Buongiorno a tutti
Prendo spunto da una “vivace” discussione sul sito gemello e da molti altri interventi riguardanti i sintemi di stampa e le fotocamere medio formato, per chiedere indicazioni sullo stato dell’arte della stampa in camera chiara e oscura.
Esiste un tutorial molto ben fatto sul sistema ibrido, ma è datato 2006. Sono numerosi gli interventi riguardanti le stampanti fotografiche, i sistemi di sviluppo del negativo B&W, la qualità delle carte fotografiche e inkjet, le possibilità di scansione dei supporti trasparenti, l’affidabilità o meno delle scansioni per la stampa digitale. Tutto questo però inquadra le problematiche, ma non chiarisce i miei dubbi (e forse il vero problema sono io…).
In breve, qual è il livello qualitativo di una stampa digitale “domestica” di ultima generazione (Epson R3000 o similari, per intenderci) ottenuta da un negativo B&W medio formato sottoposto a scansione (V700), rispetto ai risultati ottenibili in camera oscura? E, solo secondariamente, come giudicate il risultato delle stampe a colori (sempre da 120 dia/neg in ibrido) ottenibili con queste stampanti rispetto a quelle prodotte da un laboratorio medio?
La questione riguarda la scelta di molti appassionati di fotografia, non professionisti e forse anche poco professionali come me, a cui piace gestire per intero il processo realizzativo (scatto, sviluppo, stampa) con velleità se non artistiche almeno artigianali: camera oscura o chiara per la stampa?
Altri fattori come disponibilità di spazi e tempo, costi, tempi di apprendimento, sono importanti ma non fondamentali se manca il presupposto di una qualità più che accettabile.
Grazie a quanti, con esperienza dei due sistemi, mi vorranno dare indicazioni.
Saluti
Carlo

Se dicessi colore, io non ho dubbi che una stampa inkjet moderna, specialmente con inchiostri base acqua, è superiore ad una stampa tradizionale. Col BN le cose si complicano. La R3000 deve ancora uscire, io però ho un amico che stampa con SP3880 (scansione Coolscan 8000) e stampa ancora con l'ingranditore. Nonostante le carte baritate da inkjet, la differenza è ancora a mio avviso apprezzabile a favore della stampa tradizionale. Ciò detto, anche le stampe digitali sono molto belle. Ultima notazione, di stampe tradizionali il mio amico ne fa sempre meno. E' un fotografo professionista e benedice l'avvento del digitale, anche se a livello medio ha ridotto i compensi. La stampa tradizionale è solo per passione, per uso proprio.

Citazione:
Avendo già ampiamente contribuito a "vivacizzare" la suddetta discussione, ritengo doveroso astenermi...

Orso, non so se sono riuscito a mandarti un messaggio in p.m. (sono scarso in tecnica informatica oltre che fotografica). Perciò, se puoi, non astenerti.

Carlo

No, non ho messaggi(ma anch'io sono una schiappa in queste cose...)

Comunque, come ho già detto nell'altra discussione, non sono un utilizzatore di stampanti (per ora) ma solo un osservatore di tecniche e risultati
La qualità ottenibile col sistema ibrido, che intriga moltissimo anche me, dipende sia dallo scanner che dalla stampante. Però per quantificare i contributi ci vuole un utilizzatore esperto.
Io credo che una pellicola medio formato dia risultati differenti attraverso un Epson V700 o un Coolscan o un Imacon. Poi dipende da come viene fatta la scansione. Allo stesso modo, poi, la stampa su un plotter a 12 colori potrebbe essere meglio di quella ottenuta con una stampante casalinga a 8 canali. Ma dipende molto se tutto è profilato bene, dipende dal tipo di carta che si usa... insomma le variabili sono tantissime.
Mi è capitato di vedere lavori fatti da professionisti, e li ho trovati veramente belli.
Però per un confronto vero bisognerebbe osservare la stessa stampa fatta in analogico e in digitale.
Idem per il BN. Credo che il top si ottenga con stampanti a pigmenti di carbone. Ma anche lì bisognerebbe fare confronti con la stessa stampa fatta in CO...
In teoria, il sistema inkjet ha sorpassato il sistema chimico sia come gamut sul colore, che come Dmax sul BN.
Sulla durata, stando coi pigmenti, non dovrebbero più esserci problemi.
Come varietà di carte il confronto non è neppure proponibile: col digitale la scelta è vastissima.
I costi a mio avviso sono ancora troppo alti, ed è quello che frena.
Speriamo intervenga qualche utilizzatore a portare testimonianze dirette...

E' così difficile confrontare le mele con le pere...
Davvero, dipende enormemente dai parametri che si vogliono prendere in esame. Densità dei neri, gamma cromatica, resa dei dettagli fini (da che punto di vista? MTF? Con o senza sharpen? Su quali carte? Da quali pellicole?), estetica, resa della grana, neutralità, durata.

Sono due processi così diversi, è un po' come confrontare pianoforte e sintetizzatore.

A me piace scansionare e stampare digitalmente (inkjet o "lambda"), ma ho qualche difficoltà a dire brutalmente "è un metodo superiore".

Fer

Si potrebbe Linkare il post a cui si fa riferimento in apertura.... Grazie mille

Più mi addentro nella fotografia e più mi rendo conto dell'inutilità di dire che una cosa è meglio di un'altra (se non per un uso specifico). Alla fine devi trovare qualcosa che vada bene a te, che ti dia soddisfazione; ovvio che bisogna informarsi, ma il discorso è comunque sempre relativo ai gusti personali.

Io sono un profano, ho esperienza di stampa in camera oscura con buoni ingranditori e un po' ho stampato a getto di inchiostro con kit a pigmenti di carbone photoactivity. Anche io non mi sento di dire che il metodo scansione+inkjet sia superiore però la possibilità di ottimizzare in Photoshop gli scatti non ha prezzo.

Ho utilizzato per parecchio tempo un sistema ibrido (scansione della pellicola e stampa inkjet), prima di passare allo scatto digitale. Per la mia esperienza, le stampe derivate da file in origine digitali sono generalmente migliori di quelle da file acquisiti, anche rispetto ad acquisizioni da pellicola medio formato. Ma è solo la mia esperienza.
Non mi avventuro neanch’io a fare paragoni tra stampa digitale e chimica, ognuna con le proprie prerogative e uno specifico senso di “appartenenza” ad ogni singolo fotografo. Quel che posso portare come contributo alla discussione è la recente visita alla mostra di Mimmo Jodice al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove stampe chimiche convivevano pacificamente con stampe digitali, sia lambda che inkjet. Non posso dire che fossero indistinguibili, tutt’altro, ma ciascuna aveva caratteristiche sue proprie, una propria dignità e una propria bellezza. Di certo, nessuno dei tipi di stampa inficiava la qualità delle immagini. Ed è quel che conta: i sistemi di stampa, sia analogici che digitali, sono tutti ormai in grado rendere al meglio le nostre foto. Il resto tocca a noi.

Ciao
Carlo