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Re: Scorci sulla Gallura
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8/1/2005 22:33
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Devo dire la verità? Sono interdetto. Un utente (Gianluke) ha postato alcuni scatti per un commento e critica e ne è scaturita una risposta di accusa di inutilità dei medesimi. e la domanda "perchè fai queste foto?", che senso hanno nel 2017?". E poi una serie di considerazioni su cosa si è perso oggi e come era nel passato......Io penso di intuire il senso della frase "perchè queste foto oggi". Gianluke si è giustificato dicendo che non sono uguali alle migliaia che ci sono in rete. Non è il tipo di inquadratura usata, ma è il genere che è visto da qualcuno inutile oggi. Genere e tipologia di rappresentazione vista come sterile e ormai spremuta; non "degna" di apportare un quid diverso ed artistico.....filone trito e ritrito. Sbaglio forse o è cosi? Vi è fotografia e fotografia ed ancora fotografia diversa. Considerare degna solo una tipologia e sminuire le altre è limitativio. Certo se cerchiamo solo nuovi impulsi e nuove vene filosofiche taluni generi e tipologie sono sterili....ma sterili per quel lato, non in toto. Per me basare tutto solo su un aspetto quello si è limitante.
E poi torna sempre il paragone "una volta era diverso". l'età dell'oro è il passato e come si faceva prima....mi sbaglierò ma io di età dell'oro ricordo solo il Klondike di Zio Paperone......

Marco

Inviato: 27/4/2017 22:55
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Re: Scorci sulla Gallura
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Ma non vedo cosa c'è da rimanere interdetti. Tranne per il fatto che il mondo è complicato.
Se vado in un posto, specialmente se non ci son mai stato o so che non ci andrò più o certamente non abitualmente, faccio delle foto e mi frega niente se sono o saranno uguali o peggiori di altre migliaia.. Sono le "mie" foto. E tanto mi basta.

Uno o due utenti hanno riflettuto su quanto era meglio "prima". Altri non ne hanno fatto cenno o, come ho fatto io, hanno rimarcato che se c'erano problemi, c'erano anche prima.

Il genere Panorama andava, va ed andrà anche in futuro.

Le foto di Gianluke potrebbero benissimo essere inserite in un sito di stock e vendere, anche se magari si troverebbero in compagnia di altre migliaia dello stesso luogo e la concorrenza sarebbe dura ed il numero di scelte limitato, vista l'inflazione dell'offerta.

Le foto che vedo pubblicate su periodici del settore viaggi/turismo/natura, tipo Bella Italia o cose del genere, non mi paiono né particolarmente migliori, né peggiori di queste di Gianluke.
Qualcuno pubblicandole lì, ci ha guadagnato (tanto o poco, non lo so).
Fosse stato inserito in un certo circuito, quel qualcuno avrebbe potuto essere certamente Gianluke e nessuno sarebbe andato a chiedergli allora , perché aveva scattato quella foto.

La stessa foto, pubblicata su una rivista ha un suo significato e valore, inserita su un social ne ha un altro e se resta sull' HD del pc di casa per essere vista semmai in famiglia , ne ha un altro ancora.
Eppure resta la stessa foto.

Inviato: 28/4/2017 0:01
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Re: Scorci sulla Gallura
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pamar5 ha scritto:

E poi torna sempre il paragone "una volta era diverso". l'età dell'oro è il passato e come si faceva prima....mi sbaglierò ma io di età dell'oro ricordo solo il Klondike di Zio Paperone......

Marco


Non si tratta di rimenbrare nostalgicamente il Klondike, è una constatazione di come sia cambiato l'approccio all'ambiente fisico e sociale.

Non è difficile oggi che se qualcuno sta passando accanto ad un incidente stradale, invece di cercare di soccorrere i feriti, si metta a filmarli e fotografarli con il telefonino. Così come ci sono afflussi di gente che invece di fare la gita al mare o in montagna vanno a vedere i paesi distrutti dal terremoto per esserci nell'evento, magari non si erano mai sognati di andarli a vedere quando erano interi (tornerei a citare l'esserci documentato per immagini, a cui si riferiva Franz).

Oggi non importa quasi a nessuno di cogliere in uno scatto o in un progetto fotografico la vita reale, quella banale di tutti i giorni, quella di chi perde il lavoro e si trova davanti alla azienda a scambiare speranze e domande con i colleghi fuori dai cancelli. La quotidianeità dei ragazzi che non studiano e non lavorano giocoforza. Quella di chi era insegnante precario a Bari e gli hanno dato la possibilità di essere di ruolo a Bolzano a 1000 Km da marito e figli, quela delle badanti Moldave o Ucraine che si ritrovano tutte assieme la domenica a fare un picnic frugale sui tavoli del parco per parlare la propria lingua e scambiarsi notizie su figli e genitori lasciati a casa. Quella di chi fa il turno di notte in fabbrica o in ospedale, quella di chi asfalta l'autostrada in agosto, quella di chi mantiene a stento moglie e figlia vendendo calzini e tovaglioli porta a porta ecc. ecc.
Ma anche la vita di chi fa l'università o il lavoro ce l'ha e sta economicamente bene, dove frequenta, se frequenta, quali luoghi e persone gli stanno attorno, come si veste, dove lavora ecc. ecc.

Queste cose (cambiati i parametri di poco) erano la fotografia degli anni '50, '60 e '70.
Quante se ne vedono di foto così oggi sui social e sulle raccolte di stock? Praticamente nessuna perchè le foto di stock servono a pubblicizzare luoghi e prodotti, ma sono milioni e milioni e quindi sembra che il mondo sia tutto bello, lucido, nitido e colorato di colori stupendi. Le foto dei social servono a rendere pubbliche le vacanze i ristorante e i compleanni. E quindi ancora montagne, laghetti, spiagge, tortine e candeline.

La fotografia rispecchia lo sguardo della gente sul mondo e se certe foto non si vedono più, non è perchè il mondo è diventato più bello e più colorato, è perchè la gente il mondo lo vuol vedere così, o meglio, non vuole più vederlo per quello che è. Nostalgia del Klondike? No, constatazione che la vita degli altri, vista con empatia, e con amore, non interessa più (a meno che non siano stesi sull'asfalto).

Inviato: 28/4/2017 1:59
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Re: Scorci sulla Gallura

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luciano ha scritto:
Ma non vedo cosa c'è da rimanere interdetti. Tranne per il fatto che il mondo è complicato.
Se vado in un posto, specialmente se non ci son mai stato o so che non ci andrò più o certamente non abitualmente, faccio delle foto e mi frega niente se sono o saranno uguali o peggiori di altre migliaia.. Sono le "mie" foto. E tanto mi basta.

Uno o due utenti hanno riflettuto su quanto era meglio "prima". Altri non ne hanno fatto cenno o, come ho fatto io, hanno rimarcato che se c'erano problemi, c'erano anche prima.

Il genere Panorama andava, va ed andrà anche in futuro.

Le foto di Gianluke potrebbero benissimo essere inserite in un sito di stock e vendere, anche se magari si troverebbero in compagnia di altre migliaia dello stesso luogo e la concorrenza sarebbe dura ed il numero di scelte limitato, vista l'inflazione dell'offerta.

Le foto che vedo pubblicate su periodici del settore viaggi/turismo/natura, tipo Bella Italia o cose del genere, non mi paiono né particolarmente migliori, né peggiori di queste di Gianluke.
Qualcuno pubblicandole lì, ci ha guadagnato (tanto o poco, non lo so).
Fosse stato inserito in un certo circuito, quel qualcuno avrebbe potuto essere certamente Gianluke e nessuno sarebbe andato a chiedergli allora , perché aveva scattato quella foto.

La stessa foto, pubblicata su una rivista ha un suo significato e valore, inserita su un social ne ha un altro e se resta sull' HD del pc di casa per essere vista semmai in famiglia , ne ha un altro ancora.
Eppure resta la stessa foto.


Quoto tutto, dalla prima all'ultima parola.

E Gianluke non ha ancora risposto alla domanda del perche' faccia queste foto. E non e' tenuto a rispondere, ovvio. Ma rimane una domanda assolutamente non provocatoria che aiuta a inquadrare il suo spazio compositivo e progettuale. Non solo mi aspetto che la stessa domanda venga fatta a me da chiunque, ma me la faccio io stesso quotidianamente. E spesso mi balbetto nella testa una risposta che lascia interdetto pure me.

Inviato: 28/4/2017 8:21
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Re: Scorci sulla Gallura

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PinoKent ha scritto:

Oggi non importa quasi a nessuno di cogliere in uno scatto o in un progetto fotografico la vita reale, quella banale di tutti i giorni, .....

Concordo. Negli anni '60 ci sarebbero stati decine di fotografi a documentare le esperienze dei migranti africani (e riviste a pubblicare le foto, e lettori a guardarle con interesse e partecipazione: era tutto un ecosistema che lavorava all'unisono, non dimentichiamocelo).

Citazione:

PinoKent ha scritto:

Queste cose (cambiati i parametri di poco) erano la fotografia degli anni '50, '60 e '70.

Era "una" fotografia. Importantissima finche' si vuole ma eviterei l'articolo determinativo.

Citazione:

PinoKent ha scritto:

No, constatazione che la vita degli altri, vista con empatia, e con amore, non interessa più (a meno che non siano stesi sull'asfalto).

Arnold Odermatt ci ha fatto una carriera sopra in anni non sospetti

Empatia ed amore sono sostantivi molto pesanti. Tornando all'esempio di sopra, io non credo che i fotografi degli anni '60 che riprendevano i meridionali che arrivavano in Stazione Centrale a Milano (mio zio, per esempio) fossero buoni e quelli di oggi cattivi. Come non lo pensi tu. La motivazione per me non era empatia ed amore ma semplicemente un'ideologia dominante nel campo artistico che spingeva - con intenti nobili, certamente - a fare un tipo di fotografia sociale. E quando e' diminuita di molto la spinta propulsiva di questa ideologia i fotografi non sono diventati poco empatici, semplicemente hanno avuto stimoli progettuali diversi.

E poi ci sono sempre stati i Walker Evans che convivevano temporalmente con gli Ansel Adams.

Mi fermo qui in questa discussione - per quanto interessantissima - perche' sono largamente OT rispetto al tema iniziale del thread.

Inviato: 28/4/2017 9:00
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Re: Scorci sulla Gallura

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Quoto tutto, dalla prima all'ultima parola.

Non solo mi aspetto che la stessa domanda venga fatta a me da chiunque, ma me la faccio io stesso quotidianamente. E spesso mi balbetto nella testa una risposta che lascia interdetto pure me.


Non mi sono mai fatto tante volte questa domanda come negli ultimi tempi! Per me era davvero meglio un tempo e non per nostalgia retorica ma perchè le foto le facevo su richiesta e la difficoltà era solo farle bene. Oggi è arrivare a farle, cioè inventarsi un committente. Confermo che il mondo si è capovolto.

Inviato: 28/4/2017 9:06
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Re: Scorci sulla Gallura

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Mxa ha scritto:

Empatia ed amore sono sostantivi molto pesanti.


No, non credo che lo siano.

Quale che sia il motivo per il quale fotografi, professionale o hobbistico, alla base c'era un tempo una parolina che a me piace molto: fotoamatore.

Dovevi avere una passione.

La diffusione totale della possibilità (e semplicità) di catturare immagini ha stravolto la fotografia, il suo linguaggio, la sua motivazione profonda.

Non guardo al passato con nostalgia (se non per una questione economica e per il fatto che mi pagavano per fare ciò che amavo), ma non ho ancora capito il presente.

So solo che se fotografi pensando alla destinazione finale della tua immagine e non guardi dentro di te mentre lo fai, ottieni immagine prive di un senso profondo. Io, poi, lo chiamo amore per tutta una serie di ragioni delle quali possiamo discutere che, però, necessiterebbero della presenza di un bravo psicanalista.

Fatto sta che una volta dividevo i fotoamatori in feticisti e appassionati dell'immagine: i primi avevano un'adorazione per l'ottico-meccanica, gli hardware; i secondi erano innamorati delle immagini che riuscivano ad ottenere. Ogni fotoamatore aveva entrambe le componenti, ma in proporzione diversa.

Oggi vedo per lo più un manierismo frustrante, una dedizione esagerata alla tecnologia, una chiusura in se stesso di chi fotografa. In parole povere l'amore per la fotografia "è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza..." (De André)


E le foto ancora dotate di una propria anima, che avrebbero qualcosa da dire di profondo, sono coperte dal rumore dei miliardi di immagini che ogni giorno vengono generate.


Inviato: 28/4/2017 10:04
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Re: Scorci sulla Gallura
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Mxa ha scritto:

..........
Empatia ed amore sono sostantivi molto pesanti. Tornando all'esempio di sopra, io non credo che i fotografi degli anni '60 che riprendevano i meridionali che arrivavano in Stazione Centrale a Milano (mio zio, per esempio) fossero buoni e quelli di oggi cattivi. Come non lo pensi tu. La motivazione per me non era empatia ed amore ma semplicemente un'ideologia dominante nel campo artistico che spingeva - con intenti nobili, certamente - a fare un tipo di fotografia sociale. E quando e' diminuita di molto la spinta propulsiva di questa ideologia i fotografi non sono diventati poco empatici, semplicemente hanno avuto stimoli progettuali diversi.

E poi ci sono sempre stati i Walker Evans che convivevano temporalmente con gli Ansel Adams.

Mi fermo qui in questa discussione - per quanto interessantissima - perche' sono largamente OT rispetto al tema iniziale del thread.


Concordo senz'altro sul fatto che nel mondo della cultura e dell'arte c'era una impronta di sinistra, ma c'era dell'altro. C'era la cultura di una società in cui il prossimo contava assai nel bene e nel male perchè la solidarietà nella comunità significava sopravvivenza della stessa e del singolo in un popolo strutturato per la maggior parte in piccole comunità rurali da millenni. Questa attenzione veniva ereditata anche in famiglie ormai urbanizzate da tempo.
Ma non c'era solo l'impronta ideologica citata, e l'aspetto antropologico, c'era anche quella della cultura cattolica. Messe insieme influenzavano non poco il modo di guardare il mondo.

Forse è questo modo di guardare che si è svuotato di contenuti per fermarsi all'estetica.

Inviato: 28/4/2017 10:10
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Re: Scorci sulla Gallura
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FranzX ha scritto:
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Mxa ha scritto:

Empatia ed amore sono sostantivi molto pesanti.


No, non credo che lo siano.

Quale che sia il motivo per il quale fotografi, professionale o hobbistico, alla base c'era un tempo una parolina che a me piace molto: fotoamatore.

Dovevi avere una passione.

La diffusione totale della possibilità (e semplicità) di catturare immagini ha stravolto la fotografia, il suo linguaggio, la sua motivazione profonda.

Non guardo al passato con nostalgia (se non per una questione economica e per il fatto che mi pagavano per fare ciò che amavo), ma non ho ancora capito il presente.

So solo che se fotografi pensando alla destinazione finale della tua immagine e non guardi dentro di te mentre lo fai, ottieni immagine prive di un senso profondo. Io, poi, lo chiamo amore per tutta una serie di ragioni delle quali possiamo discutere che, però, necessiterebbero della presenza di un bravo psicanalista.

Fatto sta che una volta dividevo i fotoamatori in feticisti e appassionati dell'immagine: i primi avevano un'adorazione per l'ottico-meccanica, gli hardware; i secondi erano innamorati delle immagini che riuscivano ad ottenere. Ogni fotoamatore aveva entrambe le componenti, ma in proporzione diversa.

Oggi vedo per lo più un manierismo frustrante, una dedizione esagerata alla tecnologia, una chiusura in se stesso di chi fotografa. In parole povere l'amore per la fotografia "è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza..." (De André)


E le foto ancora dotate di una propria anima, che avrebbero qualcosa da dire di profondo, sono coperte dal rumore dei miliardi di immagini che ogni giorno vengono generate.



Assolutamente d'accordo!

Inviato: 28/4/2017 10:41
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Re: Scorci sulla Gallura

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FranzX ha scritto:

Oggi vedo per lo più un manierismo frustrante, una dedizione esagerata alla tecnologia, una chiusura in se stesso di chi fotografa. In parole povere l'amore per la fotografia "è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza..." (De André)


E le foto ancora dotate di una propria anima, che avrebbero qualcosa da dire di profondo, sono coperte dal rumore dei miliardi di immagini che ogni giorno vengono generate.



Io invece sono un inguaribile ottimista e penso che quello che succede oggi renda maledettamente piu' difficile trovare il fotoamatore, come lo chiami tu. Quello si'. Ma il fotoamatore o la fotoamatrice esistono ancora. E non hanno i capelli bianchi.

Un paio di anni fa comprai una foto da una ragazza qui di Berlino che aveva fatto una piccola esposizione su un suo progetto su San Francisco. Era la prima volta che ci andava. Essendo San Francisco l'unico posto al mondo che mi sento di chiamare "casa", sono andato subito a vedere la mostra. E sono rimasto di sasso a vedere le sue foto: aveva capito tutto. Ma proprio tutto!

Timida, monosillabica, che guarda sempre in basso, era pure la sua prima volta negli Stati Uniti, non solo a San Francisco.

Chiunque non avesse conosciuto la citta' e la sua storia - ma avesse avuto pazienza e la sensibilita' di leggere con umilta' le foto di questa ragazza - avrebbe "capito" San Francisco.

Questi personaggi esistono ancora, forza!!


Inviato: 28/4/2017 12:38
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Re: Scorci sulla Gallura
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Non concordo su quanto è stato scritto. Si rimpiange il “fotoamatore” e si dice sia estinto o in via di estinzione. A mio avviso non è vero che stia sparendo. Che non ci siano fotografi con quello spirito. Ci sono ancora e neppure pochi; quell’approccio c’è. Semplicemente il panorama dell’immagine è cresciuto a dismisura. Essi sono, oggi, presenti in egual misura, ma diluiti in una massa enorme di “creatori di immagini” (non fotografi ma creatori di immagini). Se prima erano 100 fra altri 100 ora sono 100 fra 10000.
Il contesto si è ampliato ed è cresciuta la diluizione.
Tornando alla domanda polemica mia iniziale…..perché oggi creare simili immagini? Perché da soddisfazione, perché si ricerca lo spirito del fotoamatore e si vuole qualcosa che è presentissimo in giro ma che racchiude un qualcosa di diverso dal mare magnum presente. Poi riuscire a farlo è un altro paio di maniche.

Marco

Inviato: 28/4/2017 17:05
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Re: Scorci sulla Gallura

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Attenzione, non ho detto che non esiste più il fotoamatore (anche un professionista, generalmente, dovrebbe essere in primis un fotoamatore), ma che è/siamo sommersi da una produzione estremamente mediocre e non ragionata, proprio come la maggior parte delle merci un circolazione; siamo sopraffatti da mediocrità e superficialità in tutti gli aspetti della vita.
L'eccellenza c'è, ma è sempre più costosa o più nascosta, così anche per la fotografia.

Non si tratta di estinzione, ma semplicemente di una forte riduzione percentuale.

E non dimentichiamoci che ci si accontenta sempre di più, senza esigere il meglio.

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Re: Scorci sulla Gallura

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Re: Scorci sulla Gallura

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FranzX ha scritto:
E non dimentichiamoci che ci si accontenta sempre di più, senza esigere il meglio.


e questo ha contribuito alla crisi di buona parte del lavoro professionale

Inviato: 28/4/2017 19:07
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Re: Scorci sulla Gallura

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archifoto ha scritto:



D'accordissimo

Inviato: 29/4/2017 14:12
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Re: Scorci sulla Gallura

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FranzX ha scritto:
E non dimentichiamoci che ci si accontenta sempre di più, senza esigere il meglio.

Evidentemente il proprio business non ne soffre accontentandosi, altrimenti si pretenderebbe il meglio.



Inviato: 29/4/2017 19:07
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Re: Scorci sulla Gallura

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Mxa ha scritto:
Citazione:

FranzX ha scritto:
E non dimentichiamoci che ci si accontenta sempre di più, senza esigere il meglio.

Evidentemente il proprio business non ne soffre accontentandosi, altrimenti si pretenderebbe il meglio.



E' una facenda molto complessa, ma ne soffre, eccome. Chi investe bene in comunicazione ha sempre un ritorno; chi investe poco e male getta il suo danaro.

Ho conosciuto un tale che stava portando avanti un progetto sull'energia da fonti rinnovabili e che aveva ottenuto un considerevole finanziamento dalla Deutsche Bank. La condizione per l'erogazione del denaro era che almeno il 30% della somma fosse adoperato in comunicazione.

Inviato: 30/4/2017 19:36
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Re: Scorci sulla Gallura

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Gianluca,
a mio avviso sei partito con il piede sbagliato nel fare quelle foto. Dici che le hai scattate con un 10mm rettilineare che quasi nessuno ha e che quindi puo' realizzare in modo simile. Quindi cerchi nello strumento l'unicita' della relizzazione e non nel punto di vista, nella inquadratura, nella luce, nella composizione. Oggi con gli smartphone si possono realizzare magari con la modalita' "panoramica" fotograie ad ampio raggio la cui distorsione in foto naturalistica ha scarsa rilevanza. Una pietra, un golfo, che abbia una curvatura piu' o meno accentuata chi la nota?
Io pensavo che nella foto subacquea fosso stato gia' tutto scritto. Dopo avere scafandrato e usato le Hasselblad, cosa rimaneva da dire? E invece no, basta una macchinetta da tre soldi, impermeabilizzata fino a 10 metri per portare a casa delle foto strabilianti. Altre sensibilita', altra profondita' di campo, altri colori, altra maneggevolezza. Sta tutto nel manico. Quindi come AA bisogna inventarsi la capacita' di tirare fuori immagini apparentemente uguali ma di fatto diverse per tutti i fattori che da sempre hanno caratterizzato una buona foto. Ti faccio un esempio. Io posseggo tutta una serie di grandangolari spinti che mi sono serviti per realizzare foto urbane e architettoniche tutto sommato piacevoli, finche' mi sono accorto che erano tutte tecnicamente errate. Perche'? Perche' il grandangolare deforma, altera le distanze, palazzi e loggiati appaiono piu' lunghi di quanto lo siano effettivamente, e se uno anela a documentare con una certa esattezza un edificio questo e' importante e realizzare una foto in cui le proporzioni rispecchiano la realta' crea la differenza tra una foto ragionata e una scattata con il telefonino o sparata con il supergrandangolare. Si tratta quindi di trovare l'ottica e la tecnica giusta. E magari in pochi noteranno inizialmente la differenza, pero' se un fotografo si attiene ad uno standard di qualita' a poco a poco questo emerge e fa la distinzione. Chissa', forse se invece del 10mm rettilineare usavi un normalino e cercavi il momento opportuno potevi ottenere delle foto originali, magari incollando anche insieme qualche foto. Oggi tutti usano i supergrandangolari e siamo abituati a vedere o meglio, a non vedere le distorsioni. Una foto apparentemente non esasperata potrebbe fare la differenza.

Inviato: 30/4/2017 21:46
.........

......
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Re: Scorci sulla Gallura

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Falcopardo ha scritto:
Gianluca,
a mio avviso sei partito con il piede sbagliato nel fare quelle foto. Dici che le hai scattate con un 10mm rettilineare che quasi nessuno ha e che quindi puo' realizzare in modo simile. Quindi cerchi nello strumento l'unicita' della relizzazione e non nel punto di vista, nella inquadratura, nella luce, nella composizione. Oggi con gli smartphone si possono realizzare magari con la modalita' "panoramica" fotograie ad ampio raggio la cui distorsione in foto naturalistica ha scarsa rilevanza. Una pietra, un golfo, che abbia una curvatura piu' o meno accentuata chi la nota?
Io pensavo che nella foto subacquea fosso stato gia' tutto scritto. Dopo avere scafandrato e usato le Hasselblad, cosa rimaneva da dire? E invece no, basta una macchinetta da tre soldi, impermeabilizzata fino a 10 metri per portare a casa delle foto strabilianti. Altre sensibilita', altra profondita' di campo, altri colori, altra maneggevolezza. Sta tutto nel manico. Quindi come AA bisogna inventarsi la capacita' di tirare fuori immagini apparentemente uguali ma di fatto diverse per tutti i fattori che da sempre hanno caratterizzato una buona foto. Ti faccio un esempio. Io posseggo tutta una serie di grandangolari spinti che mi sono serviti per realizzare foto urbane e architettoniche tutto sommato piacevoli, finche' mi sono accorto che erano tutte tecnicamente errate. Perche'? Perche' il grandangolare deforma, altera le distanze, palazzi e loggiati appaiono piu' lunghi di quanto lo siano effettivamente, e se uno anela a documentare con una certa esattezza un edificio questo e' importante e realizzare una foto in cui le proporzioni rispecchiano la realta' crea la differenza tra una foto ragionata e una scattata con il telefonino o sparata con il supergrandangolare. Si tratta quindi di trovare l'ottica e la tecnica giusta. E magari in pochi noteranno inizialmente la differenza, pero' se un fotografo si attiene ad uno standard di qualita' a poco a poco questo emerge e fa la distinzione. Chissa', forse se invece del 10mm rettilineare usavi un normalino e cercavi il momento opportuno potevi ottenere delle foto originali, magari incollando anche insieme qualche foto. Oggi tutti usano i supergrandangolari e siamo abituati a vedere o meglio, a non vedere le distorsioni. Una foto apparentemente non esasperata potrebbe fare la differenza.


Il 10mm era riferito alla sola prima foto visto che è stato detto che c'era uguale su Google e per me uguale non era

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Re: Scorci sulla Gallura

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FranzX ha scritto:

E' una facenda molto complessa, ma ne soffre, eccome. Chi investe bene in comunicazione ha sempre un ritorno; chi investe poco e male getta il suo danaro.

Ho conosciuto un tale che stava portando avanti un progetto sull'energia da fonti rinnovabili e che aveva ottenuto un considerevole finanziamento dalla Deutsche Bank. La condizione per l'erogazione del denaro era che almeno il 30% della somma fosse adoperato in comunicazione.


Forse non ci siamo capiti. Dato che il lavoro di mia moglie e' stato per 20 anni nella comunicazione non saro' certo io a dire che la comunicazione non serve.

Tu dici "chi investe bene in comunicazione ha sempre un ritorno". Concordo al 100%. C'e' un pero'.

Magari "investire bene in comunicazione" voleva dire allocare 40% del budget in una campagna di 25 immagini 20 anni fa e oggi si spende solo il 10% perche' il 40% lo si da ad una banda di ragazzi/e che trollano sui social networks per pompare il prodotto. Quindi - avendo sempre bisogno di 25 fotografie ma avendo solo un quarto del budget - ci si rivolge al ragazzino alle prime armi o - sempre piu' spesso - al tailandese in outsourcing - con i risultati (talvolta pure comici) che abbiamo davanti tutti. Il pubblico - tramortito dal bombardamento di immagini e cresciuto con una scuola (mio dubbio, non certezza) che ha smesso di educare al bello - fa molta piu' fatica ad attaccare un valore di premio al brand per la qualita' delle immagini. Questo viene immediatamente percepito dall'azienda che - la prossima campagna - allochera' 5% alla fotografia, pur volendo sempre 25 immagini. E allora le commissioneranno al mio gatto, l'unico a quel punto in grado di competere al ribasso con il tailandese.


Inviato: 30/4/2017 23:49
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