consiglio di allineare guardando al centro con "rotazione" poi eventualmente correggere la prospettiva verticale se ci fossero altre cose fuori bolla...

Non sono solito commentare foto perchè il mio giudizio vale nulla ma trovo che la prima pende a sinistra e ha un taglio poco equilibrato. Tieni conto che il mio è lo sguardo di un fotografo di architettura che dopo 20 anni di foto in bolla non regge più due gradi di rotazione e prospettive instabili. ciao

Mi sono fatto la stessa domanda... dovrò provare la Ilford duo matt poi vedo e magari riferisco. Altra perplessità è che questa costa davvero poco! boh? il misterioso mondo delle carte!

Si ho visto il sito hahnemule e penso che nessuno dovrebbe mettersi i guanti se non per un libro del conquecento! I libri vanno stampati in tipografia e non ci sono problemi, è solo che vorrei presentare un menabo ad un concorso e l'argomento carte duo mi è del tutto oscuro, preferirei poi non spenderci una fortuna e hahnemule credo sia da scartare! anche se il menabo si dovesse poi rovinare pazienza. Grazie del parere.

Aggiungo una domanda se posso anche se forse è un po' fuori tema, hai mai provato le carte duo cioè stampabili fronte retro? in particolare la ilford matt duo, che costa anche poco e vorrei farci un menabo, ma non trovo alcun parere in rete.

Per i miei gusti, dato che la stampa è questione di gusti, preferisco la carta rag, in particolare canson rag, che è molto liscia non ha la minima rugosità superficiale, non ha riflessi e i neri sono davvero profondi. La preferisco anche alla Platine, per via dei riflessi e per il senso di "vellutato" (non so come dire), dato ai neri.
Poi amo in generale le carte matt opache soprattutto per il bianco e nero perchè non imitano la carta tradizionale baritata da c.o. sono carte evidentemente ink jet col loro carattere preciso.
Purtroppo costa molto e la uso poco.
Anche le carte rag pur essendo opache sono coated cioè hanno quel rivestimento superficiale apposito per assorbire bene l'inchiostro, altrimenti sarebbero semplici cartoncini da disegno che non costano nulla ma non funzionano.

Credo che se cerchi oggi una lampada a petrolio è molto facile che non la trovi, o che la trovi solo dall'artigiano nascosto in qualche angolo del mondo che le produce per quei pochi appassionati, e che comunque sia di qualità molto peggiore di quelle che si trovavano dappertutto cento anni fa. Morale, il mondo va in una certa direzione (migliore o peggiore ?) e cercare di invertirla è molto difficile e frustrante. Ho abbandonato la pellicola a colore proprio per la difficolta di trovare oggi qualcuno che la tratti decentemente mentre dieci anni fa trovavo ogni tipo di pellicola sotto casa e il laboratorio la sviluppava -bene- due volte al giorno. Ma non mi sento privato di nulla, finchè ci saranno degli strumenti che producono fotografie farò fotografie, e se i supporti digitali non sono eterni me ne faccio una ragione, il futuro farà a meno delle mie fotografie, credo che non sia il suporto a renderle "immortali" ma la loro diffusione a vari livelli.

Ah grazie sono proprio ignorante in ambito montagne! credevo fosse un'appellativo bizzarro dato dall'amico Renzo!

Perchè disgrazia? un nome strano per degli alpinisti

Concordo con Franz, la foto è finita quando viene fruita e per un professionista la fruizione avviene oggi sempre più attraverso la rete quindi monitor. Ma per un professionista appunto, non dimentichiamo che c'è tutto un mondo di artisti-collezionisti-galleristi che fruiscono la foto attraverso la stampa su carta: argentica le vintage prints e inkjet le attuali, compreso lavori datati (basta andare al MIA o in Artefiera) realizzati in negativo e ristampati oggi ad inkjet.

Citazione:

e certamente al mercato delle stampe si sostituirà il mercato dei monitor...
4-5 anni sono un tempo possibile,ci troviamo qui!

Forse sono un purista come dice Luciano, per me la fotografia rimane la stampa, amo le stampe mie e degli altri, colleziono stampe fotografiche, ma ammetto che oggi stampo in percentuale molto meno rispetto ad un tempo quando lavoravo in negativo. E'un dato di fatto aimè che molto del mio lavoro venga fruito solo attraverso la rete, perchè il mondo va così e perchè purtroppo non abito il mondo delle gallerie.
Il freno alla stampa me l'ha dato soprattutto il costo della carta e dell'inchiostro altrimenti avrei la stampante a getto continuo e terrei in archivio copia cartacea di ogni servizio.

Citazione:
La fotografia è debole e caduca per la natura del supporto cartaceo, che comunque trovo imprescindibile, il monitor 4k o 20 k per me non è fotografia ma immagine da consumare a più o meno alta definizione e da dimenticare appena spento il monitor. La stampa ink oggi occupa la massima parte dei lavori (fotografici) in campo artistico lasciando alla stampa argentica una nicchia molto piccola. Una stampa su carta photo-rag credo non abbia nulla da invidiare ad una stampa argentica in termini di resa e durata. Specifico che non sono un bravo stampatore in c.o. ma ho sempre stampato i miei lavori, prima a colori rc e oggi con inkjet.

dividerei le foto (le mie) in due tipi fondamentali. quelle che scatto "per istinto" per avere trovato qualcosa che al momento mi colpisce,una sensazione di luce di atmosfera di spazio etc. senza pensarci troppo. Se poi le foto sopravvivono al cestino per almeno due giorni possono magari essere anche stampate o solo rimanere lì in attesa (di cosa? non so magari di qualcosa che le colleghi con un progetto a posteriori). Tutto questo senza chiedermi perchè.
Poi ci sono le foto pensate progettate nel senso che fanno parte di una scelta in partenza, decido di fotografare quella cosa (un edifico termale che so) perchè fa parte di un mio interesse, di una mia ricerca che spero di collocare da qualche parte che sia anche solo il mio sito o un portale di architettura. Oggi (sarà l'età) "preferisco" sempre più le seconde perchè le prime rimangono ferme in attesa troppo a lungo e questo mi genera frustrazione. Così non esco praticamente mai con la macchina per fare foto,sperando cioè di incontrare qualche situazione che meriti una fotografia.

davvero! credo che su temi come questo potremmo stare qui all'infinito!

Nikophoto la mia passione è il mio lavoro non riesco a separae le due cose e guarda caso il progetto autocmmissionato di cui sopra riguarda l'architettura ma è finalizzato, non è per solo divertimento. Fare foto di per se, foto e basta dico, non mi diverte, devo vederci una finalità, seppur minima ma devo trovare sempre qualcosa che faccia uscire le foto da qualche parte. Per il divertimento puro c'è la moto.

La mia pausa purtroppo è stata una scelta di altri dato che nell'ultimo anno è venuto a mancare buona parte del lavoro su commissione. Sto cercando di uscire da questa pausa imposta lavorando,direi per la prima volta, ad un progetto mio e un po' ambizioso (di cui per ora taccio ma dirò alla fine se riesce). Per ora sono tra carte e mail e permessi e poca fotografia. Per il resto concordo con Marco, se puoi stacca e fai altro.

l'unica differenza tra Polidori e gli altri è che lui va sul posto e non costruisce i set, i suoi reportage di disastri da cernobil all'uragano (non amo le foto di disastri) sono molto scenografici e teatrali. spesso fatti con una una macchinetta 11x14!

un Polidori in miniatura! http://www.robertpolidori.com/

belle ma la firma sotto le penalizza.