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Le "nostre" regole di composizione ... mah

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25/8/2005 8:38
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Negli ultimi anni ho letto quello che trovavo sul tema della composizione, dai classici di Arnheim e Gombrich e oltre, più che altro per interesse personale. Una cosa che mi ha recentemente colpito e' che molti dei capolavori della pittura degli ultimi sei secoli --- se interpretati come fossero "fotografie" --- rompono una o più delle classiche regole fotografiche. In particolare tagliano gambe e piedi, braccia e mani, indumenti, se ne fregano di "lasciare spazio" attorno al soggetto, la regola dei terzi e' spesso ignorata.

Trovo esempi da Raffaello a Picasso, passando per Seurat, Klee etc etc etc. E mi limito all'arte occidentale: se dovessi includere quella almeno giapponese (l'unica che conosco un pochino) la rottura degli schemi sarebbe ancora più violenta, ma diciamo che e' un altro pianeta e quindi non fa testo.

Allora, queste regole compositive chiamiamole "fotografiche" sono (1) peculiari della fotografia (ma perché' mai dovrebbero?); (2) sono sovrastrutture da circolo fotografico per soddisfare pulsioni testosteroniche dei vecchi membri nel commentare i lavori degli ultimi arrivati (facile battuta ma, seriamente, ci sono degnissime e colte persone che li frequentano); (3) comuni alla pittura ma il grande artista (pittore o fotografo che sia) può permettersi di fregarsene (suona verosimile, ma gli esempi sono talmente tanti che da eccezione geniale diventa consuetudine, e quindi non più regola, no?); (4) qualcosa d'altro che mi sfugge.

Voi cosa ne pensate di queste regole compositive applicate alla fotografia, alla luce delle tante grandi opere pittoriche che le ignorano?

Inviato: 22/6/2012 14:59
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Io non faccio certamente testo.
Ma frequentando i WS di Giovanni Gastel che è un fotografo noto per l'eleganza e l'armonia intrinseca delle sue immagini, con gli altri corsisti gli avevamo parlato di queste supposte "regole" tipo non tagliare i piedi ecc. , perchè per l'appunto avevamo notato che lui non le seguiva mica tanto e mica sempre.
Ed in effetti ci rispose che lui non le sentiva in maniera stringente. E che una immagine poteva risultare giusta indipendentemente dall'osservanza stretta delle suddette regole scolastiche.
Questo non vuol dire però che non ci fosse un ordine ed una giusta armonia di pieni e di vuoti, di ritmi e di colori anche in quelle sue immagini con i piedi tagliati.
Voglio dire: regole ce n'erano lo stesso. Solo che forse erano altre, o forse erano le stesse, ma interpretate in altro modo...


Inviato: 22/6/2012 15:45
Tessera C.F.A.O n. 3

"Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee

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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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30/10/2006 22:51
Da Prato
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Personalmente ora, me ne frego(nel senso buono della parola), conosco le varie regole, e forse proprio per questo adesso me ne sono liberato, non trovate che troppe regole sono gabbie mentali dove tutto poi diventa piuttosto monotono..
Adesso quando compongo un immagine, non cerco la regola compositiva, ma quello che per me è più espressivo....
Il detto "Conosci le Regole, Rompi le Regole" lo trovo appropriato, conoscere qualcosa ti permette poi di poter andare oltre...

Inviato: 22/6/2012 15:57
"Consulting the rules of composition before taking a photograph is like consulting the laws of gravity before going for a walk."
...
Edward Weston

Photo © Edward Weston
Civilian Defense, 1942

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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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3/4/2009 12:52
Da Eboli
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Per quanto mi riguarda la regola che seguo maggiormente è quella dei "terzi" perchè mi piace la simmetria che ne segue.
Ma non penso che le regole di composizione siano delle regole matematiche da seguire in senso assoluto. Le regole sono fatte per essere violate. L'importante è che la composizione sia equlibrata.

Gianluigi

Inviato: 22/6/2012 16:05
Gianluigi
https://www.photo.net/profile/190407-g ... ry_image&change_section=1
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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5/12/2010 10:57
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Condivido, più o meno, nel senso che secondo me non esistono dogmi inviolabili, in fotografia: è giusto conoscere i "classici codificati" nel corso degli anni (quella dei terzi ecc.), ma poi ognuno può trovarsi il proprio stile in barba a qualsiasi regola formale (il che è diverso dal "trasgredire a tutti i costi", beninteso)

F.

Inviato: 22/6/2012 16:54
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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27/9/2006 3:01
Da Napoli
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Sono regole che di norma funzionano bene, non so se è perchè ci siamo assuefatti. Ma come tutte le regole ci sono eccezioni. Quindi ben venga la trasgressione ma per motivi precisi e che rendono l'immagine ancora migliore.

Inviato: 22/6/2012 17:17
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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ricordo che qualche tempo fa rispondendo a Gianluke, a proposito di Cartier Bresson e McCurry, dicevo che le regole della composizione non sono solo un artificio tecnico ma anche e soprattutto espressione del pensiero culturale: oggi come nel Rinascimento.

Inviato: 22/6/2012 17:18
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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25/2/2004 15:54
Da Roma
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Ci vorrebbe un trattato, e non sono all'altezza..

Comunque credo le regole ci siano in tutti i campi dell'arte (qualunque cosa il termine stia a significare), me che cambino con le epoche, i paesi, i movimenti, le scuole..
Per chi comincia e' ottima cosa studiarle e saperle rispettare. Insomma fare esercizio. Poi, eventualmente, nascera' una "visione" personale e da quella magari nuove regole, nuovi canoni stilistici.

Per cercare di uscire dal generico, nel caso della fotografia credo che la permanenza di certe rigide regole sia da attribuire alla enorme quantita' di praticanti che hanno sostanzialmente bisogno realizzare delle immagini soddisfacenti per il proprio archivio (privato o condiviso che sia). Qualcosa piu' vicino all'"ingegneria" che all'"arte".

Inviato: 22/6/2012 19:37
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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27/4/2006 13:48
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Il problema - semmai - è che, come nel diritto, bisogna individuare le fonti. E come nel diritto, anche nell'immagine ci sono le fonti naturali. Nello specifico, io quando fotografo (ma anche quando scarabocchio), ho in testa la fisiologia dell'immagine, mescolata alle mie - imprescindibili - sovrastrutture culturali. Delle regole mi interessa ben poco. E' tutta una questione di geometrie (lo diceva HCB e io condivido). Le regole servono per produrre in serie. Il mio stile (se ne ho uno) è sistemare o cogliere gli elementi che compongono l'immagine secondo la mia percezione, in modo istintivo.

Inviato: 23/6/2012 0:27
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Ciao Marco Mxa,
io ti rispondo dicendo: la seconda che hai detto...sono sovrastrutture da circolo fotografico, perchè nei casi più deleteri diventano il fine del fare fotografia (formalismo noioso e fine a se stesso).
Soprattutto se queste presunte regole sono intese in senso specificatamente fotografico e quindi con l'accezione tipica dei vari recinti e ghetti fotografici.

Per rispondere invece a FranzX, io non credo che si possa agire per "istinto" quando è coinvolto un processo complesso come la percezione; forse intendevi per intuito?
Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione in merito.


Un saluto

Inviato: 23/6/2012 9:47
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Le informazoni che acquisisci nel corso della vita restano da qualche parte nel subcosciente. Quandi guidi, ad esempio, non devi pensare all'operazione che fai, ma la fai la fai e basta, anche il semplice sterzare di un certo grado anziché di un altro. Queste azioni sono il risultato della "metabolizzazione" di certe pratiche. nel fotografare, per me, accade la stesa cosa. Ho studiato, ho ragionato ecc.. e tutto ciò diventa parte di un istinto. L'intuizione comporta un ragionamento.

Inviato: 23/6/2012 12:53
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Ciao Franz,
stavo riflettendo su ciò che hai scritto e mi sorge un dubbio..
Forse abbiamo una concezione diversa del significato di "istinto"; io associo l'istinto ad un'azione infallibile ma inconsapevole (programmata geneticamente), quindi fatico ad associarlo ad un'azione così consapevole e volontaria quale è il gesto fotografico.
In secondo luogo non credo quindi che un istinto possa derivare da un processo di apprendimento, per questo facevo riferimento ad un'azione che deriva da un processo intuitivo (che può essere anche istantaneo) in cui il soggetto ha una grande consapevolezza delle sue azioni.
Anche guidando l'auto non credo di farlo per istinto ma per abitudine.
Tu che ne pensi?
Perdonate l'ot ma mi sembra una deriva interessante.

Un saluto..

Giorgio

Inviato: 23/6/2012 14:34
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Perfettamente d'accordo sull'intuito: stavo scrivendo di corsa con i figli che pressavano per uscire.
Assolutamwente non d'accordo sull'abitudine. E' una vecchia storia. Mi rifaccio alle teorie di Gurdjeff (del quale non sono un seguace), riportate da Outspensky, secondo il quale ci sono numerosi "io" subcoscienti che intervengono nelle occasioni in cui è richiesto. E' come dire che nel tuo subcosciente sono archiviate delle informazioni che non affollano la mente quando non sono richieste, ma vengono istantaneamente recuperate al livello richiesto. Quando guidi l'auto hai un livello cosciente che percepisce la realtà attraverso i sensi, ed un livello subcosciente che ti fa agire nel migliore dei modi senza emergere. Quando fotografo il mio livello cosciente mi fa individuare il soggetto ed elabora il messaggio che voglio comunicare, un livello subcosciente mi permette di agire tecnicamente ed un altro mi permette di trovare la composizione richiesta dagli altri due.

Mi rendo conto che tutto ciò è opinabile o, quantomeno, riferibile ad una esperienza individuale. Tuttavia c'è un abisso tra le foto che faccio per ragioni commerciali e quelle che faccio per comunicare, e si tratta di uno "switch" che non devo fare a livello cosciente ed è assolutamente istantaneo.

Inviato: 25/6/2012 0:21
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Ciao Franz,
l'argomento sembra interessante (ho solo sentito nominare gli autori che citi e non ho mai letto nulla riguardo il loro pensiero).
Tieni conto che quando sento il termine "IO", nella mia mente si illumina un grosso punto di domanda; è un limite dovuto alla mia testa, ma proprio non capisco di cosa mi si stia parlando).

Vorrei chiederti di spiegarmi la differenza fra "livello subcosciente" e abitudine; nel mio precedente post davo al termine abitudine quello che tu dai all'espressione livello subcosciente (qualcosa che agisce senza emergere).
Tu associ "abitudine" a qualcosa di radicalmente diverso?

Un saluto.


Mxa mi ucciderà per l'ot..

Inviato: 25/6/2012 17:19
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Stiamo andando pericolosamente alla deriva, ma in attesa di un richiamo per l'OT, insisterò.
abitudine o consuetudine si riferiscono ad azioni che fai in maniera ripetitiva, nell'abitudine non c'è alcun intento creativo ne', tantomeno, una compartecipazione razionale volontaria. L'abitudine è, spesso, la strada mentalmente più breve e meno faticosa verso un certo obiettivo.
Se componi un'immagine in un certo modo per abitudine neghi l'intervento creativo e cadi nella serialità.

Il livello subcosciente è qualcosa che agisce o può agire sia sotto il piano razionale che irrazionale, creativo e innovativo o quale replica, ma è sempre parte di un processo cognitivo. Solo che non lo domini con la parte cosciente di te, ma lo lasci libero. Ritengo che si possa mettere in questa categoria ogni azione che non viene elaborata secondo uno schema logico sequenziale, ma risponda a una logica più percettiva. naturalmente sono molto naive in questo campo, e probabilmente uno studente di psicologia del 2° anno potrebbe contraddirmi con facilità

Inviato: 25/6/2012 18:19
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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Se un giornalista scrive un pezzo o un qualunque cittadino scrive una lettera è necessaria una buona padronanza dell'italiano per riuscire ad esprimere correttamente ciò che si intende affermare, mettendo in giusto risalto i passaggi logici attraverso una adeguata sintassi e punteggiatura. L'utilizzo poetico e personale della lingua è consentito ai grandi autori e ai poeti (per esempio Gadda, Joice ecc. ecc.) e implica necessariamente, in ogni caso, la conoscenza di tutte le regole grammaticali e sintattiche, fosse anche per trasgredirle.
Analogamente in fotografia è necessario conoscere o applicare le cosiddette regolette, che come la grammatica per l'italiano sono funzionali alla corretta comunicazione. Un piede tagliato a seconda dei casi può essere funzionale all'impostazione generale della foto o al contrario essere disfunzionale. Le "regolette" hanno valore indicativo e non prescrittivo e la loro applicazione nel 90% dei casi aiuta il raggiungimento dell'intento fotografico; nel restante 10% dei casi rappresentano un limite.

Inviato: 26/6/2012 11:12
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah
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Le regole compositive sono peculiari della fotografia e non di altre forme espressive quali la pittura? Non lo so. Le regole compositive (una volta note) possono essere volontariamente sgambettate? Non posso rispondere neppure a questo. Posso però dire la mia opinione.
Penso che molto (moltissimo) sia racchiuso nell’effetto che si è capaci di mostrare e fare emergere. Sono in grado di “dire” quello che voglio, oppure no? Ci riesco seguendo le regole? Bene. Ci riesco non seguendo le regole? Bene. Poi penso che molto dipenda dal tipo di fotografia che faccio. Indubbiamente se voglio rappresentare paesaggi “classici” o in modo classico, alcuni capisaldi compositivi hanno la funzione di farmi ottenere un effetto armonico e visivamente piacevole. Masse e figure “racchiuse” nell’esiguo spazio del fotogramma hanno un effetto armonico e piacevole se disposti seguendo un certo schema. Se mostro un soggetto paesaggistico classico, fotografato seguendo talune regole basilari, e lo stesso soggetto ripreso sgambettando ogni regola……beh sono abbastanza certo che un fruitore non avrebbe molti dubbi riguardo a quale scegliere. Questo perché taluni soggetti beneficiano grandemente di un certo tipo di composizione. Tutto ciò anche se il fruitore ignora completamente ogni regola. Le regole, in fondo, hanno il fine di ottenere un effetto quanto più armonico. Altre tipologie di soggetto non beneficiano di regole varie. Se il messaggio che voglio sia racchiuso ed emerga, è ostacolato, ingabbiato, da un certo tipo di composizione, non devo ad essa rimanere ancorato, quasi fosse dei binari inamovibili. Certo, poi se il fruitore si basa solo (e come prima e fondamentale pietra di giudizio) sull’osservanza di certe regole…..decade tutto il discorso fatto su tipo di soggetto/messaggio/schema…..ma viene ad impoverirsi anche la nostra personale valutazione sul giudizio ricevuto. Anzi, se a un lavoro fatto in un certo modo, corrisponde un giudizio negativo, per la non osservanza di certe regole, le strade sono due: la critica è poco motivata e profonda. Il nostro intento è troppo recondito e non capace di emergere. Da qui mi innesto sul discorso circoli fotografici (live o in rete); tutto dipende da chi ci si trova di fronte. Non penso si possa generalizzare. Al limite si potrebbero buttare lì delle percentuali. E il discorso pittura?? Come detto non sono in grado di rispondere. Posso al limite rifarmi al discorso della bontà dell’effetto e del risultato ottenuto. Ma questo in tutto, dai. Dall’arte, al design, alla moda, alla fotografia.

Marco

Inviato: 26/6/2012 12:17
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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cercando di rimanere in topic vorrei farvi notare che, senza allargarsi troppo, il piano subcosciente evocato da Franzx è la condizione culturale. Considera il medioevo: la dimensione sociale, fondata su legami tradizionali e gerarchici, di ordine spirituale e/o materiale, i legami religiosi, i legami di sangue, il legame personale di vassallaggio tipico del sistema di potere feudale, il legame fisico del servo della gleba con la terra, i legami corporativi fra artigiani, ecc.

Nel medioevo lo spazio fisico e sociale è concepito come discontinuo, piu? affine al modello del patchwork che a quello cartesiano. Ad esso è estranea l’idea moderna dello spazio cartesiano, inteso come campo omogeneo, in cui ogni punto non si differenzia da un altro per le sue qualita? intrinseche, ma solo per la sua posizione relativa rispetto ad un sistema di riferimento generale.

La rappresentazione del territorio-mondo non è geometrica e proiettiva, ma sensibile e topologica, non quantitativa, ma qualitativa. Nella cartografia medievale ciò che conta è l’identificazione dei luoghi (città, castelli, stazioni di posta, ecc.) e l’indicazione delle relazioni più significative fra di essi (strade, fiumi, ponti, ecc.), non la rappresentazione metricamente attendibile, ovvero in scala, del territorio.
Se fosse esistita la fotografia quali regole compositive in un tale modello di società e grado di civiltà?

questa è una mappa medioevale, niente rappresentazione proiettiva e metrica del territorio ma topologica=spazio di relazione. quale regola dei terzi avrebbero applicato?

Allega:



jpg  Schermata 2012-06-27 a 10.39.38.jpg (93.54 KB)
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Inviato: 27/6/2012 10:48
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah
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13/5/2004 17:25
Da lombardia
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Bè... comunque per chi volesse dare una rinfrescatina alle proprie cognizioni di composizione fotografica "classica":

QUI



Inviato: 24/8/2012 12:15
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Re: Le "nostre" regole di composizione ... mah

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"Studiare le regole della composizione prima di fare una fotografia è utile quanto studiare la legge di gravitazione universale prima di uscire a fare una passeggiata."



Edward Weston

Inviato: 6/11/2012 15:11
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