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La "leggerezza" di Calvino

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26/5/2006 9:37
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Vi sottopongo questa riflessione di fine anno.
Calvino, nelle sue Lezioni americane: "...La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alla figura umana, ora ai corpi celesti, ora alle città ; soprattutto ho cercato di toglere peso alla struttura del racconto e al linguaggio".
Applicare quella "leggerezza" a ciò che fotografo è obiettivo a cui sto pensando da tempo. Proprio nel senso che Calvino ha dato alla sua produzione.
SEmbra una contraddizione: mi soddisfa sempre meno la fotografia che, per sua naturale caratteristica, tutto coglie. Vorrei cogliere solo l'essenziale. Un testo asciuttissimo, un insieme minimo di segni, al di sotto, ma anche al di sopra del quale, quel testo perde di significato.
Ma vorrei che quel rigore, quella capacità , fossero in atto in ogni situazione, sempre quando guardo dentro il mirino. Una capacità  fulminea dello sguardo, che forse, però, è anche un problema di attesa. Per una geometria degli elementi che per un istante si costituisca secondo una disposizione minima.
Chissà  se è sempre possibile compiere questa operazione di massima riduzione , di "sottrazione di peso"? Lo è?
Isolare, setacciare la realtà , per fissare solo quell'insieme minimo, indipendentemente dalla scena, dal contesto, dalla situazione.
Auguri

Inviato: 31/12/2006 13:57
Giuseppe
Tessera C.F.A.O. n°32......
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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25/8/2005 8:38
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Per me quello che dici ha un nome nella fotografia contemporanea: Michael Kenna. Tanti non lo amano, non so bene perche'. Lavori come "Hokkaido" sono per me, limitatamente al genere fotografico paesaggistico, un punto di riferimento.

Inviato: 31/12/2006 14:18
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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27/9/2006 3:01
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Beh direi che "Hokkaido" risponde molto bene ai tuoi nuovi propositi fotografici...

Gianluca

Inviato: 31/12/2006 15:27
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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27/4/2006 13:48
Da Roma
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Quanto tu cerchi nella fotografia e' cio' che io traduco con la frase: "il maggior numero di informazioni con il minor di segni", che sarebbe poi la definizione della sintesi?

O forse intendi anche poche informazioni?

E' un discorso interessante che mi piacerebbe approfondire (ora sono un po' di corsa).

Inviato: 31/12/2006 16:38
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
--------------------------------------
www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: La "leggerezza" di Calvino
Utente non più registrato
Caro Pluto, cari amici,
fra le letture che mi hanno colpito, direi trasformato, ci sono state le avventure di viaggio di Bruce Chatwin. Un bello stimolo le sue descrizioni, tanto che ho cominciato, con i miei formati leggeri contenuti in una borsa a tracolla, ad organizzare viaggi fantastici sulle sue orme, specialmente quelle affini ai paesaggi preferiti della mia regione. Sono un avventuroso da cortile, ma camminando per sentieri, boschi, praterie, ho "collimato" con tanti luoghi "patagonici", sintetizzando visioni interessanti. Condivido le tue sensazioni anche se Calvino è piuttosto complesso nella sua essenzialità  (sono rimasto sempre in difficoltà  dopo una sua lettura).
Le vette di Kenna poi sono più di un suggerimento, sono una proposta esistenziale. De Chirico si lamentava che Carrà  faceva "nature metafisiche": aveva ragione perchè nelle opere di De Chirico ogni cosa aveva un significato oltre l'apparenza, mentre Carrà  mostrava solamente l'atmosfera nella quale immergeva i suoi oggetti.
Potentissime fonti la poesia e le letteratura: pensiamo alla lettura preferita di Ansel Adams, Foglie d'erba di Walt Whitman, sempre nel suo zaino, per i momenti di quiete sulla Sierra.
Auguri di ottime foto per il 2007, Candidus/Floriano.

Inviato: 31/12/2006 16:54
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Re: La "leggerezza" di Calvino
Utente non più registrato
La cosa in assoluto più difficile è la gestione del segno puro, senza orpelli, la ricerca dell'essenza dell cose. L'uscire da schemi barocchi per esplorare il minimalismo dell'essenza.
A volte risulta molto ma molto più complesso togliere che mettere, in fotografia come in architettura, come nella scrittura....e in fondo come nella vita stessa.
Distillare il nostro sapere, togliere la testa, togliere la coda e dare una goccia concentrata del nostro essere....la grappa contro il tavernello...

Inviato: 1/1/2007 11:42
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Re: La "leggerezza" di Calvino
Utente non più registrato

Ciao Pluto. Le lezioni americane di Calvino contengono spunti interessanti e curiosi. Io le ho lette con partecipazione.
Il concetto di essenzialità  lo sento molto mio. Non solamente in fotografia. Less is more. L'essenzialità  è un canto libero in una società  che punta sulla quantità  ostentata. Sul pieno apparente.
Dalle case piene di ammenicoli, soprammobili, oggetti stipati in ogni angolo. Uomini che vivono per accumulare Roba (alla verghiana maniera). Donne ornate come alberi di Natale. Avere tanto, dire di avere tanto, mostrare tanto, parlare tanto per non dire nulla.
In fotografia per molti è ancora così. Farcire le fotografie come capponi per paura che possano sembrare vuote (e in tante fotografie ci si sente persino l'eco).

Mi permetto solo un consiglio: l'essenzialità  non andrebbe, a mio modesto avviso, cercata anche dove non c'è. Non va costruita ma vista. E' un allenamento dell'occhio.
Io la vivo come un bisogno per dominare il caos.

Facci sapere gli sviluppi e soprattutto mostra le fotografie che ritieni possano rientrare in questo tuo nuovo percorso.

(scusate se sono parzialmente andata fuori tema)


Inviato: 1/1/2007 17:14
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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1/9/2006 22:20
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Citazione:

ilbavarese ha scritto:
[...]
Distillare il nostro sapere, togliere la testa, togliere la coda e dare una goccia concentrata del nostro essere....la grappa contro il tavernello...


Avete detto cose sagge e condivisibili, tutt'altro che facili da applicare e quindi stimolanti. Anche perché sintetizzare non basta, bisogna farlo in un certo modo, altrimenti invece che semplificare si complica (sappiamo quanto possa essere più difficile studiare un libro di 100 pagine che uno di 400). Ci vuole impegno...

Ho citato questa perché "la grappa contro il tavernello" è un'immagine che mi piace assai .

Inviato: 1/1/2007 18:31
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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9/12/2004 21:10
Da Toscana
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ciao,
io penso che stiamo discutendo di un falso problema, nel senso che a meno di ricercare l'affollamento per esaltare il caos, a tutti piaccia fotografare l'essenziale.
Il vero problema e' riuscirci, trovare sul momento la concentrazione necessaria per ricercare ed eliminare il non indispensabile e inventare il modo di poterlo fare.
E' il mio cruccio, il mio dilemma: amare i supergrandangoli e riuscire ad inquadrare l'essenziale.. forse la prima cosa da fare sarebbe rinunciare sono proprio i grandangolari, ma non e' facile, io "vedo" grandangolare e poi mi piace la sfida, anche se e' ardua.
Renzo


Inviato: 1/1/2007 18:50
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Re: La "leggerezza" di Calvino
Utente non più registrato
Cara Deborah, cari amici,
nel tuo intervento ricordavi:
"...:l'essenzialità  non andrebbe, a mio modesto avviso, cercata anche dove non c'è. Non va costruita ma vista. E' un allenamento dell'occhio."
Io mi "alleno l'occhio" ad esempio, con un micro set sempre pronto in una posizione strategica tra due finestre della mia stanza, sul quale dispongo gli oggetti da fotografare: faccio in pratica delle "nature morte" (preferisco chiamarle così perchè è il loro nome più antico e autentico almeno per me).
Ricerco l'essenzialità  non solo nelle cose che posso vedere quando mi muovo nello spazio, ma tento di ricostruire il mio mondo attraverso la giustapposizione di simboli a me noti. Costruisco, "nature morte parlanti", "vanitas", sull'esempio dei fioranti fiamminghi e olandesi, sugli strumenti musicali di Evaristo Baschenis, sui pittori di trompe-l'oeil, fino a Morandi e le sue variazioni. E con l'esempio di fotografi come Sudek, o con i "fiori" di Mapplethorpe, o i bianchi/nero di Cavalli.
Per parlare con il linguaggio dei simboli bisogna riconoscerli, e sapere che qualcuno è in grado di leggerli: sono più di cinque secoli che dei graziosi dipinti in realtà  sono testi scientifici, misteriosofici, metafisici da decodificare, come i testi di Calvino, Pessoa, Borges, Kafka.
Per noi modesti apprendisti si tratta di cominciare, provare e confrontarci non solo con altri fotografi, ma con esperti e studi sugli argomenti esplorati, come recensioni critiche e approfondimenti effettuati con metodi scientifici. Se invece ci affidiamo solo al nostro "istinto" rischiamo di esaurirci in fretta e perdere la voglia di trasformare in immagini le nostre, le chiamo, "collimazioni" (filtri previsualizzanti).
Seguo questo modo di lavorare da anni e garantisco che non sono mai andato in crisi per quanto riguarda la ricerca di soggetti, idee, proposte.
Buone foto per tutto l'anno nuovo, Candidus/Floriano.
(Mi accorgo adesso che ci sono stati altri due interventi, ma penso che la mia proposta regga egualmente).

Inviato: 1/1/2007 19:01
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Ciao Floriano,
ma sei sicuro di non barare nel tuo esercizio? Il tuo campo di osservazione e' limitato, essendo piccolo ti consente ampi spostamenti. Se fosse un paesaggio o un ambiente nel quale ti trovassi immerso i movimenti sarebbero pen piu' ristretti, nella realta' puoi trovarti di fronte a situazioni che variano da giorno a giorno, da minuto a minuto, sei costretto a scegliere nel tempo oltre che nello spazio.
Proprio poche ore fa riguardavo delle conchiglie, ricordi di immersioni, e mi era venuta la tentazione di fotografarle. Sono belle, ricche di forme e capaci di creare ombre e riflessi molto interessanti...ma ho cancellato subito l'idea perche' lo ritengo un gioco che non mi suscita emozioni, solo un allenamento che poi non trova riscontro nella quotidianeita' dei miei scatti. Penso sia piu' utile vagare fra gli abeti e le capanne e cercare di spremerne la sostanza.
O no?
Ciao e buone foto,
Renzo

Inviato: 1/1/2007 19:18
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Re: La "leggerezza" di Calvino
Utente non più registrato
Renzo non credo proprio che il barare possa rientrare nell'immagignifico ed etico mondo di Floriano, è un puro e un romantico e mai potrebbe fare ciò.
Detto questo non capisco questo tuo arrampicare sugli specchi....puoi vagare quanto vuoi tra abeti e capanne ma se non hai una meta, una direzione ed un perchè rischi di essere uno dei tanti beati che si trovano a vagare per i boschi...ogni tanto qualcuno trova un fungo ed ogni tanto qualcuno precipita nel dirupo.....

Non c'entra nulla l'usare un grandangolare o un teleobiettivo, e non c'entra nemmeno nulla il genere di fotografia.....quello di cui si parlava a ben vedere era altro.....diversamente con un ragionamento del genere io per essere "pulito" e "minimalista" dovrei usare solo il macro e fotografare auree capezzolari....che cavolo c'entra?

Forse stiamo parlando di cose diverse? mi piace pensarlo.


Inviato: 1/1/2007 20:33
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Re: La "leggerezza" di Calvino
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Caro Falcopardo,
nel Dizionario dei simboli, alla voce conchiglia si legge: "La conchiglia, evocando le acque nelle quali si forma, partecipa al simbolismo della fecondità  proprio dell'acqua; il suo disegno e la sua forma concava ricordano l'organo sessuale femminile; il suo contenuto che puà eccezionalmente recare la perla, ha forse suscitato la leggenda della nascita di Afrodite...". la conchiglia di Venere, quella che porta sul cappello San Giacomo di Compostela, simbolo della fortuna e della prosperità  in Cina e presso gli Atzechi simbolo della luna, ... /(J.Chevalier, A.Gheerbrant, Dizionario dei simboli, Vol I°, BUR, Milano, 1969, pp.309-10, alla voce Conchiglia).

Che peccato caro Renzo, mi accusi di barare quando tu non sai nemmeno il valore dei tesori che hai trovato in fondo al mare. E' proprio per questo motivo che il parlare deve essere consapevole come il sapere cosa fotografare; non c'è nulla da spremere nel cose, c'è solo da osservarle e capirle e fotografarle "consapevolmente".
Buone foto, Candidus/Floriano.

Inviato: 1/1/2007 21:05
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Ciao Roberto,
per "barare" intendevo fare un esercizio che poco ha a che fare con le capanne trentine, i laghi e i boschi che ho visto nelle immagini di Floriano. Ha ragione da vendere quando asserisce che le composizioni che la pittura ma anche la fotografia ci hanno tramandato non sono solo peperoni e bottiglie ma studi approfonditi da decodificare, ma io penso che tale allenamento non e' valido in tutti i casi e che secondo me puo' essere piu' utile e pratico andare in giro a previsualizzare e magari a scattare degli appunti sui quali lavorare.
Per te "pulire " un'immagine di una donna nuda non credo sia poi molto difficile, caso mai i problemi che incontri sono altri dovuti all'armonia della posa, alle luci, agli sfondi.
Quando affronti la fotografia di moda invece ammetto che e' ben diverso, il rischio di affollare l'immagine esiste realmente.
Ma nella fotografia paesaggistica, urbana, di "calcinacci"
non sempre e' facile perche' la scena non te la crei tu, e' quella che e'.
E se usi una focale lunga puoi cercare di sintetizzare in un particolare una certa sensazione, puoi selezionarlo, isolarlo. Con un grandangolare e' molto piu' complicato.
E spesso l'uso e' indispensabile, perche' non credo che tu possa esaltare la bellezza di una donna fotografandole soltanto un polso o la caviglia.
Non pensavo minimamente di dare del baro a Floriano, so benissimo qual'e' la sua levatura, pero' mi da' fastidio immaginarlo su un piedistallo e mi piacerebbe poter avere la possibilita' di prenderlo affettuosamente anche in giro. Per me e' come prendere sotto braccio una persona, e due passi sottobraccio a Candidus su per il Trentino li farei volentieri, so che non sarebbe una semplice camminata.
Ciao,
Renzo

Inviato: 1/1/2007 21:24
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Ciao Floriano,
non crearmi un'aura di insensibilita' che non mi sento. Se quelle conchiglie le ho strappate al mare per tenermele ben in vista sul pianoforte un motivo ci sara' pure, anch'io adoro le loro splendide forme e colori, solo che " in questo momento" ho altri progetti fotografici che non si sposano bene con le conchiglie e fotografandole nel modo piu' "pulito" possibile posso ugualmente fare delle belle foto, ma non mi aiuta a risolvere certi miei problemi.
Ciao, anche le parole hanno significati diversi e se do del filibustiere a Roberto stai pur tranquillo che non lo faccio senza affetto ( anche se a ragion veduta.. )
Renzo

Inviato: 1/1/2007 21:36
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Re: La "leggerezza" di Calvino
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Semmai Corsaro e servo la nobile causa della fotografia consapevole.....Filubustiere no, nemmeno nello spirito, non colpisco mai per il puro gusto del possesso o personale non mi interessa....
Ti dico questo per cultura generale, corsaro, pirata e filibustiere sono tre personaggi totalmente diverse pur se utilizzano lo stesso vessillo....si ma mai che decidi di solcare gli oceani stufo del peregrinare nei boschi.

Detto questo mi sento personalmente di dirti che il minimalismo e/o essenzialismo nel nudo è uno dei massimi livelli di difficoltà ....butta caso uno dei grandi interpreti era proprio il pirla dei peperoni....un tal Weston..sarà  forse un caso?

Mi permetto una banale osservazione: alla fine siamo noi che "mettiamo" le persone su piedistalli o podi, non sempre sono loro a salirci e quindi il problema e di chi ce li mette....in pratica mettere un sul piedistallo e poi tirare qualche fiondata a poco senso, c'è poi sempre il rischio che la statua sia armata di un obice da truppe alpine....brutta cosa!!!

Mi permetto (non per difendere nessuno) che Floriano alias Candidus è personaggio d'altri tempi.....è come un whisky torbato ben stagionato (direi un Oban di 30 anni) e và  centellinato in apposito calice a tulipano e con calma....anche la Coca Cola stimola....ma è tutt'altra cosa e si beve al volo e d'un fiato.
Dico questo perchè a volte ho la sensazione che ci sia una specie di avversione verso un voler parlare di metodo e di preparazione....anche Floriano poi passaggia nei boschi con occhio vigile e cavalletto all'erta, ciò non toglie che nei boschi ci vada con delle sue idee e con Hard Disk degli appunti ben carico.....tutto qui.

Inviato: 1/1/2007 23:37
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Re: La "leggerezza" di Calvino

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Ciao Roberto,
l'unica osservazione che posso fare e' che mi disorienta che non si possa controbattere alle affermazioni di qualcuno. Ammettiamo che le mie osservazioni siano sbagliate mi piacerebbe sentirmi rispondere che sbaglio e dove sbaglio. Il dialogo serve a far crescere chi ne sa di meno, non certo ad impoverire chi ne sa di piu'.
Se ti riferisci a me quando parli di avversione al metodo o alla preparazione sbagli di grosso, mi piacerebbe discutere pero' del metodo, del perche'. Sulla preparazione non c'e' assolutamente niente da dire se non che fa piacere sentire riferimenti e consigli.
Comunque stiamo uscendo dal seminato...
Ciao,
Renzo

Inviato: 2/1/2007 0:19
.........

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Re: La "leggerezza" di Calvino
Moderatore
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Citazione:

Falcopardo ha scritto:
l'unica osservazione che posso fare e' che mi disorienta che non si possa controbattere alle affermazioni di qualcuno. Ammettiamo che le mie osservazioni siano sbagliate mi piacerebbe sentirmi rispondere che sbaglio e dove sbaglio. Il dialogo serve a far crescere chi ne sa di meno, non certo ad impoverire chi ne sa di piu'.


Quoto Renzo al 100%

Marco(pamar5)

Inviato: 2/1/2007 0:30
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: La "leggerezza" di Calvino
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Renzo hai ragione sul fatto che il dibattito ci possa essere e ci debba essere, ma stranamente quando si parla di metodologia e di un approccio consapevole sembra che si levino gli scudi della beatitudine. Per capire o fugare dubbi basta chiedere e verranno date ampie risposte, sono certo che anche un Floriano se necessario si puà esprimere in modo più semplice e meno criptico....certo che se la base del contradditorio è quella dello scrivere che sono tutte fregnaccie, di venir giù dal piedistallo, che uno bara.....è difficile Renzo andar oltre la semi zuffa telematica...che dici?

Marco(pamar5) capisco che oltre che moderatore sei anche utente e quindi giustamente esprimi un tuo pensiero....ma da pluri stellato mi aspettavo un approccio diverso.

Comunque sono sinceramente dispiaciuto che Renzo e Marco abbiate solo visto un non voler comunicare ed abbiate perso l'occassione per un sereno confronto e qualche domanda sul metodo da chi come Floriano ne ha fatto virtù.

P.S. frequentando Floriano con il suo approccio romantico e metodologico (non solo alla fotografia), questo suo essere uomo ottocentesco tutto d'un pezzo mi ha aperto gli occhi su un mondo diverso da cui guardo con maggior interesse il mio mondo ed il mio essere. Il rimettersi in discussione è il sale delle vita, chiedersi e richiedersi il perchè di talune scelte e certezze ridanno forza e vigore al proprio essere. Questi sono i motivi per cui ho sguainato la websciabola ed issato il vessillo corsaro....per le idee quindi e non certo per dover difendere la persona che è abbondantemente armata di sua....

Inviato: 2/1/2007 10:29
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Re: La "leggerezza" di Calvino
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Non ci siamo proprio, scusate, ma non capisco

Citazione:

ilbavarese ha scritto:
stranamente quando si parla di metodologia e di un approccio consapevole sembra che si levino gli scudi della beatitudine.


Cosa c'entra l'appunto sollevato da Renzo che ha dato origine alla discussione con la metodologia ed una sua presunta critica? Il buon Renzo ha solo posto un interrogativo circa l'applicabilità  di un "esercizio fotografico", un iter per allenare l'occhio, a situazioni fotografiche e paesaggistiche reali e concrete. Non ci vedo, nemmeno sforzandomi al massimo, il minimo ostracismo verso alcuna metodologia o approccio consapevole. Anzi, mi è sambrata una legittima richiesta di chiarimento verso un approccio personale, quindi semmai un segno di interesse, non di prevenzione. Devo invece rilevare che l'alzata di scudi l'ho percepita dall'altra parte, dove a seguito di una critica e richiesta di spiegazioni totalmente legittima ed esposta con criterio ed educazione non si è avuta risposta ma solo rimostranze.

Citazione:

ilbavarese ha scritto:

Marco(pamar5) capisco che oltre che moderatore sei anche utente e quindi giustamente esprimi un tuo pensiero....ma da pluri stellato mi aspettavo un approccio diverso.



E questa considerazione la comprendo ancora meno.
Non sono forse libero di quotare l'intervento di un'altra persona se lo ritengo fondato? Caro Roberto, non perchè un intervento non è in accordo con il tuo modo di vedere significa che non sia valido, permettimi ma l'approccio che io tengo nei miei interventi lo decido autonomamente.

Marco

Inviato: 2/1/2007 11:04
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