Immaginate di dover esporre un negativo BN destinato a stampe inkjet tramite scansione.
Immaginate di dover fotografare soggetti decisamente chiari o decisamente scuri (esempio: statua in marmo bianco su fondo chiaro o statua in bronzo su sfondo scuro), toni che ovviamente andranno restituiti nella stampa finale.

Come vi regolate con l’esposizione?
In entrambi i casi tendete ad esporre come se il soggetto fosse grigio medio in modo da stare sulla parte centrale e più lineare delle curve sensitometriche schiarendo o scurendo poi in fase di stampa, oppure già in fase di ripresa tenete conto del fatto che il soggetto è molto chiaro o molto scuro esponendo di fatto per luce incidente?

Ribadisco: pellicola negativa destinata alla scansione.

Da quel che vedo, è piuttosto rognosa la scansione delle zone più dense e più leggere di un negativo a colori.

Le non linearità dei negativi diventano significative, e a meno che tu non abbia già un profilo (non ICC che non ha senso) ben fatto per quella coppia negativo-scanner, ti ritrovi un certo lavoro di correzione in Photoshop.

Personalmente quindi cerco di avere le parti importanti del soggetto con densità media sul negativo, appunto nella zona lineare.

Non ti nascondo comunque che, nonostante scansioni ormai da più di 20 anni (usando anche software scritti da me con calibrazioni custom), ogni volta che devo affrontare un negativo a colori alzo gli occhi al cielo.

Fer

però orso parla di negativo BN

dalla mia esperienza la scansione di negativi bn non è mai problematica. l'unica cosa è che l'output è sempre moolto piatto perchè la gamma dinamica del negativo bn è mooolto inferiore a quella dello scanner
quindi il problema può essere non tanto avere ombre o luci ben leggibili quanto evitare posterizzazioni.
sono d'obbligo i 16 bit sia in acquisizione che in postproduzione altrimenti una volta che sistemi il contrasto richi di trovarti anche con forti strappi tra il bianco e il nero.

in generale quindi meglio un negativo un po' più contrastato del normale rispetto che uno un po' più piatto

ciao
daniele

Citazione:
Come specificato, parlo di negativi bianco e nero.
Comunque faccio anch’io così proprio per sfruttare la massima linearità della pellicola: però quando poi mi trovo due negativi vicini, uno della statua di marmo bianco su fondo chiaro e l’altro della statua nera su fondo scuro, che a vista sembrano uguali, a volte mi vengono dei dubbi (di tipo psicologico) se sto facendo la cosa corretta.


Citazione:
Sì, i 16 bit certamente… comunque credo che la gamma dinamica di un negativo BN sicuramente inferiore a quella di una dia, sia probabilmente superiore a quella di un negativo a colori.
Per “posterizzazioni”, cosa intendi? Scalini visibili tra un livello di grigio e il successivo? (scusa ma la mia attuale esperienza di scanner è molto vicina allo zero…)

Ooops mi era sfuggita l'informazione del BN!

Comunque anche in questo caso io preferisco avere le informazioni importanti sui toni medi, per evitare le compressioni tonali alle estremità delle curve.

Poi c'è da dire che negativi molto densi sono antipatici da scansionare: volendo sfruttare ridurre al minimo i problemi di quantizzazione/posterizzazione (e quindi volendo esporre lo scanner "a destra"), richiedono esposizioni molto lunghe, con accumulo di calore che porta maggiore rumore elettronico e maggiore curvatura del negativo.
Per cui se all'inizio della scansione era a fuoco, alla fine rischia di non esserlo più.

Fer

Citazione:

Assolutamente sì! capita molto spesso in estate e soprattutto con pellicola MF.
Io ho risolto il problema con una dima formata da calamite che trattengono la pellicola sempre in tensione.
Con la pellicola in formato Leica, invece, ho brillantemente risolto con altro efficace sistema.

Questa fotografia è un esempio di scansione di pellicola MF Carl Zeiss saldamente trattenuta da calamite.

Allega:

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  c-moro.jpg (342.32 KB)

ecco le calamite in sinterizzato di ferro che comportandosi da pressapellicola tengono in tensione il fotogramma che risulterà sempre perfettamente piano.

Ma prima di sottoporre le varie pellicole da scandire ai sinterizzati, dopo l'asciugatura, i fotogrammi vengono posti tra due potenti batterie di magneti di gomma che, pressandoli perpetuamente con grande forza d'attrazione, li rendono assolutamente piani. Determinante la planeità della pellicola per una scansione ai massimi livelli.



sante

Allega:

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  sinterizzati.jpg (364.63 KB)


  gommagnetic.jpg (499.40 KB)

e questo é un altro risultato derivato da tutta la suddetta complessa operazione:

un biancoenero decisamente buono!

sante

Allega:

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  muro.jpg (330.41 KB)

Ai posteri che si imbatteranno in questa discussione suggerisco di adottare, per ottenere la perfetta planarità della pellicola in fase di scansione, il ben più ortodosso sistema del montaggio a fluido, la cui efficacia è ampliamente dimostrata e riconosciuta.

A presto.

Fabio

Ma esiste qualcosa di simile anche per il 35mm. Vedo un po' difficile mettere un magnete sul porta pellicola.

Io non ho proprio capito a cosa servano dei magneti sul vetro di uno scanner piano, se qualcuno cortesemente mi spiega...