Su Repubblica è ospitato il blog di Michele Smargiassi, giornalista esperto di fotografia.

In questo intervento, che vi segnalo, racconta la storia di un giovane fotoreporter che...

http://smargiassi-michele.blogautore. ... mera-venduta/?ref=HRESS-8

Interessante lo spunto finale sul ruolo dei premi fotografici e delle (sempre più rare) borse di studio.

Fer

sono contrario per principio ai concorsi fotografici forse perche' schifato da quelli analoghi di pittura dove i premi vengono assegnati a rotazione, io premio te poi la prossima volta tu premi me...ma sicuramente sbaglio perche' in fotografia spesso viene assegnato il premio ad un perfetto sconosciuto indipendentemente dal curriculum o dalle intenzioni professionali. Questo puo' servire a far emergere il talento di qualcuno che magari non ha i mezzi o l'opportunita' di allestire una mostra in una grande citta' dove potersi fare notare. E d'altronde senza l'opportunita' di poter pubblicare qualcosa su giornali o riviste o aderire a qualche agenzia non c'e' modo di emergere.
Quello che contesto pero' e' che vincono sempre chi fa fotografie esotiche, c'e' sempre bisogno di premiare il bambino moccicoso in Africa, il soldato sbranato dalle bombe...le immagini della nostra realta' quotidiana non entusiasmano.

Citazione:
Ad una mostra del fotografo americano Saul Leiter mi piacque questa sua frase: Certi fotografi pensano che fotografando la miseria umana puntano i riflettori su problemi seri. Io non penso che la miseria sia più profonda della felicità.

L'articolo secondo me solleva un problema molto importante: ormai i premi fotografici, che dovrebbero eventualmente incoronare la carriera di un fotografo affermato, sono diventati tra le poche piattaforme di lancio per nuovi fotografi, al posto delle borse di studio e con tutte le distorsioni del caso.

La storia del giovane fotografo citato nell'articolo è emblematica.

Fer