Cosa mi consigliate per la calibrazione di un monitor (Hardware/Software).
Non vorrei spendere troppo e se possibile mi servirebbe qualcosa di compatibile anche con Linux (anche se non è indispensabile)

Grazie
Gianluigi

Un tempo ti avrei detto che gli Spyder offrono un buon rapporto prezzo/prestazioni.

Ultimamente però leggo spesso di unità Spyder (anche v5) che hanno un comportamento poco preciso: nella migliore delle ipotesi, si direbbe ci sia un po' troppa variabilità tra un esemplare e l'altro.

Non è che rimanga molto, senza spendere cifre orrende: X-Rite i1 DisplayPro e X-Rite ColorMunki.
Non sono esenti da difetti, ma sono gli unici che al momento consiglierei.

Fer

Concordo con Fer. Pur avendo lo Spyder ( versione 4, precedente alla attuale 5) e pur senza lamentare difetti particolari, se dovessi ricomprare un calibratore andrei sul DisplayPro di x-rite.

Grazie ad entrambi
Gianluigi

Premesso che non voglio insegnare niente a nessuno, parlo per la mia recente esperienza. Ho idea che o si va su un monitor professionale e si prende un calibratore dello stesso tipo, oppure è meglio lasciar perdere. Ma anche così bisognerebbe lavorare in un ambiente senza finestre e con luci neutre altrimenti dovresti calibrare di continuo ad ogni variazione di luce ambientale.

Pur avendo un colorimetro, preferisco lasciare il monitor con una impostazione colore neutra con la taratura di fabbrica e idem per la scheda grafica, al limite ritocco un po' la luminosità e il contrasto ma solo per averli con una resa che assomigli abbastanza alle foto che stampo e soprattutto che non mi stanchino gli occhi. Questo serve solo per avere una discreta corrispondenza con ciò che vedono gli altri nel web nel mio sito, visto che la maggioranza ha questo tipo di impostazione.

Quello che nella stampa a colori invece considero imprescindibile è uno spettrofotometro con cui fare i profili delle carte. Il Colormunki che ho preso è fantastico per la semplicità d'uso e per le stampe che ottengo (volendo calibra anche il monitor ma, come ho detto, lascio perdere).
Siccome la stampante stampa sempre non quello che vedi sul monitor, ma quello che c'è nella foto, prima di fare un A3 faccio un paio di provini con cui vedo se la luminosità e il contrasto nella foto sono quelli che mi vanno bene, al massimo faccio delle piccole variazioni di questi soli parametri con un programma di fotoritocco. Se la fotocamera che ho usato ha una buona taratura del bianco (uso di solito una vecchia ma validissima 1D MK II, oppure la 5D), le stampe vengono con colori spettacolari.

Mah...
Io uso un vecchio spider 3, e non mi trovo male; ho sentito dire che i prodotti xrite sono forse più affidabili, ma non ho avuto modo di provare...

Sull'esperienza di Pino, mentre sono del tutto convinto che completare la calibrazione creando anche i profili della stampante (per OGNI tipo di carta...) sarebbe importantissimo ( e sto pensando all'investimento, approfittando anche del suo giudizio su Colormunki), ho perplessità sulla visione "o tutto o niente" che sembra preferire per la calibrazione del monitor.
Io uso un Eizo "economico" (un S2000, un 20" pagato a suo tempo 600Euro), e calibrare mi sembra cosa buona; non sarà come avere un monitor PRO con un termocolorimetro di conseguenza, ma mi pare meglio così che con lo stesso monitor non calibrato. Avere una taratura del grigio neutra anziché virata mi permette di aggiustare con più cura il bilanciamento del colore nelle fotografie che ritocco.
Insomma, oltre a bianco e nero secondo me ci sono anche i grigi, le vie di mezzo, che meglio di niente sono...

Ciao
Marco

Salve a tutti,
Non vorrei offendere nessuno con questa domanda molto basilare, ma dato che non ne so molto la faccio lo stesso: perché devo compiere la calibrazione dello schermo quando cambio la luce dell'ambiente?

Io penserei che lo schermo, essendo un emettitore attivo di luce, non si faccia influenzare da quella ambientale,tantopiù visto che i calibratori ci si appoggiano direttamente sopra e così escludono il grosso della componente esterna.


Alberto

Infatti il monitor non si fa influenzare.
Ma il tuo occhio/cervello sì; quindi se hai un ambiente con una luce molto "calda", il tuo monitor correttamente calibrato a, diciamo, 6500K ti sembrerà molto freddo e magari tenderai ad aggiustare le foto di conseguenza.
A maggior ragione se confronti una stampa con quello che vedi a monitor: la stampa, illuminata dalla luce calda della tua stanza, non ti sembrerà corrispondere al monitor.

Tuttavia l'approccio corretto non è di compensare il monitor per la tonalità di luce della stanza; ma, al contrario, illuminare la stanza in modo corretto con una temperatura di luce vicina a quella di calibrazione del monitor (es. 6500K).
Anche per quanto riguarda la luminosità, tecnicamente la cosa corretta da fare è avere sul monitor una luminosità massima che vada dai 100 ai 130 nits, poi adeguare l'illuminazione ambientale per non avere troppa luce (o il monitor sembrerà scuro e porterà ad alzare troppo la luminosità delle immagini) o troppo buio (monitor che "spara" e mostra immagini che appaiono più luminose e con più dettagli nelle ombre di come appariranno con illuminazione corretta).

Sulla calibrazione del monitor: un monitor professionale viene calibrato in fabbrica, e generalmente è predisposto per una calibrazione hardware (con una propria LUT) usando alcuni modelli di sensori supportati.
Calibrarlo (nuovamente) con uno di quei sensori in genere va benone ed è una buona idea.
Calibrarlo con uno strumento non supportato, e magari economico (Spyder), rischia di peggiorare le sue prestazioni rispetto alla taratura di fabbrica.

Tuttavia, nel caso di monitor non professionali per fotografia (ovvero praticamente qualsiasi cosa che costi, oggi, meno di 600-700 euro), una calibrazione anche con un prodotto economico può portare dei miglioramenti, quantomeno nella neutralità del grigio.

Quindi bisogna vedere caso per caso.

Ricordiamo anche che, a volte, un dispositivo di calibrazione economico può ottenere risultati migliori se usato con un software diverso da quello in dotazione.

Fer