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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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28/3/2007 16:40
Da nord Sardegna
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Oggi, durante una breve ricognizione, ho fatto alcuni scatti con il Sigma a 15 mm su 5D; una volta appurato da precedenti test che il diaframma di lavoro ottimale è f/16, ho regolato tempi e iso (scatti a mano libera) per trovare il giusto compromesso: 1/60" e 400 iso. Il risultato è davvero niente male!

Vi posto un esempio: raw 5D sviluppato con CameraRaw e leggermente postprodotto in Photoshop. La foto è giusto una prova, ma le prestazioni di questa lente mi entusiasmano!

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Veniamo alle cose interessanti: crop al 100% di un particolare a circa 20 metri di distanza:

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Crop al 100% di un particolare a non più di 1 metro di distanza (notare: vicino al bordo del fotogramma):

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Stesse prestazioni del crop precedente! Direte voi: logico, rientrano entrambe nella profondità  di campo... Invece per me è tanta roba: non trovo cedimenti in nessuna parte del fotogramma, se non forse leggermente negli angoletti più estremi (comunque ottimi).

Paesaggio, architettura e interni vanno di lusso su cavalletto, mentre per il reportage devo accettare dei grossi compromessi, soprattutto in luce bassa: mi tocca aprire il diaframma, sapendo di andare incontro ad un'ingombrante vignettatura (CameraRaw NON basta davvero a correggerla) e ad un decadimento di qualità  verso i bordi dell'immagine. Già  un f/8 è poco soddisfacente...

Sotto con i commenti!


Claudio



Inviato: 8/1/2008 21:08
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?
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Maestrale ha scritto:


Sotto con i commenti!


azz che posto

Inviato: 8/1/2008 22:26
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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30/12/2006 15:21
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Citazione:

Maestrale ha scritto:


Benedetto: non avendo precisi riferimenti dimensionali, le tue foto hanno un effetto "WOW" senza controindicazioni, belle, soprattutto quella a 14 mm!

Claudio




Grazie del commento, però non comprendo cosa intendi per "precisi riferimenti dimensionali"
Un saluto
Benedetto

Inviato: 8/1/2008 23:28
Benedetto_Macca............
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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29/8/2006 1:18
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Mi accodo a te nel dire tanta roba . Il risultato e lodevole.

La leggera postproduzione include anche la correzione prospettica? La roccia a sx è piuttosto grossina e vicina e la deformazione è un po' troppo contenuta per un 15mm.

Un'altre domanda è, quali caretteriste peggiorano a diaframmi più aperti?



Inviato: 8/1/2008 23:31
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Complimenti Claudio, bel posto e bella ripresa,se come dici hai operato poche correzioni il risultato non è affatto male,vignettature quindi cadute di luce ai bordi del fotogramma ne vedo, solo in basso a dx ma non è così drammatica al punto che volendo in postproduzione si puà agevolmente correggere. Evidentemente la focale che hai scelto è la migliore che potevi usare in questo caso.Quindi basta trovare la giusta focale e anche per il paesaggio quest'ottica è ottima e poi se questo è il risultato a mano libera.....


Ciao

joe

Inviato: 9/1/2008 0:17
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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28/3/2007 16:40
Da nord Sardegna
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Citazione:

Ubik ha scritto:
azz che posto

Beh, è Cala Spinosa a Capo Testa (Sardegna), a detta di molti una delle baie più belle del Mediterraneo! A 5 km da casa mia: essermi trasferito quaggiù ha anche i suoi vantaggi!
Quasi quasi, d'ora in poi, mi metto a postare una foto al giorno, così vi convinco finalmente ad organizzare una bella fotoavventura dalle mie parti!

Citazione:

Benedetto ha scritto:
... non comprendo cosa intendi per "precisi riferimenti dimensionali"

Ad esempio, nelle tue immagini non c'è una pavimentazione a scacchiera, come nella foto postata da Palmerino, nè un primo piano che possa dirsi innaturalmente sproporzionato rispetto allo sfondo, ma solo la sabbia e un'onda lunga sul bagnasciuga... L'accelerazione prospettica aggiunge dinamismo, ma senza elementi che ne possano disturbare l'effetto...

Citazione:

CarpeDiem ha scritto:
La leggera postproduzione include anche la correzione prospettica? La roccia a sx è piuttosto grossina e vicina e la deformazione è un po' troppo contenuta per un 15mm.

E invece è proprio un 15 mm "natural", ma in questo caso è filato tutto liscio... considera che la piantina nel crop la vedi grande circa metà  del naturale (è molto vicina). La postproduzione consiste in un semplice ripristino della nitidezza e in una blanda curva di contrasto, più un briciolo di "aggiungi disturbo"...

Citazione:

Un'altra domanda è, quali caratteristiche peggiorano a diaframmi più aperti?

Una vignettatura tanto pronunciata da non essere correggibile in post (non c'è un minimo dettaglio nelle ombre) e un vistoso calo di definizione, proporzionalmente più ampio uscendo verso i bordi dell'inquadratura...

Citazione:

joe60 ha scritto:
vignettature quindi cadute di luce ai bordi del fotogramma ne vedo, solo in basso a dx ma non è così drammatica al punto che volendo in postproduzione si puà agevolmente correggere.

In questo caso non si tratta di vignettatura (sarebbe atroce a f/16!), quanto di un forte divario di luminosità  tra le zone illuminate e l'ombra piena sulla vegetazione scura. Qualcosa di meglio si potrebbe ottenere con un montaggio HDR...

Citazione:
Evidentemente la focale che hai scelto è la migliore che potevi usare in questo caso.Quindi basta trovare la giusta focale e anche per il paesaggio quest'ottica è ottima e poi se questo è il risultato a mano libera.....

In realtà  era l'unica focale che volessi testare e questo è un semplice scatto di prova mentre scendevo giù in spiaggia... sono ancora in una fase di "conoscenza", per cui non sento di padroneggiare come vorrei questo cavallo selvaggio che è il 15 mm; però effettivamente mi piace come si sono disposti gli elementi nell'inquadratura, solo che la luce doveva essere migliore, e la visibilità  più limpida: la costa che s'intravede frontalmente è la Corsica (falesie di Bonifacio), e quando l'aria è tersa si vede il possibile e l'impossibile!
Aspetto al varco una giornata "di quelle buone"!

Claudio



Inviato: 9/1/2008 0:59
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?
Utente non più registrato
Complimenti Claudio, ma non certo per il posto che non è merito tuo
scherzo, prima o poi magari ci andiamo insieme...
Avevo sentito parlar molto bene dei nuovi grandangoli Sigma, e il tuo test mi sembra confermi la cosa
ciao
cristiano

Inviato: 9/1/2008 9:17
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Ciao,
Non credo che accontenterebbe tutti un meeting su quella spiaggia...a meno che non ci scarichi qualche vecchia lavratrice e lo scheletro di qualche auto bruciata...
Ciao,
Renzo

Inviato: 9/1/2008 12:16
.........

......
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
Non credo che accontenterebbe tutti un meeting su quella spiaggia...a meno che non ci scarichi qualche vecchia lavatrice e lo scheletro di qualche auto bruciata...


Sì sì, aspetta un po' che preparo l'archibugio! Col pepe, come zio Paperone! E a chi butta anche solo una cicca... BLAM!

Claudio



Inviato: 9/1/2008 21:31
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Fer, prepara le mutande di lamiera....
Renzo

Inviato: 10/1/2008 13:17
.........

......
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Se mi posso esprimere in termini un po' più concettuali, la funzione primaria del grandangolo è quella di ambientare, di fornire una descrizione dell'ambiente. Tanto più è spinto, tanto più ambiente viene incluso e, quindi, "descritto".

Personalmente non ho mai sentito la necessità  assoluta di scendere sotto il 20, anche se non mi dispiacerebbe possedere un Hologon (15mm).

Il rischio nell'utilizzo di grandangoli troppo estremi è quello di disperdere le informazioni relative all'ambientazione, di non avere possibilità  di avvicinarsi troppo ai soggetti principali e renderli solo una parte di un insieme confuso.

Nella composizione di un'immagine una focale lunga ti costringe a ragionare tra pochi punti e vie di fuga, un grandangolo, invece, rifuggendo i facili effetti, mette in campo molti più elementi dei quali tener conto.

Da ciò, credo, si possano intuire le maggiori difficoltà  nell'utilizzo di un grandangolo, e la naturale predisposizione del principiante verso le focali lunghe, con l'immancabile domanda: "quanto avvicina?".

Non esiste, tuttavia nessuna regola esclusiva per l'utilizzo di un grandangolo, quanto piuttosto una regola generale delle arti visive: riempire lo spazio. Il grandangolo fornisce molto più spazio da riempire, da qui l'abilità  e l'occhio del fotografo.

Inviato: 10/1/2008 14:08
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Citazione:

FranzX ha scritto:
Se mi posso esprimere in termini un po' più concettuali, la funzione primaria del grandangolo è quella di ambientare, di fornire una descrizione dell'ambiente. Tanto più è spinto, tanto più ambiente viene incluso e, quindi, "descritto".

Nella composizione di un'immagine una focale lunga ti costringe a ragionare tra pochi punti e vie di fuga, un grandangolo, invece, rifuggendo i facili effetti, mette in campo molti più elementi dei quali tener conto.
Da ciò, credo, si possano intuire le maggiori difficoltà  nell'utilizzo di un grandangolo, e la naturale predisposizione del principiante verso le focali lunghe, con l'immancabile domanda: "quanto avvicina?".


Però che bella sfida è il grandangolo!

Costringe il fotografo all'interpretazione della scena, aiuta a creare tensione (non solo grafica, ma anche psicologica) tra gli elementi della composizione, rende il fotografare un'avventura personale... Credo che il suo fascino risieda proprio nella necessità  di "avvicinarsi" alla scena, particolarmente quando si fotografano le persone. Non quindi una fotografia un po' furtiva e distaccata, da teleobbiettivo, ma una fotografia "coinvolta", che diventa reciproca conoscenza...

FranzX, mi piacerebbe tanto che tu includessi qualche riflessione su come ci si "avvicina" al soggetto (le tue foto sono molto eloquenti al riguardo) quando si scatta a grandangolo... sembrerebbe quasi un OT, ma penso che la lente e il feeling col soggetto siano fattori strettamente correlati...

Claudio



Inviato: 10/1/2008 21:37
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Molto interessante questo thread da te aperto Claudio, in effetti anch'io mi trovo in una fase di studio con le focali supergrandangolari, avendo da poco acquistato per la mia digitale 4/3 lo Zuiko 7/14.Istintivamente sarei portato ad un uso volto ad accentuare una sensazione di maggior profondità ,sfruttando la caratteristica di queste lenti che in genere anche a tutt'apertura garantiscono grandi profondità  di campo.A questo riguardo la foto panoramica di Palmerino è un bell'esempio.Personalmente una cosa che sto sperimentando ultimamente è l'effetto svettamento, per esaltare l'altezza delle costruzioni,tentando altresì, con inquadrature a terra angolari, la ripresa di due facce delle costruzioni, nell'intento di conferire all'immagine una maggiore tridimensionalità .Un primo tentativo l'ho fatto con lo Zuiko 7/14 con la seguente immagine:

http://www.qtp.it/Gallery/displayimag ... s/10053/Campanile_B_W.jpg[/img]

E' un 'immagine di prova e non so fino a che punto sia riuscito nel mio intento.
Certo, c'è da considerare che operando in questo modo le linee cadenti vanno a farsi friggere, in pratica non c'è parallelismo tra le linee del campanile ed il rettangolo del fotogramma, ma se pagando questo prezzo si ottiene una immagine che restituisca un impatto visivo più accattivante, ne puà valer la pena no? Ecco questo voleva essere un ulteriore suggerimento sull'utilizzo di queste ottiche, ovviamente si puà variare soggetto, riprendendo in tal modo oltre che ai campanili, anche fari, alberi,tralicci ecc.

Ciao


joe

Inviato: 11/1/2008 0:01
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Ciao Joe,

preferisco decisamente questa... ci sei andato un po' pesantuccio in post (bruciature alonate, colorazioni manuali evidenti), però la composizione è gradevole ed equilibrata, e trae vantaggio proprio dall'effetto "svettamento". Mica detto che tutto debba sempre ossessivamente venir "basculato"!

Citazione:

joe60 ha scritto:
anch'io mi trovo in una fase di studio con le focali supergrandangolari, avendo da poco acquistato per la mia digitale 4/3 lo Zuiko 7/14.Istintivamente sarei portato ad un uso volto ad accentuare una sensazione di maggior profondità ,sfruttando la caratteristica di queste lenti che in genere anche a tutt'apertura garantiscono grandi profondità  di campo.


Beh, a livello teorico potrei pure darti ragione, ma nella pratica (se non ti sveni comprandoti ad esempio un Distagon 21 o un Nikkor 14-24) le ampie aperture su ultragrandangolare non rendono neanche lontanamente il "tutto a fuoco" che cerchi: vignettature drammatiche e forti cali di definizione nei bordi ne pregiudicano l'utilizzo in molte situazioni. Nella bella immagine di Palmerino (la scala interna, f/4), noto già  nella bassa risoluzione proprio quei tipici cali d'incisione con cui spero d'imparare a convivere...

Claudio



Inviato: 11/1/2008 0:58
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Citazione:

Maestrale ha scritto:



FranzX, mi piacerebbe tanto che tu includessi qualche riflessione su come ci si "avvicina" al soggetto (le tue foto sono molto eloquenti al riguardo) quando si scatta a grandangolo... sembrerebbe quasi un OT, ma penso che la lente e il feeling col soggetto siano fattori strettamente correlati...

Claudio




Mah! E' difficile teorizzare l'istinto. credo che ognuno abbia un diverso rapporto con la gente e lo estrinsechi ancor diversamente da dietro la lente.

Senza la fotocamera sono un timido, ma quando devo fare una foto, coperto dallo scudo dell'apparecchio, mi concentro sulla foto e dimentico la mia timidezza.

In linea di massima esistono solo tre situazioni fotografiche dove devi entrare e metterti in gioco:
1. scatta e poi, eventualmente, chiedi il permesso e continui a scattare se concesso.
2. entri in relazione con i soggetti perché ci hai dedicato del tempo, gli spieghji che ciò che stanno facendo ai tuoi occhi appare eccezionale o ne sono già  consapevoli
3.irrompi nell'azione con deisione tale che sgomenti, con una certa prepotenza che non lasci spazi a nessun commento

Come vedi escludo la discrezione, perché è l'equivalente del nascondersi, e chi si nasconde ha qualcosa da nascondere.

Nelle situazioni tipo street photography è la non chalance, la naturalezza che deve predominare. Se vedi un semaforo ad un incrocio non te ne meravigli, no? ecco, devi avere quel tanto di faccia tosta abbinato ad una considerevole naturalezza, che ti facciano mimetizzare come un semaforo ad un incrocio. Naturalmente se vai nel Bronx con la tua faccia da wasp ed un completo blazer pantaloni grigi e la tua nuova Canon Eos1 MdCome cavolo si chiama, la nonchalance viene travolta dall'immagine che offri.

Tutto ciò non vuol dire che non ti possa capitare di ricevere qualche accidente e qualche maledizione, ma l'importante è applicare la filosofia napoletana: futtaténne

Se il tuo obiettivo e quello di scattare quella determinata foto, tutto il resto deve passare in secondo piano. se ti corrono dietro, scappa. E mentre scappi cambia il rullo così se ti raggiungono non perdi le foto.

Ancora: è più sospetto un teleobiettivo. Molta gente, se ti vede con un 300, si gira per non essere fotografata. con un 35 o inferiore, il più delle volte ti guarda con curiosità . se poi - come ho scritto in un altro topic - hai una macchina invisibile (picola compatta, vecchia, non reflex, non accessoriata), è quasi impossibile pensare ad un professionista, e non scattano le masturbazioni mentali del tipo "vuole pubblicare la mia faccia su novella 2000".

Questo è più o meno, ma sarebbe interessante proseguire il discorso del rapporto con i soggetti sconosciuti.

Ora vado a nanna

Inviato: 12/1/2008 2:32
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?
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Per avere una maggiore "ariosità " ed un' alta profondità  "dinamica", più il grandangolo è spinto e più ci si deve essere avvicinare al soggetto/i.
Altrimenti si corre il rischio di "rimpicciolire" tutto ed avere solo una foto banale e confusa.
Inoltre, giustamente un angolo di campo molto ampio tende a distorcere gli oggetti ai lati (non è un difetto, ma è dovuto a precise leggi geometriche) e quindi occorre un' attento studio della prospettiva.


Inviato: 12/1/2008 4:07
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?
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Esempio, fotografando questo monumento in una piazza della mia città , la torre è più meno al centro e quindi non molto distorta.



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ma già  spostandosi (varia la prospettiva) e mettendo la torre sui lati del fotografmma, ecco che la parte superiore diventa obliqua.

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ps: non confondiamo queste deformazioni con le distorsioni a barilotto (classico) e le linee cadenti per la fotocamera non perfettamente in bolla.

Inviato: 12/1/2008 14:46
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Citazione:

FranzX ha scritto:
Senza la fotocamera sono un timido, ma quando devo fare una foto, coperto dallo scudo dell'apparecchio, mi concentro sulla foto e dimentico la mia timidezza.
...
escludo la discrezione, perché è l'equivalente del nascondersi, e chi si nasconde ha qualcosa da nascondere.

Nelle situazioni tipo street photography è la non chalance, la naturalezza che deve predominare. Se vedi un semaforo ad un incrocio non te ne meravigli, no? ecco, devi avere quel tanto di faccia tosta abbinato ad una considerevole naturalezza, che ti facciano mimetizzare come un semaforo ad un incrocio.
...
Se il tuo obiettivo e quello di scattare quella determinata foto, tutto il resto deve passare in secondo piano. se ti corrono dietro, scappa. E mentre scappi cambia il rullo così se ti raggiungono non perdi le foto.


Grande Franz, mi limito a citare solo parti del tuo lungo intervento, che sarebbe stato da citare tutto... il concetto di mimetizzarsi come un semaforo ad un incrocio è stupendo, proprio un'immagine mentale da richiamare una volta "sul campo", dove l'interagire con una realtà  in continuo mutamento puà confondere le idee su cosa (e come) si sta facendo...

Pensarsi come un "ovvio" semaforo dà  tra l'altro uno scopo psicologico ben preciso allo stazionare in determinati punti: quando faccio foto di strada, spesso mi trovo nella situazione di non riuscire a "staccarmi" dalla corrente, cioe quel fiume di persone (tutte di corsa) che ha il potere di trascinarmi via con sé, talvolta anche dove una scena è già  pronta allo scatto ed è lì che mi aspetta... però io la perdo, perché ho il passo sempre troppo veloce per acquietarmi di punto in bianco, e stazionare sornione... In questi casi, pensarmi come un "ovvio" semaforo, servirebbe a rendere più numerose (e produttive) le mie soste nei punti "caldi"...

Però mi viene anche in mente il faccione di gomma di Corrado Guzzanti quando fà  Prodi e il suo "semaaaforo... feeermo..." !

Scherzi a parte, grazie per le dritte!


Claudio



Inviato: 12/1/2008 15:10
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Ottimo esempio palmerino!

Della serie: basta spostarsi di pochi centimetri per ottenere risultati profondamente diversi...
la dura legge dell'ultragrandangolo!

Ti dirà: a me piace più la seconda immagine, e mi stà anche abituando all'idea di non vedere più come un difetto la deformazione dei bordi, quanto come un interessante strumento creativo.

Citazione:

palmerino ha scritto:
ps: non confondiamo queste deformazioni con le distorsioni a barilotto (classico) e le linee cadenti per la fotocamera non perfettamente in bolla.

Correggetemi se sbaglio: in riferimento all'immagine con il campanile distorto, un foglio trasparente quadrettato davanti all'obbiettivo verrebbe comunque riprodotto più o meno fedelmente, ma le deformazioni del campanile sarebbero le stesse che già  vediamo. Nello specifico penso a questo esempio: se Dà¼rer avesse voluto riprodurre gli elementi ai margini della quadrettatura (vista sua la vicinanza alla griglia, cioè corta focale) li avrebbe disegnati "deformati"!

Certo che Dà¼rer era davvero "avanti" eh? Vi invito a leggere gli estratti del suo trattato: cinque secoli fa ragionava già  in termini "fotografici": all'atto pratico del disegnare un soggetto, Dà¼rer si poneva i nostri stessi interrogativi: quale distanza di ripresa? quale focale (distanza della griglia)? quanto "ambiente" inquadrare?

Claudio



Inviato: 12/1/2008 15:21
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Re: Missione ultragrandangoli: come interpretare le focali estreme?

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Ciao Claudio,
la differenza tra il foglio e il campanile e' che il foglio che metti davanti e' perpendicolare all'ottica e comunque un forte grandangolare tende a trasformare i quadrati d'angolo in rombi, ma il campanile e' ripreso oltretutto dal basso e quindi le linee di fuga si esasperano.
Per disegnare qualcosa in modo che dal basso possa essere vista correttamente non importa scomodare Durer. Basta semplicemente disegnare guardando il foglio da un posizione angolata simile a quella da cui verra' visto il dipinto finito e riportare in scala lo schizzo sulla parete....
Ciao,
Renzo

Inviato: 12/1/2008 16:33
.........

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