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Re: Cambio scanner? Sì, no... compromesso!

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Fer ha scritto:
I Plustek non hanno autofocus (anzi, non hanno proprio alcun tipo di messa a fuoco). ricevere una qualche assistenza, ma solo per poco;

Cos'è l'autofocus in uno scanner? Varia la messa a fuoco da un punto all'altro durante la scansione, o ne sceglie automaticamente una in un punto centrale e poi la mantiene fissa?
Quella del Nikon è da considerarsi autofocus?
(inutile dire che ho le idee un po' confuse su quest'argomento... )


Citazione:

Fer ha scritto:
Un Nikon SuperCoolscan 5000 ha qualche speranza in più di ricevere una qualche assistenza, ma solo per poco;

Bhè, sarà un paio d'anni che è fuori produzione, se è Nital non dovrebbero esserci problemi di assistenza per molto tempo.

Inviato: 18/4/2012 10:37
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Re: Elliot Erwitt

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Trovi qualcosa anche in questa recente discussione:
http://www.effeunoequattro.net/htdocs ... id=109740#forumpost109740

Inviato: 18/4/2012 10:24
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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kwanon ha scritto:
Orso, scusa, ma lo scopo della maschera arancione nei negativi colore qual'è?


Quello di correggere gli assorbimenti indesiderati da parte dei coloranti utilizzati negli strati fotosensibili delle pellicole negative, che nella pratica si comportano in modo diverso da come dovrebbero comportarsi in teoria.

Trovo che l'argomento (a differenza di altri) è piuttosto ben spiegato su Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Maschera_(fotografia)

(clicca sul link, disambigua, vai su _fotografia)

Dagli un'occhiata, poi se non capisci qualcosa chiedi.

Inviato: 6/4/2012 9:55
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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FranzX ha scritto:
L'agitazione ha un'importanza notevole in qualsiasi sviluppo, e cambia molto l'agitare con regolarità o senza. L'agitazione iniziale è per la pellicola che deve essere, il più rapidamente possibile, bagnata in ogni molecola con lo sviluppo; poi serve allo sviluppo, per rigenerare la propria capacita riducente. Le molecole ossidate devono lasciare posto a quelle fresche, ma bisogna lasciargli il tempo di agire correttamente: ecco il senso di un riposo più o meno lungo tra un capovolgimento ed un altro. L'agitazione continua, invece, proprio da un punto di vista fisico e non chimico, fa perdere acutanza perché riduce troppo rapidamente i bordi ed ingrossa gli agglomerati di alogenuro di argento, alisa "grana".

Lo strato antialo - escludendo quello di un tempo e della pellicola cinematogrfaica Eastman (che era a base di nerofumo miscelato con una roba che si chiama aceftotalato di cellulosa) - sono dei polimeri che inibiscono il valore elettrico delle particelle, incluse quelle luminose, impedendogli di rimbalzare indietro ed anzi intrappolandole. Un po' come accade per i polarizzatori, ma in modo meno preciso e non riservato solo alle onde piane. Il colore credo sia dato dal tipo di sostanze utilizzate, ma la base è generalmente una gelatina realizzata per essere sciolta in un comune sale di sodio, come l'iposolfito di sodio, appunto.
Credo che, ad esempio, il problema della T Max, la quale richiede lavaggi e strigliamenti prolungati per rimuovere l'orrido rosa, sia dovuto soprattutto alla quantità di gelatina aggrappante. In generale l'antialo non reagisce con i chimici fotografici più di quanto non faccia una bottiglia di plastica.

Son vent'anni che non sviluppo un c41, ma ricordo che a differenza delle pellicole BN quelle colore erano morbide e con l'effetto emulsione anche sul retro, dalla parte del supporto. Infatti un film colore bagnato si opacizza a causa del rigonfiamento della gelatina posteriore, che contiene sia la maschera colorata che il famigerato antialo. Acqua distillata è l'unica cosa per evitare macchie. Ma parlo delle vecchie emulsioni, poi mi sono perso.



Scusami Franz, ma le parti del tuo intervento che ho messo in rosso, sono palesemente sbagliate.

Se proprio vogliamo considerare la luce secondo la teoria corpuscolare, le particelle di luce (fotoni) sono comunque particelle prive di carica elettrica. Però conviene trattare la luce secondo la teoria ondulatoria: per impedire ad un raggio luminoso (onda elettromagnetica) di “rimbalzare all’indietro”, bisogna assorbirla. Ed è questo il compito dello strato antialo, che quindi deve essere nero in modo da assorbire tutta la luce, o almeno avere il colore della radiazione alla quale la pellicola è meno sensibile, in modo da assorbire la luce alla quale la pellicola è più sensibile. Ovviamente una strato antialo nero sarà più efficace di uno colorato. Tale strato, nero o colorato, va dunque rimosso o reso trasparente durante lo sviluppo della pellicola.
I polarizzatori funzionano in tutt’altro modo e non c’entrano nulla.

Uno strato antialo è sempre formato da due componenti: un agente antialo, che ha il compito di assorbire la radiazione luminosa che passa attraverso l’emulsione, e un supporto, che ha il compito di mantenere l’agente antialo al suo posto. Un po’ come nell’emulsione fotografica, dove la gelatina fa da supporto alle particelle di alogenuri di argento fotosensibili.

Una delle tecnologie fa uso del cosiddetto Remjet (Removable jet black layer), un supporto di acetoftalato di cellulosa, solubile in acqua, che contiene particelle di carbone come agente antialo. Piuttosto usato per pellicole cine, in ambito fotografico il Remjet era impiegato nelle Kodachrome. Può solo essere applicato sotto la base della pellicola, come ultimo strato, ed essendo nero va assolutamente eliminato prima dello sviluppo. Infatti il primo step del processo K14 è proprio l’ammorbidimento dell’acetoftalato di cellulosa con un bagno alcalino e la rimozione dello strato con acqua.

Un’altra tecnologia molto usata sia per negative colore che BN, prevede un supporto di gelatina, permeabile all’acqua, che contiene un colorante solubile in acqua come agente antialo (qui ad esempio http://www.hwsands.com/category/65.aspx potete divertirvi a leggere i nomi di una decina di questi coloranti, con tanto di lambda di assorbimento massimo).
A differenza del Remjet, uno strato antialo così costituito può essere sia applicato sotto la base della pellicola che incorporato tra l’emulsione sensibile e la base. Questo perché durante lo sviluppo non verrà rimosso l’intero strato antialo (supporto + agente), ma solo l’agente antialo, cioè il colorante. Il supporto in gelatina, reso trasparente, rimarrà dov’è. Guai se la gelatina dovesse sciogliersi in acqua o in una soluzione di iposolfito: si scioglierebbe anche quella che contiene l’immagine!!!
Per non contare che con questa tecnologia lo strato antialo difficilmente si trova ad essere l’ultimo: anche quando viene applicato sotto la base, spesso ha ancora dietro di sé lo strato antiarricciamento. Se si sciogliesse anche il supporto dello strato antialo, la pellicola verrebbe divisa in due!
Essendo il colorante (solubile in acqua) inglobato in una gelatina (permeabile all’acqua), la sua dissoluzione sarà piuttosto lenta. Non conosco la chimica di questi coloranti organici piuttosto complessi, ma se, come credo, non reagiscono coi componenti chimici dei bagni di sviluppo e fissaggio, che la loro dissoluzione avvenga all’inizio, durante, o alla fine del processo di sviluppo, non dovrebbe fare alcuna differenza. Da qui l’inutilità di scioglierlo in parte prima con un prelavaggio.

Infine, la maschera arancione dei negativi a colore non è nella gelatina posteriore (sarebbe un filtro uniforme e non una maschera) ma è data da copulanti cromogeni incorporati proprio negli strati di emulsione sensibili al rosso e al verde.

Inviato: 5/4/2012 11:19
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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Hologon ha scritto:
Fosse solo per eliminare completamente l'antialo, sarebbe utile. Non sono un chimico, ma non mi pare che una sostanza (lo sviluppo) sia la stessa cosa se insieme a essa c'è dell'altro o no...

Dipende da cos’è “l’altro”.
Intendo dire se si tratta di una sostanza in grado di interagire chimicamente con almeno uno dei componenti dello sviluppo, o se si tratta di sostanza che passa semplicemente in soluzione nell’acqua dello sviluppo senza interagire col resto.
Dato che la totalità delle macchine sviluppatrici in commercio non ha mai previsto il prelavaggio in acqua, suppongo che i chimici delle varie case produttrici di pellicole ne abbiano tenuto conto nel formulare lo strato antialo in modo da non disturbare l’attività chimica dei bagni di processo.
D’altra parte mi pare che tutti concordino sul fatto che il prelavaggio scioglie solo una parte dell’antialo, tant’è vero che nonostante il prelavaggio, sia i bagni di sviluppo e fissaggio che i primi lavaggi finali appaiono ancora colorati.

Non ho mai approfondito la questione dell’antialo da un punto di vista chimico (confesso che non mi spiego il perché sia colorato, ed ancor meno perché la colorazione che provoca nei bagni di sviluppo e fissaggio dopo un po’ sparisca completamente), ma mi verrebbe da dire che un prelavaggio di 5 minuti + 8 lavaggi finali di 5 minuti (ad esempio) equivalga ai fini dell’asportazione dello strato antialo a 9 lavaggi finali di 5 minuti.

Non ricordo perché Kodak sconsigliasse il prelavaggio sul piccolo formato (a differenza delle pellicole piane, sempre se ben ricordo), ma avevo letto così.

Inviato: 2/4/2012 22:28
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Re: conservazione ottimale pellicole esposte

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REALA ha scritto:
sono in una fase in cui mi va solo di scattare...tra qualche anno magari le svilupperò

Sì, ma se parli di decenni, rischi che non si trovino più i chimici.
Non ti converrebbe farle sviluppare subito e ritirare la busta senza aprirla riponendola in un comune armadio chiuso a chiave?
Così, caso mai ti venisse voglia, non correresti rischi...

Inviato: 2/4/2012 21:49
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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Hologon ha scritto:
non mi pare di aver mai letto un preciso divieto.

Credo che sarebbe duretta giustificare un divieto di immergere una pellicola in... acqua. (quasi come dimostrare che serve effettivamente a qualcosa... )

Inviato: 2/4/2012 21:43
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Re: laboratorio da csonsigliare...

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L'E6 però lo facevano bene... ora non lo fanno più (crollo delle richieste) e da quel che ne so lo mandano in c.so Appio Claudio.
Sul fatto che non siano mai stati campioni di simpatia, concordo.

Inviato: 2/4/2012 21:37
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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Mi pare di ricordare che sui data-sheet Kodak si sconsigliasse il prelavaggio nel piccolo formato.

Inviato: 2/4/2012 21:32
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Re: Mostra di Elliot Erwitt: Personal Best

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luciano ha scritto:
Approfitto per segnalare che dal 16 Aprile, allo Spazio Forma di Milano si apre una Mostra di Erwitt dedicata al ritratto/autoritratto (80 le opere esposte) e che il 16 Maggio dovrebbe essere presente l'Autore (orso riscalda i muscoli )

Niente da fare, sarò all'estero in quel periodo... è destino che non riesca mai a incontrare Erwitt...

Sai mica quando finisce la mostra? Sul sito del Forma non c'è ancora...


Citazione:

luciano ha scritto:
La prima che mi torna in mente è sempre quella del Chihuahua con l' Alano. Non sarà la più bella, nè la più significativa. Ma ricordo sempre quella.

A Sansepolcro (pure lì aveva fotografato cani) un giornalista le chiese se c'era qualche motivo particolare, e lui rispose che uno era quello che poi non gli chiedevano mai una stampa...

Inviato: 2/4/2012 9:46
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Re: conservazione ottimale pellicole esposte

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Per tanto che mi sforzi non riesco a dare un senso al fatto di esporre una pellicola e poi infilarla in un congelatore per alcuni decenni .

Mi è già capitato per varie ragioni di far passare alcuni mesi tra l'esposizione e lo sviluppo, ma pensare a dei dcenni...

Inviato: 2/4/2012 9:38
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Re: Sviluppo in proprio dei negativi colore. Trattamento C-41

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Fer ha scritto:
Prebagno in acqua filtrata:
50 capovolgimenti vigorosi,

Personalmente sono convinto che il prebagno in acqua non serva a nulla. In tanti anni non ho mai visto una sviluppatrice commerciale, né a telai, né a rulli, né continua, che lo faccia. Come dire che almeno il 99,99% di tutte le pellicole è sempre stato sviluppato senza.



Citazione:

Fer ha scritto:
Sviluppo:
ho sviluppato per 3'15" netti: da fine riempimento a inizio svuotamento. In realtà credo che 3' netti sarebbero stati più appropriati, i negativi sono venuti forse un pelo densi.
Agitazione: primi 20 secondi continua, poi 4 capovolgimenti ogni 45".

Il sistema di quantificare l’agitazione in numero di capovolgimenti ogni tot secondi, comporta dei rischi se si usano tank di differente capacità. Ogni singolo capovolgimento dovrebbe durare fino a quando il liquido è completamente trasferito da sopra a sotto, e lì iniziare il successivo. Tale tempo varia parecchio nel passare da una tank con 2 spirali ad una con 5, ad esempio.
Personalmente preferisco capovolgere 10” ogni minuto (sempre ad esempio) con qualsiasi tank che uso. Con una tank piccola farò 7 capovolgimenti, con una grande solo 4, ma il tempo in cui il liquido è agitato e non fermo rimarrà costante, garantendo una migliore costanza di risultati.




Citazione:

Fer ha scritto:
Arresto/decontaminazione:
Non volendo sporcare il bagno blix, ho fatto un risciacquo in acqua filtrata, che fa un po' da arresto e un po' lava via parte dei residui dello sviluppo.
1 minuto fermo, poi 20 capovolgimenti.

Non capisco l’utilità di quel minuto fermo prima dei capovolgimenti.



Citazione:

Fer ha scritto:
Lavaggio:
50 capovolgimenti energici con acqua filtrata a 38 gradi
2 minuti acqua corrente a getto continuo
8 x 50 capovolgimenti energici (svuotando ogni volta) con acqua corrente sui 30 gradi
ultimo passo: 5 minuti senza agitare con acqua distillata
Probabilmente avrei dovuto lavare di più/più energicamente, perché svuotando l'acqua distillata alla fine è venuto ancora un pochino di rosa antialone, e infatti lo stabilizzatore recuperato aveva una leggerissima tinta mentre dovrebbe essere perfettamente trasparente.

E’ un ciclo molto complesso di cui mi sfuggono diverse cose, come l’utilità dell’acqua filtrata se subito dopo si usa acqua corrente, e la non agitazione con l’acqua distillata.

Comunque, sono un totale di 450 capovolgimenti: sostituiscono ampiamente un’ora di palestra!!!
Probabilmente lavi così a lungo ed energicamente nella speranza di veder uscire acqua incolore dalla tank. Quello che ti posso garantire è che nessuna sviluppatrice, anche la più professionale, fa un lavaggio delle pellicole così a fondo.

La mia esperienza si limita al BN, ma con certe pellicole come la TMax il problema dell’antihalo che colora i bagni è più o meno lo stesso, e alla fine lava lava ma l’acqua rimane sempre leggermente rosata.
Nonostante questo devo dire che la pellicola una volta asciugata non presenta assolutamente dominanti colorate. Inoltre, sviluppo e fissaggio che escono dalla tank fortemente colorati di rosa, una volta rimessi nelle bottiglie perdono completamente questa colorazione dopo qualche tempo.
Quindi faccio sì svariati lavaggi (diciamo 8 x 10 capovolgimenti), ma se alla fine l’acqua esce ancora leggerissimamente rosa non mi preoccupo più di tanto.

Una prova che potresti fare è la seguente: con gli ultimi 2 fotogrammi di un rullino fotografi in condizioni rigorosamente identiche un soggetto che si presti poi a delle misure colorimetriche. Al momento del lavaggio fai i primi risciacqui sufficienti ad asportare i residui di sbianca-fissaggio, poi estrai la coda del film dalla spirale, tagli l’ultimo fotogramma e lo metti ad asciugare. Col resto continui i lavaggi fino a che l’acqua esce incolore. Confrontando poi l’ultimo e il penultimo fotogramma potrai vedere se il lavoraccio ripaga.




Citazione:

Fer ha scritto:
Stabilizzazione:
1'30" senza agitare.
Non ho fatto altri risciacqui, perché ho pensato che avrebbero compromesso la stabilizzazione.
Però sono uscite fuori delle macchioline sulle pellicole asciugate, forse tracce di residuo di stabilizzatore: quindi sto pensando, la prossima volta, di fare comunque un risciacquo finale in acqua distillata; che ne dite?

E’ da un po’ che non mi occupo di sviluppo colore, ma mi pare di ricordare che gli stabilizzatori fossero usciti per sostituire il lavaggio, in modo da permettere di installare minilab in ogni angolo anche se mancavano l’acqua e gli scarichi. In questo caso lavaggio + stabilizzatore sarebbe ridondante. Se invece lo stabilizzatore di cui parli è un’altra cosa, allora avrà la sua ragione d’essere accanto al lavaggio.

Comunque l’unica cosa che evaporando durante l’asciugatura non lascia alcun residuo sulla pellicola, è l’acqua distillata.


Inviato: 2/4/2012 9:30
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Re: Processo C41 e conservazione dei reattivi

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RolleiPino ha scritto:
cercherò di non perdermi l'apertura con la presenza di questo fotografo mitico che sarà appunto giovedì 29. Ho telefonato e mi hanno detto che l'autore sarà presente alle 17, l'entrata alla inaugurazione sarebbe su invito ma mi hanno detto che posso andare

Hai tutta la mia più sana invidia!
Non ho mai avuto il piacere di incontrarlo (un paio di anni fa a Sansepolcro, dove ha fatto un interessante lavoro con l'amico Berengo Gardin, sono arrivato in ritardo...), ma dalle interviste mi sono fatto l'idea di una persona simpatica con uno spiccato senso dell'humor (che traspare anche in molte sue foto), che inoltre parla molto bene l'italiano.
Facci poi sapere.

Per la bacheca... bèh, grazie di avermi segnalato che esiste...

Inviato: 29/3/2012 10:55
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Re: Processo C41 e conservazione dei reattivi

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RolleiPino ha scritto:
Sto pensando che il motivo per cui si sono conservati così a lungo senza botiglie a soffietto e gas inerti, potrebbe essere il fatto che durante il processo dopo averli usati li rimetto nella bottiglia che viene tappata quasi subito. Quando li ritappo la loro temperatura è di gran lunga superiore a quella esterna quindi nella bottiglia non entra aria perchè c'è un moto convettivo dei vapori dall'interno all'esterno, e nella bottiglia ci sono solo i vapori del reattivo.
Basta non stapparla quando è tornata a temperatura ambiente nei periodi di inutilizzo.

Sicuramente influisce in modo positivo, anche se la temperatura alla quale li imbottigli (quella di processo, immagino) non è sufficiente a "scacciare" tutta l'aria.
L'ideale sarebbero i 100°C... lo faccio con la passata di pomodoro e le varie marmellate di pomodoro, ma lo sconsiglio vivamente coi chimici C41

PS OT : Pino, ti segnalo una cosa che probabilmente saprai già: al neonato Centro di Fotografia Tre Oci (alla Giudecca) questo giovedì c'è il vernissage di una grande retrospettiva di Elliot Erwitt, presente il pimpante fotografo 84enne. (poi dura fino a metà luglio)
Se l'autore ti interessa e se non hai altri impegni, ti consiglio di andare... poi magari ci racconti qualcosa

Inviato: 26/3/2012 14:16
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Re: Progetto "Kartoline"

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FranzX ha scritto:
Le cartoline di inmsulti di farebbero il paio con una mia idea: "servizi fotografici per il divorzio"

Quando so di una mostra fotografica, faccio sempre delle valutazioni "interesse-distanza" per decidere se andare a vederla (ora sto valutando se andare a Parigi per la retrospettiva di Newton...).

Ci fosse una mostra di Mxa-FranzX sui temi sopracitati, arriverei a fare molti km...

Inviato: 26/3/2012 13:58
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Re: Nikon D800: mooolto interessante...

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federico ha scritto:
Non sei alla moda, oggi va per la maggiore avere mezzo occhio a fuoco e tutto il resto fuori fuoco

F.


Sei rimasto indietro anche tu... oggi i ritratti si fanno con l'85/1,2 a TA regolando la messa a fuoco sulla diciassettesima ciglia dell'occhio destro... , tutto il resto sfocato da pauraaaaaaaaaaa...
(prova a leggere certi forum... )

Inviato: 26/3/2012 13:51
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Re: Lucky film: che strano formati

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FranzX ha scritto:

"We also have limited supply of 16mm x 30m, 80mm x 20m, and 190mm x 30m, 190mm x 60m, all punched on sides"

Poniamo che 80mm sia una svista invece di 70, ma che razza di formato è il 190mm? 3 Rollei affiancate con il resto di 1 cm?


Sono formati “asiatici” per aerofotografia e aerofotogrammetria. Li trovi anche, ad esempio, sul sito della ucraina Astrum: http://astrum-ltd.com/en/produktsiya/aerial-films.html
In America ed Europa, per il poco che ne so, si faceva quasi tutto col 9” e il 5” privi di perforazione. I dorsi Aero Rollex della Linhof Aero Technika 45, ad esempio, sono dorsi per bobine da 50 ft di pellicola da 5”, che se ricordo bene posso anche essere utilizzati su altri apparecchi 4x5 Linhof.



Citazione:

FranzX ha scritto:

P.S. Mai e poi mai crederò che la foto di Charlize Theron sia stata scattata con quella pellicola!

E perché?

Inviato: 24/3/2012 10:21
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Re: Trilogia veneziana

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La seconda su tutte. Un'imbarcazione asimmetrica, inquadrata con un'angolazione che ne esalta l'asimmetria e posizionata in modo asimmetrico tra quei due triangoli chiaro e scuro agli angoli opposti dell'immagine quadrata... mamma mia che inquadratura!

PS: la terza l'hai fatta mentre ti recavi dal tuo spacciatore di pellicole scadute?

Inviato: 22/3/2012 23:17
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Re: Fotografia e fotografia

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maceric ha scritto:
orso, qui avevo già riportato ulteriori elementi invero molto chiari:
http://www.effeunoequattro.net/htdocs ... p?topic_id=10779&forum=59

Ah, bene, grazie…
Io in realtà mi chiedevo se il significato di quella frase si potesse spiegare con parole semplici e alla portata di tutti… Di quella citazione, con “elementi invero molto chiari”, che non ho neanche capito se sia di Kafka o di Flusser, non ho compreso una sola parola (benchè il fotografo non sappia cosa avvenga all'interno dell'apparecchio… ma cosa vuol dire???????????? Io so cosa avviene all’interno dell’apparecchio… e allora?).
Vabbé, dài, sono l’unico analfabeta del forum, per me va bene anche così…

Inviato: 22/3/2012 23:01
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Re: Fotografia e fotografia

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Citazione:

Marco ha scritto:
Orso, Vaccari ha una pratica della fotografia molto sbilanciata sul versante concettuale ...

Ah ecco, allora… capisco perché non capisco!

Ma se si volesse spiegare in parole semplici a qualcuno distante dalla fotografia concettuale cosa significa quella frase, che mi pare piuttosto importante anche se per me rimane assolutamente indecifrabile, sarebbe possibile? Oppure ha un significato solo nell’ambito della fotografia concettuale?

Inviato: 22/3/2012 14:08
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