotografica ti ha portato, se ti rendi conto di non riuscire (per limiti personali) a ricavarne tuttavia opere artisticamente tali da meritare di essere conservate, potresti anche evitare di fotografare e limitarti ad apprezzare la luce ed i suoi effetti, come detto sopra e tenere la macchina a casa.
In effetti ho perfino sentito di qualcuno che in passato, quando si stava attenti al costo dei materiali, scattava senza caricare la pellicola in macchina. Probabilmente era uno che aveva raggiunto quel livello di coscienza e realismo che ho cercato di descrivere.

Ma qui interviene la ragione paradossale. Che definirei come il piacere o il feticismo connesso all'atto del fotografare con tutto il corredo ed ornamento del suo compiersi che va dalla scelta dell'apparecchio e dell'obiettivo, alla corretta esposizione, composizione, inquadratura, messa e fuoco e tutto quanto sappiamo.

Per questo a chi mi chiede, perchè fotografo ho spesso risposto celiando che "Mi piace sentire il clic dell'apparecchio" . Di solito la prendono per una battuta, del resto abbastanza fiacca e stupida, e ci fanno su una risatina.
Ma in effetti, potrebbe essere proprio così.


Inviato: 27/6/2022 18:52
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Annusate i vostri negativi.

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23/6/2022 9:20
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Sono buone riflessioni comunque e comincio dalla fine.

Se qualcuno me lo chiede gli rispondo: per me stesso, perchè amo, è amore; di un gesto, di una scena, di un colore, di un bel viso, e ciò che ha suscitato in me questo amore lo vorrei fissare per sempre.

Fin da ragazzino ho considerato la fotografia una macchina del tempo, quando ho cominciato a fotografare, oggi ne ho la riprova, il tempo si è fermato negli scatti che ho fatto ai luoghi, alla famiglia, agli amici, alle cose, ritrovo tutto com'era e ci resterà sempre fin che durerà la foto.

La riprova è che una quarantina di anni fa ho fatto delle lunghe serie di scatti alle strade di Mestre e Lido e le ho pubblicate poco tempo fa su Facebook. C'è gente che si è commossa nel ritrovare luoghi che non ci sono più perchè sono cambiati, riconosce la cartoleria dove acquistava il foglio protocollo per il compito in classe e ne ricorda gli odori di legno e carta, l'automobile del padre, i ritrovi con gli amici ecc.

Se uno mi chiedeva allora perchè fotografavo gli avrei risposto: per fermare il tempo e sicuramente avrebbe pensato che ero un strano. Oggi mi dicono: che belle queste foto. Non sono belle, sono foto banali (fatte bene, per carità), sono i ricordi che sono belli. Questo comunque mi appaga, forse saranno gli unici scatti che resteranno di me (che sono già in un archivio OPAC).

Certo mi piacerebbe che restassero le ho cose che ho colto, perchè c'è qualcosa di me, da questo il desiderio che non andassero perse, per lasciare una traccia. Nelle foto ci sono io, c'è come ho guardato attorno a me.

Inviato: 27/6/2022 23:11
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Re: Annusate i vostri negativi.
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Conservare. Rendere inattaccabili dagli effetti dello scorrere del tempo. Chi non desidererebbe ciò per le opere fotografiche? Se non tutte le proprie almeno qualcuna o quelle altrui giudicate capolavori meritevoli. Rimanendo nel proprio orticello, sono convinto che ognuno vorrebbe che una decina delle fotografie prodotte, magari a fronte di migliaia scattate, fosse in grado di sfidare il tempo ed essere immune dal suo scorrere. Io personalmente, non sono propenso a credere alla modestia di chi fotografa. Almeno di chi, seppur hobbista e dilettante, la pratica con cognizione di causa e con un certo background. Anzi, fotografare non su commissione (e questo vale anche per i professionisti che sviluppano un portfolio fuori dall’ambito lavorativo), ma seguendo il proprio credo e idee, porta ad una sorta di affezione a quanto prodotto ed a una sopra-valutazione di esso; con conseguente formazione di un legame molto molto forte. Come ho prima detto non di tutto il prodotto ma senz’altro di una parte. Magari esigua. Pronto ad essere smentito (in fondo parlo di una mia convinzione personale) ma credo fermamente che qualsiasi fotografo vorrebbe che una parte, magari esigua, di quanto prodotto sopravvivesse in eterno. In soldoni io non ci credo quando sento un fotografo dire: “se tutto il mio sparisse o venisse distrutto, non me ne importerebbe un fico secco”. Ripeto: magari se sparisse il 99% potrei fregarmene, ma quell’1% no. Sbaglio ed ho torto?
Comunque, supponendo che si voglia/debba rendere duraturo uno scatto, cosa conviene fare? Affidarsi ad un file digitale o ad un concreto e tangibile manufatto fisico? In teoria un file è eterno ed inattaccabile, ma abbiamo visto ed elencato i problemi/pericoli ai quali è esposto. Pericoli legati al “dove” è ospitato fondamentalmente (obsolescenza, cancellazioni accidentali, non leggibilità). Una fotografia impressa su un supporto, essendo un qualcosa di fisico, incorre agli insulti del tempo. Quindi? Quindi occorre avvalersi di supporti e tecnologie allo stato dell’arte, con dispositivi di conservazione e di backup ad hoc….con spese molto molto rilevanti e garanzie non del 100%.
Infine, perché io fotografo? Risposta banale: perché mi da qualcosa.
Mi appaga, mi piace. Sono sempre convinto che creerò un qualcosa di buono. Immodesto? Si, forse. Ma sono realista e riesco a discernere e giudicare quanto faccio con cognizione di causa. Su miriadi d scatti che faccio sono conscio che magari solo uno o due sono sopra le righe. Ma in fondo quanto mi piace della fotografia (quando non è il semplice punta e scatta) è il suo essere una sorta di input per riflessioni, ricerca e documentazione che vanno in ogni ambito dello scibile.

Marco


Inviato: 28/6/2022 14:53
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Annusate i vostri negativi.

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Citazione:

pamar5 ha scritto:
Conservare. Rendere inattaccabili dagli effetti dello scorrere del tempo. Chi non desidererebbe ciò per le opere fotografiche? Se non tutte le proprie almeno qualcuna o quelle altrui giudicate capolavori meritevoli. Rimanendo nel proprio orticello, sono convinto che ognuno vorrebbe che una decina delle fotografie prodotte, magari a fronte di migliaia scattate, fosse in grado di sfidare il tempo ed essere immune dal suo scorrere. .

Marco



A mio parere ci sono due aspetti che riguardano la conservazione, uno è quello fisico e credo che sia il più facilmente risolvibile perchè le tecnologie analogiche o digitali oggi ci sono e tra stampe in carta cotone scatole conservazione hard disc etc... il problema si può risolvere facilmente. L'altro è l'interesse alla conservazione. Chi si mette a conservare le tue foto se non hanno un qualche interesse pubblico? Ok se hai dei figli e dei nipoti fai una bella scatola in cartone per la conservazione (a Bologna c'è uno studio che si occupa di restauro della fotografia e ne fa di bellissime) e la lasci in eredità e i tuoi nipoti che le riguarderanno pensando al nonno... Bello ma per andare oltre al cassetto di famiglia le fotografie prima di tutto devono avere una qualche forma di interesse pubblico ed essere fruibili attraverso libri o archivi digitali. In sostanza dato che conservare fotografie è una roba che costa è necessario che un qualche ente sia interessato al tuo archivio e, riconoscendone il valore, si prenda la briga di conservarlo e renderlo fruibile. Altrimenti gli originali finiscono, in ottimo stato di conservazione, alla discarica.
p.s. il "tuo" è generico ovviamente e non riferito a te Marco.

Inviato: 28/6/2022 16:31
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