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Letture

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10/2/2012 11:08
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Su consiglio di Marco recentemente ho letto 'Lezioni di fotografia', di Luigi Ghirri, che ho divorato con insospettabile appetito.
Anche se non sono riuscito a capire tutto mi ha aiutato a vedere la fotografia da un punto di vista nuovo e questo mi ha piacevolmente sorpreso.
Ci sono altri testi con cui potrebbe essere interessante confrontarsi?
Considerate che il livello delle mie letture sulla fotografia prima di Ghirri sono stai i soliti Scott Kelby, Andreas Feininger, Giulio Forti, Michael Freeman (più o meno in quest'ordine).

Inviato: 29/10/2012 13:42
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Re: Letture

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Ciao
beh mi verrebbe da riportarti una lunga bibliografia ma ho pensato invece di proporti questa lettura come spunto di riflessione per la tua voglia ( encomiabile) di approfondimento della fotografia che non sia solo tecnica.

l'ho ricopiata apposta per te

"A Maurilia, il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo a osservare certe vecchie cartoline illustrate che la rappresentavano com'era prima: la stessa identica piazza che con una gallina al posto della stazione degli autobus, il chiosco della musica al posto del cavalcavia, due signorine col parasole bianco al posto della fabbrica di esplosivi.

Per non deludere gli abitanti occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline e la preferisca a quella presente, a vendo però cura di contenere il suo rammarico per i cambiamenti entro regole precise: riconoscendo che la magnificenza e prosperità di Maurilia diventata metropoli, se confrontate con la vecchia Maurilia provinciale, non ripagano d'una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso nelle vecchie cartoline, mentre prima, con la Maurilia provinciale sotto gli occhi, di grazioso non si vedeva proprio nulla, e men che meno ce lo vedrebbe oggi, se Maurilia fosse rimasta tale e quale, e che comunque la metropoli ha questa attrattiva in più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quello che era.

Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro.
Alle volte degli abitanti restano uguali, e l'accento delle voci e perfino i lineamenti delle facce; ma gli dei che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dire nulla e al loro posto si sono annidati dei estranei.
E' vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, così come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com'era, ma un'altra città che per caso si chiamava Maurilia come questa."


Italo Calvino. Le città invisibili.

Inviato: 29/10/2012 14:51
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Re: Letture

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10/2/2012 11:08
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Grazie maceric,

è un autore che ho già letto con piacere perciò accolgo con piacere la 'provocazione'.

Inviato: 29/10/2012 17:00
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Re: Letture
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Accolgo e faccio mia la provocazione di maceric.
A mio giudizio, per addentrarsi nei meandri dell'estetica e filosofia fotografica bisogna "prenderla alla larga". Voglio dire che non sempre vale la pena di focalizzarsi e puntare su testi che trattano LA fotografia. Spesso letture che affrontano aspetti diversificati possono portare idee ed argomenti riconducibili alla fotografia stessa, pensieri ed enunciati che ad essa possono essere ricondotti. Forse e' corretto dire che si arriva a certe questioni e problematiche che non sono "solo" della fotografia, ma che ad essa possono, poi, essee assimilate e da essa affrontate e trattate.

Marco

Inviato: 29/10/2012 17:19
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Re: Letture

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Secondo me, il vecchio, trito e ritrito "sulla fotografia" di Susan Sontag, è imprescindibile da un r5agionamento filologico. I suoi detrattori sostengono che sia un'accozzaglia di frammenti di ragionamenti casuali, ordinati poi in in un saggio. I suoi estimatori sostengono che sia un'accozzaglia di frammenti di ragionamenti casuali, ordinati poi in in un saggio.
E' un libro per riflettere.

Poi ho scovato, per coloro che sono un po' religiosi ed interessati alle alchimie, questo.

Un altro libro interessante, ma che ho letto solo parzialmente nella anteprima limitata di google books è Fotografi e fotografie: uno sguardo antropologico Di Francesco Faeta, sebbene risenta dell'epoca in cui è stato scritto.

Se sei interessato, invece, alla composizione, non privarti di Arnheim, R, "Arte e percezione visiva", Einaudi, Torino.

Per il momento stop: ho detto solo un paio di testi che hanno fatto la storia della bibliografia fotografica.

Inviato: 29/10/2012 18:28
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Re: Letture

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Mi permetto di consigliarti questo: http://www.einaudi.it/libri/libro/geo ... ito-istante/978880618533.

Uno dei più bei saggi sulla fotografia che abbia mai letto. Davvero brillante ed eccentrico.

Inviato: 29/10/2012 20:52
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Re: Letture

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credo che tu ti riferisca a "L'infinito istante" di Geoff Dyer, ma il tuo link non porta dove vorresti.

Inviato: 29/10/2012 21:59
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Re: Letture

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Ops, chiedo scusa. Comunque sì, mi riferivo a "L'infinito istante" di Geoff Dyer (Einaudi, 2007).

Inviato: 29/10/2012 22:42
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Re: Letture

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Citazione:
per addentrarsi nei meandri dell'estetica e filosofia fotografica bisogna "prenderla alla larga"


Graze pamar5, è esattamente sull'onda di questa intuizione che ho aperto questo topic ma vedo che sono sulla strada giusta :o)

Titoli molto intriganti FranzX e GiovanniP, non speravo di arrivare ad avere addirittura l'imbarazzo della scelta!

Grazie ancora a tutti per la vostra disponibilità, spero di poter tornare sull'argomento a breve, magari per chiedere lumi.


Inviato: 30/10/2012 12:21
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Re: Letture
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Concordo sul fatto che "letture oblique" facciano benissimo a chi vuole "pensare la fotografia"

In ogni caso mi permetto di suggerire alcuni testi, molto diversi tra loro, che possono rappresentare un buon punto di partenza per successive incursioni nel pensiero sulla fotografia:

Roland Barthes, La camera chiara, Einaudi, Torino, 1980.
Man Ray, Sulla fotografia, Abscondita, Milano, 2006.
Ando Gilardi, Meglio ladro che fotografo, Bruno Mondadori, Milano, 2007.

Un testo non direttamente sulla fotografia ma che considero fondamentale per avvicinarsi alla fotografia e a tutta l'arte contemporanea:
Francesca Alfano Miglietti, Identità mutanti, Costa & Nolan, 1997.

Andrea

Inviato: 30/10/2012 14:01
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Letture
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Helmut Newton "Autobiografia"

Inviato: 30/10/2012 14:22
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

https://500px.com/lucinio

http://www.flickr.com/photos/15773975@N00
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Re: Letture
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Torno sulla questione. Mi rendo conto che non rispondo alla domanda posta, non suggerisco alcun testo fotografico. Parlo solamente della mia esperienza personale. Perdonatemi.
Tutte le volte che mi sono arrivata per la mente un’idea, un progetto, un percorso, da applicare alla fotografia, esso non è (quasi) mai “arrivato” dopo la lettura di un testo di critica/estetica/filosofia fotografica. Non dico che tali testi non servano, anzi. Essi operano per costruire un background indispensabile ed insostituibile, senza il quale manca qualcosa. Semplicemente sono convinto che imput di altro tipo, non legati agli aspetti puramente fotografici, apportino un quid insostituibile. Non saprei, ma partire da “altro” per me è qualcosa di fondamentale. Vuole dire non focalizzarsi solo sulla questione fotografica. Chiaramente non parlo di tecnica o cose simili. E non parlo neppure di uscite fotografiche per così dire “non pianificate”, ossia uscite senza in testa il cosa e il come. Se una persona ha in mente un progetto ben preciso (secondo me) quando scatta ha fatto prima una sua personale ricerca e pianificazione……la realizzazione pratica delle fotografie e’ in fondo solo il passo finale…..e (anche) il meno impegnativo e lungo.

Perdonate l'OT

Marco

Inviato: 30/10/2012 15:52
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Re: Letture

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Grazie a tutti,

discussione molto interessante, siete una vera miniera di stimoli e informazioni preziose!

Inviato: 31/10/2012 10:26
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Re: Letture

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Esaurito il buffer di letture precedenti ho potuto finalmente attaccare con "Le città invisibili" di Italo Calvino (in realtà ci ho lavorato sin dalle vacanze di Natale).

E' un autore che credevo di conoscere, avendo letto Marcovaldo, il Barone rampante e Il visconte dimezzato: in questo libro però l'ho trovato ancora più surreale e, se non fosse stato per le convesazioni tra Marco Polo e Kublai Khan, a tratti addirittura ... ermetico.

La mia città preferita è Eutropia; qui mi ha fatto proprio sognare ad occhi aperti:
"Entrato nel territorio che ha Eutropia per capitale, il viaggiatore vede non una città ma molte, di eguale grandezza e non dissimili tra loro, sparse per un vasto e ondulato altopiano. Eutropia è non una ma tutte queste città insieme; una sola è abitata, le altre vuote; e questo si fa a turno. Vi dirò ora come. Il giorno in cui gli abitanti di Eutropia si sentono assalire dalla stanchezza, e nessuno sopporta piú il suo mestiere, i suoi parenti, la sua casa e la sua via, i debiti, la gente da salutare o che saluta, allora tutta la cittadinanza decide di spostarsi nella città vicina che è lí ad aspettarli, vuota e come nuova, dove ognuno prenderà un altro mestiere, un’altra moglie, vedrà un altro paesaggio aprendo la finestra, passerà le sere in altri passatempi amicizie maldicenze. Cosí la loro vita si rinnova di trasloco in trasloco, tra città che per l’esposizione o la pendenza o i corsi d’acqua o i venti si presentano ognuna con qualche differenza dalle altre. Essendo la loro società ordinata senza grandi differenze di ricchezza o di autorità, i passaggi da una funzione all’altra avvengono quasi senza scosse; la varietà è assicurata dalle molteplici incombenze, tali che nello spazio d’una vita raramente uno ritorna a un mestiere che già era stato il suo. Cosí la città ripete la sua vita uguale spostandosi in su e in giù sulla sua scacchiera vuota. Gli abitanti tornano a recitare le stesse scene con attori cambiati; ridicono le stesse battute con accenti variamente combinati; spalancano bocche alternate in uguali sbadigli. Sola tra tutte le città dell’impero, Eutropia permane identica a se stessa. Mercurio, dio dei volubili, al quale la città è sacra, fece questo ambiguo miracolo."

Inviato: 14/2/2013 15:20
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Re: Letture

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Qualcuno puo' consigliarmi "letture fotografiche" relative al discorso della costruzione di una storia-racconto ?

Grazie.

Inviato: 1/10/2015 11:43
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Re: Letture

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Piacerebbe anche a me sapere se esistono libri sul racconto fotografico ed eventualmente su come si idea crea e pianifica un progetto fotografico

Inviato: 2/10/2015 15:51
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Re: Letture

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Condividendo appieno l'approccio che la fotografia è un modo di esprimersi, penso che letture che non parlino espressamente di fotografia, siano le più adatte per mantenere mente e anima liberi e produrre un discorso fotografico.

Dunque i miei 2 cent:

"Scolpire il tempo" di Andrej Tarkovskij, 1986 Ubulibri

Una lucida riflessione del poeta e cinematografo (anche fotografo per chi non lo sapesse)sulla realtà del nostro tempo e sulla percezione filtrata da un artista qual'era.

"La zona del sacro - l'estetica cinematografica di Andrej Tarkovskij" di Alessio Scarlato - Aesthetica Preprint - centro internazionali studi di estetica.

Questo è fantastico per la creazione di un racconto per immagini. Parla di cinema, ma con le dovute declinazioni le considerazioni sono perfettamente valide nella fotografia.

A dispetto dei titoli sono veramente leggibilissimi (ma non banali!)

Li ho scaricati dalla rete (formato pdf) in quanto non più pubblicati (il primo) e libero il secondo. E poi stampati.. dopotutto mi sento analogico-


aggiungo al volo: "Just kids" di Patti Smith - a me ha dato una carica di energia fenomenale.

Inviato: 2/10/2015 19:13
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Re: Letture

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Grazie mille ciauz!

Inviato: 2/10/2015 19:21
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Re: Letture

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14/2/2012 10:52
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Di Tarkovskij figlio ho avuto modo di vedere i suoi film scoprendo, pero', prima il padre.

Grazie.

Inviato: 2/10/2015 19:56
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Re: Letture

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27/4/2006 13:48
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Ho insegnato tecniche di reportage (scritto, fotografato, filmato) all'Università Sapienza di Roma per sette anni, e non ho mai preso in considerazione nemmeno l'esistenza di un libro specifico sull'argomento "racconto fotografico".

Le ragioni sono due: innanzitutto la struttura narrativa fondamentale di un racconto è la stessa per tutti i media (ciò che cambia è la tecnica); poi la tecnica narrativa fotografica è molto simile a quella cinematografica, anzi è la stessa ma più sintetica.

Ritengo che sia molto più utile un qualsiasi manuale di semiotica e i libri di Ryszard Kapuscinski, il grande reporter polacco (La prima guerra del football" e "Imperium" per primi).

Poi c'è la destrutturazione di un qualsiasi documentario che ti sia piaciuto. Questo è un esercizio in un certo senso faticoso. Si procede in questo modo: ad ogni inquadratura si attribuisce un numero progressivo e si scrivono i dati che è possibile osservare (tipologia della lunghezza focale, soggetto della scena, ambientazione, eventuale movimento della macchina, azione, cioé cosa succede in quell'inquadratura). E' un po' come scrivere la sceneggiatura a posteriori.

Terminato questo lavoro si riguarda il filmato per intero senza interruzioni.

Poi si prende la sceneggiatura che abbiamo scritto e si comincia ad eliminare tutte le inqudrature che si ritengono superflue, ridondanti, non pertinenti ecc...

Poi si trasforma tutto il lavoro una riduzione estrema, conservando non più di 15 inquadrature o 15 gruppi o coppie di inquadrature che però potrebbero essere immaginate come singole fotografie statiche.

A questo punto avrete in mano la sceneggiatura di un racconto fotografico e dovrete solo adattarla.

La difficoltà consiste nel dover tradurre in immagini anche le parole.

Se l'esercizio è riuscito bene (e naturalmente dipende da mille variabili) non dovrebbe essere difficile individuare in queste immagini la struttura narrativa, composta di soggetto, di predicato verbale, di complementi e di aggettivi.

La struttura grammaticale non cambia quasi per niente tra le immagini e le parole.

Inviato: 16/10/2015 0:29
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