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Re: IL CAVALLETTO FOTOGRAFICO
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...e se invece che portarsi appresso alcuni chilogrammi di zavorra o reperirla sul posto, inventandosi poi un modo di applicarla al treppiede, ci si procurasse da subito un bel treppiede, del peso e dalla rigidità  giusti, in modo da non avere bisogno di essere zavorrato....e festa finita?

Inviato: 28/6/2005 11:52
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Re: I paesaggi di Berthold Steinhilber
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Marco ha scritto:


P.S.: Luciano, ma questo nuovo avatar forse vorrebbe alludere a qualcosa? ...



Allude...allude. Avevo voglia di mostrare la mia "piccolina" (quasi 12 kg senza obbiettivo).

Inviato: 27/6/2005 16:49
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Re: I paesaggi di Berthold Steinhilber
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Falcopardo ha scritto:
... Non ho capito bene come fa a realizzarle, con immagini sovrapposte realizzate in momenti diversi?


non esattamente. Si tratta di una variante della cosiddetta "luce pennellata". Si piazza la macchina su cavalletto, si studia inquadratura e zone da illuminare, si aspetta la totale oscurità , poi si apre l'otturatore in posizione T e si procede ad illuminare con una fonte di luce, progressivamente, l'intera scena. La cosa rimarchevole delle foto di B. S. è che l'estensione del soggetto puà essere di ettari o addirittura un'intera vallata, e che lui percore tutto questo spazio a piedi, illuminando pezzo pezzo con un faro per uso marittimo, tutto il paesaggio. La posa puà durare anche 3-4 ore, dipende dalla maggiore o minore oscurità  della notte e dal tempo occorrente per farsi questa passeggiatina...Le macchine utilizzate sono una Silvestri S4 9x12 o una Mamiya RZ67, entrambe molto stabili e che garantiscono la necessaria immobilità , anche per pose così lunghe (un soffietto che facesse "vela" per qualche folata di vento, potrebbe compromettere il risultato).
Naturalmente, nelle ore diurne, il fotografo ha già  studiato il percorso, annotando le zone da illuminare, eventuali ostacoli naturali, ecc. ecc. Ci vuole una buona esperienza ed anche un pizzico di fortuna...

Inviato: 27/6/2005 13:31
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I paesaggi di Berthold Steinhilber
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La tecnica è stata già  applicata ad altri soggetti, per solito di dimensioni più contenute; e quindi non è del tutto nuova , ma i risultati mi sembrano interessanti. E' necessaria indubbiamente molta precisione e una buona capacità  di progettazione-programmazione delo scatto. Le immagini le potete vedere qui http://www.bertholdsteinhilber.com/ (parlo soprattutto della serie lightworks)

Inviato: 27/6/2005 9:21
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Re: perplessità...
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L'arte è comunque costituita certamente da creatività  e "conoscenza", ma anche dalla tecnica che permette di esprimerle. E così come gli antichi pittori si fabbricavano i colori e sceglievano le tele, i moderni fotografi scelgono le attrezzature più idonee.
Certamente la nitidezza, specie nel ritratto, non sempre è o deve essere considerata l'elemento fondamentale. Però, già  nel paesaggio direi che lo è molto di più, se l'intento è quello di rendere al meglio tutti i dettagli della scena.

Inviato: 24/6/2005 0:48
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Re: Diapositive Fuji
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In effetti io cercavo le Astia 100 F che conosco benissimo (le uso per ritratti) e che trovo eccellenti. Ma non le trovo in giro (almeno da Unionfotomarket sono esaurite). E le altre emulsioni Fuji le conosco molto poco.

Inviato: 21/6/2005 15:52
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Re: Diapositive Fuji
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Russia con reflex 35mm. Ma non mi pare importante.

Inviato: 21/6/2005 15:14
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Diapositive Fuji
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Chi ha esperienza con la nuova Velvia 100 F ? Com' è la sua resa, rispetto alla Provia 100 F ?
Per le classiche foto di viaggio, quale consigliereste?

Inviato: 21/6/2005 11:37
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Re: Qualche domanda sul GF
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Scusa, ma che ci vuoi fare col GF ? Perchè la Technika è buona da essere portata fuori ( quindi architettura, paesaggio, al limite certo tipo di reportage). La Fatif non riesco a concepirla fuori di uno studio (quindi still life, pubblicità , al limite ritratti). Anche per la scelta del formato: è vero che Marco ed altri si portano in esterni anche l ' 8x10"; ma certamente non è una scelta comoda, nè da affrontare a cuor leggero. Mentre invece diverse folding 4x5" in legno, munite di un paio di obbiettvi, hanno un peso inferiore a quello di un corredo medio formato.
Un'ultima parola riguardo la Technika, che pure ho lodato in un post precedente. E' comunque una macchina per esperti, e con alcune scomodità  d'uso innegabili, la maggiore delle quali è la completa assenza di un valido sistema di livelle a bolla, utilissimo, per non dire indispensabile, per riportare in parallelismo le standarde, una volta eseguiti i movimenti di macchina. Almeno sulla standarda posteriore, sarebbe davvero necessario.

Inviato: 21/6/2005 9:37
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Re: Nuovi arrivi ...
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Auguri, Auguri, Auguri !!!

Inviato: 19/6/2005 19:27
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Re: Acros 100 with pirogallolo
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galago ha scritto:
Per una volta, dopo tanti links interessanti e fondamentali, di cui non ti saro' mai abbastanza grato, voglio sollevare una critica.
Al di la' dell'aspetto tecnico, che in effetti era il motivo principale della segnalazione, questo autore, per quanto vedo sul sito, mi sembra piuttosto scolastico, a livello di "scuola di fotografia".




Direi che hai ragione. Molto probabilmente non avrei segnalato il link, se non fosse stato esemplificativo della "ricetta" Acros in Pyro.
La scelta dell'Autore è in effetti piuttosto schematica, sia per quanto riguarda le pose, sia ancor più per lo schema di illuminazione, che sembra sempre il medesimo per tutti i ritratti.
Tecnicamente la cosa che mi piace di meno (ma forse non la si nota tanto su monitor, quanto sfogliando il libro) è il "sempre presente" riflesso quadrato del bank negli occhi delle persone ritratte. Francamente vedere questa nota High Tech nello sguardo di un membro di un'antica tribù africana, o di un anziano giapponese nel kimono tradizionale, o di un inturbantato Indù, poco mi piace. Tanto più che sarebbe stato facilissimo ottenere un effetto molto più naturale, ritaglaindo con del semplice cartoncino nero o con della stoffa scura, una maschera circolare od ovale da applicare sul bank. Non credo che l'Autore sia così sprovveduto da non saperlo, quindi si tratta di una precisa scelta estetica, che però non mi convince.
Tuttavia sul trattamento di sviluppo e stampa (che peraltro non credo esegua lui personalmente, visto che ringrazia 2 o 3 persone per il lavoro di camera oscura), nulla da dire. E comunque, c'è di molto peggio in giro...

Inviato: 18/6/2005 12:37
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Re: un doveroso grazie...
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La mia scelta per il 4x5" è caduta sulla Linhof Technikardan 45S. E' un apparecchio che incontra reazioni contrastanti ed estreme: c'è chi lo ritiene una vera schifezza e chi lo apprezza incondizionatamente. O lo si odia o lo si ama. Chi lo odia, di solito è perchè trova complicato , poco pratico e lento il sistema di apertura e chiusura della macchina. Inoltre lamenta una scarsa protezione del soffietto, quando la macchina è ripiegata, rispetto alle vere folding che , chiuse, assumono la forma di una cassetta protetta su tutti i lati.
In effetti è una macchina ibrida: la Linhof ha cercato di proporre un vero banco ottico, con la libertà  ed ampiezza di movimenti che sono propri di questa tipologia di apparecchi, in una forma la più compatta possibile e richiudibile. Si tratta di caratteristiche difficilmente conciliabili, e degli inevitabili compromessi si sono resi necessari.
Chi la apprezza è sopratutto soddisfatto della precisione e della qualità  costruttiva e della possibilità  di montare lunghezze focali anche ultracorte (tipo l' Apo Grandagon 35 mm o il Super Angulon XL 37 mm, senza nessuna limitazione dei movimenti di decentramento/basculaggio (col soffietto floscio) e poi, cambiando solo il soffietto (operazione davvero semplice e rapidissima) di passare ad un 400 tele, ed anche qui con grande libertà  di regolazioni.
La libertà  nell'uso delle focali ultracorte assume una grande importanza anche quando si decide di usare un dorso portarulli 6x7 o 6x9 o 6x12. In questo caso le focali come il 37, il 45 o il 58 mm risultano le focali più idonee, ma con molte folding questi obbiettivi o non possono essere usati affatto o solo con moltissime limitazioni di movimento. Discorso simile si puà fare anche per i dorsi digitali i cui sensori sono, almeno per il momento, piuttosto piccoli. La Technikardan appare allora decisamente avvantaggiata e davvero universale.
Le operazioni di apertura e chiusura necessitano effettivamente di una certa attenzione, specie le prime volte, e devono essere apprese con precisione, se si vuole evitare di maltrattare il soffietto. Una volta imparate, la macchina puà essere resa operativa in circa mezzo minuto, e richiusa in ancor meno tempo. Certo è un tempo più lungo della classica folding, ma poi ti ritrovi con una fotocamera in cui le possibilità  di movimenti superano molto spesso i limiti di copertura dell'ottica montata.
E' un apparecchio piuttosto diffuso nelle mani dei fotografi di architettura (credo sia una delle scelte migliori per questo settore), ed anche tra i paesaggisti. Per evitare ogni danno, quando riposta nello zaino, è bene infilarla in un sacchetto di cellophane spesso (ma farei lo stesso, anche se avessi la Technika o la Ebony! ). Una buona recensione la trovi qui http://www.butzi.net/reviews/linhoftk45s.htm .
Circa gli obbiettivi, queli più vicini come resa prosèpettica al 21 ed al 35 dovrebbero essere il 65 ed il 90. Possibili altrnative sono le lunghezze attorno ai 72-80 mm che magari, con un solo obbiettivo, coprono entrambe le esigenze (viaggiare leggeri è sempre un vantaggio, col GF).

Inviato: 18/6/2005 11:01
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Re: Acros 100 with pirogallolo
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Dunque, sui tempi non ti so aiutare. Ma posso dirti che i risultati dovrebbero riuscire splendidi, tanto che appena avrà un pò di tempo (ma ormai se ne parla dopo l'estate) voglio assolutamente interessarmene. E' la "ricetta" usata dal bravo fotografo ritrattista franco-vietnamita Jean-Baptiste Huynh, che ha pubblicato in questi ultimi anni tre bei libri: sull' Africa, sul Giappone ed adesso sull' India. Nell'ultima pagina di quest'ultimo ci sono alcune indicazioni tecniche: fotocamera Hasselblad (noblesse oblige) per lo più col 150, pellicola Acros, esposta a 50 ISO e sviluppata in PMK, stampe originali naturalmente su baritata (però non ricordo quale, o forse non c'è scritto). I risultati, splendidi a mio modesto parere,per gradazione tonale, e finezza di microcontrasto e grana, potete vederli qui (ma certo sarebbe molto meglio davanti agli originali o in mancanza dei medesimi, almeno direttamente sui libri, reperibili facilmente nelle librerie più fornite) http://www.mdf.ru/english/exhibitions ... _portraits_stilllifes_nn/

Inviato: 17/6/2005 19:58
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Re: Fallimento Agfa
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pamar5 ha scritto:
Calma! Calma! Io non sarei così pessimista


...io per natura sono tendenzialmente un ottimista. Ma se si è appassionati di camera oscura e foto analogica, in particolare BN, e nel giro di pochi mesi si deve assistere alla quasi chiusura della Ilford, seguito da un salvataggio in extremis che chissà  se sarà  duraturo, al fallimento della sezione foto dell'Agfa e adesso alle notizie di provenienza Kodak sulla dismissione di tutte le linee carte sensibili...beh, più che ottimisti bisognerebbe essere sempliciotti (volevo dire c...ni, ma lasciamo stare), per ricavarne impressioni confortanti circa il futuro.

Inviato: 17/6/2005 19:40
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Re: Fallimento Agfa
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Non capisco la faccendo delle carta (non parlo della baritata BN, che potrebbe anche spiegarsi, ma della carta comunque intesa: compresa la digitale colore), o meglio, purtroppo temo di capirlo anche troppo. Ho letto che è stato calcolato (non so come abbiano fatto, ma pigliamo per buona la notizia) il numero delle foto in digitale scattate in un anno. Ebbene, pare che solo una davvero piccola parte di queste, finisca poi per essere stampata. La stragrande maggioranza resta, nel migliore dei casi, allo stadio di "file", immagazzinato in qualche scheda o CD o DVD o Hard Disk, e la più parte probabilmente si perde, perchè cancellata o semplicemente dimenticata o sovrascritta.
Con la fotografia tradizionale, magari si scattava meno, ma l'idea era comunque di ricavare una fotografia dallo scatto. Adesso: W il Virtuale! Peccato che virtuale, in realtà  voglia dire "al momento non esistente"...E che il momento di esistere debba prima o poi arrivare, a quanto pare è tutto da dimostrare...
Ci vedo, ma forse sono influenzato da vicende che non c'entrano nulla con la fotografia, una qualche confusione tra un qualcosa in potenza e un qualcosa in atto, tra un'idea ed un fatto, come se tra il dire ed il fare non ci sia più di mezzo alcun mare, ed il progetto di un qualcosa equivalga "ipso facto" alla sua realizzazione.
Quindi piano coi trionfalismi, quando si dice che, grazie alla sua immediatezza, il digitale avvicini alla fotografia: puà darsi che avvicini ad un bel niente.

Inviato: 16/6/2005 17:16
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Re: scannerizzare gran quantità di negativi 35 mm
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Sicuramente il 4990 Epson, come anche il 9500 Canon, dovrebbero garantire una qualità  migliore del tuo attuale 1240. Tra i due non saprei cosa consigliarti: più o meno sono alla pari, forse un pò meglio Epson. Naturalmente tutto sta ad intendersi con qualità  accettabile. Per me nessuno dei due (e neppure altri faltbed correnti) garantisce la necessaria qualità  per ottenere stampe di alta qualità  dal 35 mm , ed è necessario rivolgersi ad uno scanner dedicato, tipo Nikon 5000 ED (con slide feeder da 50 diapositive) o il nuovo Konika-Minolta 5400 tipo II che, costando meno del Nikon 5000, pare essere allo stesso livello (e scansiona blocchi di 5 o forse 6 diapositive per volta) . I costi sono naturalmente sensibilmente più alti. I risultati ed il tempo risparmiato pure. Tanto più che scansionare qualcosa come 5000 diapositive non è certo uno scherzo.
Comnunque, se le tue esigenze sono appagate dalla qualità  fornita dal 4990, allora si tratta certamente della scelta migliore, al momento attuale.

Inviato: 16/6/2005 11:01
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Re: Ho ordinato la F6 !!!!!
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Una macchina "seria" in tutti i sensi. Ottima scelta. Ci continuerai a fare ottime foto per un bel pezzo.

Inviato: 15/6/2005 19:50
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Re: Qualche domanda sul GF
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Hologon ha scritto:
Devo dire che a parte quanto detto sopra con la mia attuale ammiraglia, la Rollei 6008, mi trovo benissimo...
Devo anche dire che per una serie di ragioni estetiche e percettive preferisco di gran lunga lavorare con il formato quadrato... insomma, voglio la 6008 con i movimenti! Ed in effetti la soluzione ci potrebbe essere e si chiama Rollei X-act, la conosci?


Beh...complimenti intanto per la 6008, forse la migliore 6x6 attuale (e lo dice uno che ha Hasselblad). Purtroppo è poco diffusa qui da noi, per i prezzi troppo alti e per la mancanza di mercato dell'usato. Il mio corredo Hasselblad è per gran parte costituito da materiale di occasione (compresi il 50FLE ed il 180 CF perfetti e senza un graffio, acquistati a metà  del loro prezzo nuovo) che piano piano sono riuscito a mettere insieme. La stessa cosa con la Rollei è praticamente impossibile, o almeno molto più difficile.
La Rollei x-act l'ho vista al Photo Show ed è interessante, ma rimanendo in casa Rolleici sarebbe da considerare quella che da molti viene ritenuta la migliore reflex medio formato mai costruita, la mitica Rollei SL66 http://www.sl66.com/ che aveva un soffietto con possibilità  di basculaggio fino a 8° ed accresceva le sue possibilità  operative, specie nello still life e nel paesaggio. Sulla qualità  poi, neppure il caso di parlarne. Era la macchina prediletta di Barry Thornton che realizzà magnifiche foto di paesaggio in bianco-nero (purtroppo dopo la sua morte il sito non è stato più curato e le immagini non sono più visibili, ma vi assicuro che erano davvero notevoli).

Inviato: 15/6/2005 19:30
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Re: un doveroso grazie...
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Sul numero in edicola del "fotografo" (mi pare: controllate !!!), c'è un articolo su come autocostruirsi una Folding in legno. L'ho scorso rapidamente presso un megastore (per questo non sono sicuro che si tratti proprio di quella rivista) ed è abbastanza ben fatto, sebbene necessariamente superficile. Ma insomma, puà andare. Per cominciare a capire se davvero il Gf è il formato che si desidera.

Ma com'è 'sta passione per il GF che sta serpeggiando per il Forum? A questo punto fondiamo un "Large Format Italian Club". Sarei curioso di sapere se è un fenomeno strettamente "locale", cioè limitato ai partecipanti a questo Forum, dovuto a ben noti motivi contingenti, o se è davvero un fenomeno esteso (reazione nei confronti dell' intenzionale assassinio della pellicola che si vuole perpetrare?) e che magari si sta realizzando anche in altri Paesi europei (non ci metto gli USA, perchè lì si trova di tutto ed il contrario di tutto, e quindi non fanno testo...) Boh !

Alla ormai prossima edizione del Toscana Foto Festival http://www.toscanafotofestival.com ci sarà  anche un workshop col banco ottico 20x25, tenuto da Giovanni Gastel, con le sue favolose foto di Moda. E pare sia stato il workshop più richiesto. Se cliccate sulla sezione "approfondimenti" lo potete vedere "in azione", purtroppo molto in piccolo, in alto a sinistra accanto alla foto di una bella ragazza che si rifà  il trucco, in una precedente edizione, alcuni anni fa (piccola vanità : entrambe le foto sono del sottoscritto). Immagino che non tutti i partecipanti abbiano il GF, ma evidentemente l'interesse è notevole. Naturalmente soprattutto per le sue splendide fotografie, che sono spesso delle vere opere d'arte.

Inviato: 15/6/2005 2:09
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Re: Il Digitale al servizio della bellezza: Sarah Siver
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La Arcuri è una bellissima ragazza e va benissimo per le foto glamour (quelle che servono ai ragazzini per farsi le pippe, tanto per intenderci), ma con la foto di moda c'entra davvero pochino.

Inviato: 13/6/2005 22:32
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