Ragazzi, sapete che c'è? Sono in crisi fotografica.
Le mie foto mi piacciono sempre meno e mi sembrano decisamente banali e prive di significato.
Sicchè, almeno per il momento mi sono messo in pausa ... mi piacerebbe poterla chiamare pausa di riflessione, ma in realtà non so neppure bene su cosa riflettere.
Vale a dire: dando per assodato che ho scarsa o nessuna propensione per alcuni generi quali la street o la macro o la food ed anche lo still life (che un tempo mi appassionava parecchio), che la foto di viaggio la pratico appunto durante i viaggi delle vacanze e di conseguenza senza la necessaria attenzione e dedizione - perché le vere foto di viaggio/paesaggio e architettura presuppongono che quella sia l'attività principale durante il viaggio, anzi lo scopo essenziale, cosa che nel mio caso è ben lontana dalla realtà - e resomi conto che senza gli agganci, le collaborazioni e le committenze giuste sono impraticabili e velleitari i generi di beauty e fashion che mi attirerebbero maggiormente, cosa resta?
La foto artistica e di ricerca? Per ignoranza, superficialità e scarsa creatività, non so neppure bene cosa siano o cosa si intenda.
E comunque non sono mai stato bravo a fare un "progetto" e poi a portarlo avanti ed a compimento.
Sicchè..ecco.. ora come ora, non so che fare. E non faccio nulla.

Ovviamente potreste benissimo rispondere : " vabbè, ma a noi...che ci impipa? "
Giustissimo. Ma siccome magari anche altri potrebbero avere identiche perplessità e blocchi e trovarsi in analoghe ambasce - se non oggi, forse domani - potrebbe non essere inutile parlare per una volta anche di questi aspetti della fotografia.

Mi è successo varie volte.
A un certo punto, negli anni '90, ero in crisi talmente profonda che ho praticamente smesso di fotografare per parecchio tempo.

Poi ho cambiato genere, passando dal paesaggio all'archeologia industriale, chiamiamola. E ho trovato nuovi stimoli.

Un'altra crisi passata l'ho superata iniziando ad esplorare proprio la macro che a te non attira; ma non in senso naturalistico: in senso di ricerca di forme, anche controllando la luce e giustapponendo oggetti.

Fer

Ti risponderò in privato ra qualche giorno, perchè la mia crisi è stata generata da fattori esterni, e l'ho superata solo con un forte lavoro su me stesso. Il problema era che aver smeso di fotografare mi ha regalato una crisi di liquidita di enormi proporzioni.

ti capisco.... forse ci siamo passati un po tutti... nel mio caso ti posso dire che forse queste pause sono propedeutiche... infatti al ritorno di desiderio ho sempre prodotto roba che almeno a me piaceva... magari... vedrai.. tempo al tempo..

Caro Luciano, tranquillo non sei solo,queste crisi prima o poi prendono tutti, io ad esempio ne ho avute diverse, per uscirne l'unico modo non è aspettare Godot, ma cercare nuovi stimoli.

Se la propria fotografia è in crisi, è una ottima occasione per sperimentare nuovi modi di approcciarsi ad essa,

nel mio caso il genere fotografico che ho sempre preferito è la foto di paesaggio/architettura, ma ultimamente mi era davvero venuta a noia, per rinverdire codesta passione è bastato comprare per pochi soldi uno Zenitar 16mm fisheye per la mia Pentax MX,

ed oltre a ritrovare il piacere di scattare di nuovo a pellicola, mi sto addirittura divertendo a distorcere le linee dritte e drizzare quelle curve, sto sperimentando di tutto dalla fotografia di architettura, alle macro, ai paesaggi, tutto secondo l'occhio "particolare" del fisheye.

Mi manca un ultragrandangolare rettilineare e potrò completare questa nuova ricerca, che comprende un'altra bella scoperta: "la fotografia zenitale".Per quando c'è brutto tempo o poca voglia di uscire, per me è il momento della fotografia concettuale,(mi guardo bene dal chiamarla artistica)

ovviamente dopo essermi documentato su ciò che è stato prodotto da altri, cerco di riproporre le visioni mie personali, ed ecco cimentarmi senza troppe pretese,nella fotografia surrealista o astratta ecc.

Per me la fotografia è diventata un mezzo per tenere ben allenata la mente e proiettare le mie emozioni, i miei incubi, sogni ecc. su un pezzo di carta e non mi importa se molti non comprendono ed apprezzano l'oggetto delle mie "visioni" ma questo ovviamente è una cosa che si può permettere chi non ci vive di fotografia, per altri è più complessa la questione.

Un lungo periodo di stasi l'ho avuto anch'io, poi ne sono uscito quando, grazie al digitale, le quotazioni di fotocamere e ottiche tradizionali sono crollate ed ho potuto fare una personale ricerca nel mondo vintage di tutti i formati approfittando anche della ottima Fomapan venduta a prezzi ridicoli per cui potevo sbizzarrirmi senza svenarmi. Periodo bellissimo che mi ha dato grandi soddisfazioni e immagini che mi appagano sotto ogni aspetto.

Questo per dire che è talmente sconfinato il mondo della fotografia, che anche un interesse particolare è un buon incentivo a scattare.
Ma non è strettamente necessario fotografare se si è in stand by di ispirazione. Vorrà dire ad esempio che un bel po' di tempo lo si può dedicare al complicato mondo della stampa professionale e magari dare la dignità che meritano su una stampa impeccabile a tante foto che la aspettano parcheggiate nell'hard disc.

Ciao Luciano,

ho letto le tue parole e le esperienze, vicissitudini e consigli dichi ti ha risposto.
Tutte riflessioni, spunti e consigli pienamente condivisibili, ma…..tutti personali e legati alla persona che li ha espressi. Io sono convinto che ognuno è una persona a sé, con il suo carattere, preferenze, gusti, personalità, esigenze, aspettative e quant’altro. Quanto ha funzionato per uno non è detto che funzioni per un altro. I rimedi di uno non si adattano per forza ad altri. Quello che, di base, accomuna tutti è il periodo di stanca che è arrivato immancabilmente ed è durato tot tempo; periodo “superato” da uno in un modo da altri in modo diverso. Allora ? Rimedi ? Non ne esiste uno buono per tutti punto, o almeno io non lo conosco. Posso solo suggerirti di staccare la spina e non forzare un interesse che attualmente non c’é. Sono certo che la stanca si volatilizzerà all’improvviso come è giunta senza tanti preavvisi. Il tempo necessario ? Non ne ho la piu’ pallida idea. Il lato positivo è che tu non vivi professionalmente di fotografia, quindi stare fermo e far calmare le acque un mese o otto mesi non ti farebbe economicamente una gran differenza. Quindi che dirti, non forzare la mano alla ricerca di quello che non c’è. Rilassati, molla tutto ed aspetta.

Marco

delle volte la bramosia di creare senza essere adeguatamente soddisfatta porta a pensare che si è a corto di idee... e delle volte proprio quando non si cerca l'imput arriva e con lui la voglia di scattare... tempo al tempo

La mia pausa purtroppo è stata una scelta di altri dato che nell'ultimo anno è venuto a mancare buona parte del lavoro su commissione. Sto cercando di uscire da questa pausa imposta lavorando,direi per la prima volta, ad un progetto mio e un po' ambizioso (di cui per ora taccio ma dirò alla fine se riesce). Per ora sono tra carte e mail e permessi e poca fotografia. Per il resto concordo con Marco, se puoi stacca e fai altro.

io separo nettamente la passione con le commissioni... anche a me è diminuito il lato professionale... ed è aumentato quello passionale... non riesco ad unire le due cose... foerse anche per questo le commissioni sono diminuite...

Nikophoto la mia passione è il mio lavoro non riesco a separae le due cose e guarda caso il progetto autocmmissionato di cui sopra riguarda l'architettura ma è finalizzato, non è per solo divertimento. Fare foto di per se, foto e basta dico, non mi diverte, devo vederci una finalità, seppur minima ma devo trovare sempre qualcosa che faccia uscire le foto da qualche parte. Per il divertimento puro c'è la moto.

i miliardesimi di sfaccettature del carattere umano

davvero! credo che su temi come questo potremmo stare qui all'infinito!

Tanti spunti e riflessioni diverse.
Di cui naturalmente ringrazio tutti !!

A quanto pare la situazione è abbastanza comune e come osserva Marco, ognuno poi cerca di risolverla a modo suo.

Nel mio caso mi preoccupa il non saper bene rispondere alla domanda: "Perché ho scattato questa foto?"

Dovrò con calma cercare una risposta. O meglio cominciare a scattare immagini che mi permettano di rispondere alla domanda.

Certo è più facile a dirsi che a farsi.
Ma di foto inutili il Mondo è già strapieno e - anche se non faccio un gran danno a nessuno se ci aggiungo le mie - non vedo ragione di peggiorare la situazione, sia pure in misura meno che infinitesimale

dividerei le foto (le mie) in due tipi fondamentali. quelle che scatto "per istinto" per avere trovato qualcosa che al momento mi colpisce,una sensazione di luce di atmosfera di spazio etc. senza pensarci troppo. Se poi le foto sopravvivono al cestino per almeno due giorni possono magari essere anche stampate o solo rimanere lì in attesa (di cosa? non so magari di qualcosa che le colleghi con un progetto a posteriori). Tutto questo senza chiedermi perchè.
Poi ci sono le foto pensate progettate nel senso che fanno parte di una scelta in partenza, decido di fotografare quella cosa (un edifico termale che so) perchè fa parte di un mio interesse, di una mia ricerca che spero di collocare da qualche parte che sia anche solo il mio sito o un portale di architettura. Oggi (sarà l'età) "preferisco" sempre più le seconde perchè le prime rimangono ferme in attesa troppo a lungo e questo mi genera frustrazione. Così non esco praticamente mai con la macchina per fare foto,sperando cioè di incontrare qualche situazione che meriti una fotografia.

Alla fine ho pensato di lasciar da parte la questione personale perché troppo specifica, ed affrontare l'argomento da un altro punto di vista.

L'amore o la passione per la fotografia credo che sia diviso in percentuali diverse e soggettive tra l'amore per i soggetti che vogliamo fotografare e quello per la fotografia come atto. Ho volutamente omesso il feticismo per le fotocamere.

Forse si è assopita la passione per i tuoi soggetti fino ad ora preferiti, dunque ci sono due strade: cambiare soggetti, oppure osare di più.

Osare significa, per me, appendere la fotocamera al chiodo per un periodo limitato, ed impiegare il tempo a studiare le grandi foto del genere che preferisci, i grandi autori, e provare ad immaginare e, eventulmente, disegnare, le foto che poi andrai a scattare.

Mescolare stili e generi, osare luci impossibili o studiate per altre cose: tutto nella mente.

Tutto ciò finirà, un giorno, quando avrai trovato tra le tue idee la foto che cercavi, A quel punto, quindi, sarà lei a riaccendere il desiderio di fotografare, per realizzarla. E sarà una foto bellissima.

Citazione:

Oh, minch...ia !!! Sto diventando gay ?



Battutaccia, ovvio. Grazie dei suggerimenti!

ascolta un cretino: l'ascolto di tabula rasa elettrificata non può che giovarti, adotta il metodo di Arancia meccanica variando la colonna sonora.

Carissimo, a me la stessa cosa era successa con la scrittura, la poesia nello specifico, che è la mia grande passione ed avevo cominciato a coltivarla da giovanissimo, ho cominciato a scrivere quando avevo appena 12 anni ed ho continuato con studio e accanimento e passione fino alla soglia dei 30...poi un blocco, come il tuo, i cui motivi mi erano ben chiari (magari te li dirò quando finalmente riusciremo finalmente ad incontrarci), ma non per questo più facilmente "superabili", anzi la consapevolezza del perché mi era diventato impossibile scrivere amplificava ancora di più questa impossibilità...ora, a distanza di vent'anni, ho ricominciato, e l'unica "cura", l'unico percorso, e' stato tacermi, il silenzio, accettare che non avevo nulla di interessante da dire...ovviamente non ti auguro di rimanere vent'anni senza fotografare , però secondo me in casi come il tuo è importante non forzare la mano, accettare il blocco come parte di un percorso che prima o poi ci riporterà alla fotografia, per strade misteriose e per questo anche che saranno fonte di rinnovamento, di nuove energie, di nuove visioni, insomma è sicuro che se poi si ritorna a fotografare lo si farà da fotografi migliori, perché più consapevoli, perché più "contaminati"...l'importante è continuare a fare fotografia, a "sentire" la fotografia, anche quando ne facciamo a meno, te lo dico meglio, provare a fare fotografia con la poesia, con la musica, con la propria professione, con la vita che stiamo vivendo e con ciò che ci appassiona oggi, cioè provare a portare nella propria fotografia ,"assente" o bloccata, dei pensieri, delle forme, delle idee, che provengono da ambiti diversi dalla fotografia, sentendosi però sempre in fondo dei fotografi, presagendo che prima o poi si tornerà nella grande casa della visione fotografica...ecco perché mi sento di condividere pienamente il consiglio di Sander, "sbordare" nella musica, nel cinema, nella vita (e comunque quanto è veramente "fotografico" e pieno di visioni l'album citato, Tabula rasa elettrificata, capolavoro assoluto), in una parola continuare a fare in qualche modo fotografia facendo a meno della fotografia , e' importantissimo in momenti come quello che stai vivendo tu...e ai consigli di Sander aggiungo, anche io da "cretino" , un film che a me ha molto insegnato e ha molto influenzato il mio approccio alla fotografia, la Salome' di Carmelo Bene, e per visioni distorte e distopiche suggerisco Outside di David Bowie, e ovviamente per entrare finalmente e definitivamente nel porno , qualsiasi cosa di Kafka...

Sander e Marco : grazie !!!